lunedì 31 marzo 2014

Riforma del Senato dal potere esecutivo: l’appello di Zagrebelsky



Il costituzionalista italiano Gustavo Zagrebelsky e il giurista Stefano Rodotà hanno lanciato un appello contro le riforme istituzionali contenute nel disegno di legge presentato dal governo Renzi che, a loro parere, stravolgerebbe la Costituzione Italiana.

Personalmente, ritengo che si debba ragionare e decidere in tempi ragionevoli sul superamento del bicameralismo perfetto ma, soprattutto, esigo il ripristino del rispetto della Costituzione.
Vale a dire: il Parlamento non può essere l’organo che si limita ad approvare i decreti leggi presentati dal potere esecutivo o a convertire disegni di legge concordati tra presunti leader politici e condannati in via definitiva e/o  inetti da troppi anni mangia pane a tradimento nelle istituzioni italiane.

La Costituzione Italiana esprime in modo chiaro quali sono le competenze, i poteri e i limiti dell’esecutivo (governo) e del Parlamento (legislativo). La democrazia italiana si è ridotta con il presidenzialismo di fatto di Napolitano e con la “prassi” anti costituzionale di imporre la fiducia per far approvare tutti i provvedimenti presentati dal governo. Va detto che non se è accettabile la violazione della carta Costituzionale, altrettanto non lo è la lungaggine parlamentare  finalizzata ad ritardare i tempi del voto o evitare l’approvazione di provvedimenti necessari al paese.

Il Parlamento trovi i modi e le tempistiche per ottemperare alla Costituzione nella sua interezza, vale a dire: creare gli strumenti atti ad applicare soluzioni per esercitare il primo dovere che è la gestione dello Stato. In tempi di crisi e no.

Di seguito riporto l’appello di Gustavo Zagrebelsky. Lo si può o no condividere. Per quanto mi riguarda, ho considerazione del costituzionalista Zagrebelsky e presto sempre attenzione alle sue opinioni.
Non ho la medesima considerazione dell’arrogante Renzi, che si sente così forte da assumere costantemente atteggiamenti sprezzanti liquidando opionioni e argomentazioni come sola “refrattarietà” al cambiamento.
Riuscirà a convincere parecchi italiani che è un decisionista e velocista. Gli stessi italiani che subiscono il “fascino” dei Mussolini e dei Berlusconi. Con le debite differenze e con le relative analogie tra i due. 


Testo dell’appello di Gustavo Zagrebelsky:

La svolta autoritaria 
Stiamo assistendo impotenti al progetto di stravolgere la nostra Costituzione da parte di un Parlamento esplicitamente delegittimato dalla sentenza della Corte costituzionale n. 1 del 2014, per creare un sistema autoritario che dà al presidente del Consiglio poteri padronali. Con la prospettiva di un monocameralismo e la semplificazione accentratrice dell’ordine amministrativo, l’Italia di Matteo Renzi e di Silvio Berlusconi cambia faccia mentre la stampa, i partiti e i cittadini stanno attoniti (o accondiscendenti) a guardare. La responsabilità del Pd è enorme poiché sta consentendo l’attuazione del piano che era di Berlusconi, un piano persistentemente osteggiato in passato a parole e ora in sordina accolto.
Il fatto che non sia Berlusconi ma il leader del Pd a prendere in mano il testimone della svolta autoritaria è ancora più grave perché neutralizza l’opinione di opposizione. Bisogna fermare subito questo progetto, e farlo con la stessa determinazione con la quale si riuscì a fermarlo quando Berlusconi lo ispirava. Non è l’appartenenza a un partito che vale a rendere giusto ciò che è sbagliato. Una democrazia plebiscitaria non è scritta nella nostra Costituzione e non è cosa che nessun cittadino che ha rispetto per la sua libertà politica e civile può desiderare. Quale che sia il leader che la propone.

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