da: Il Fatto Quotidiano
Tonino Gentile aveva ragione: “Io sono
trasparente”. Tutto nella sua storia era chiaro e lampante: chi è Gentile, che
cos’ha fatto a L’Ora della Calabria, perché Alfano l’ha voluto sottosegretario
e perché Renzi non poteva cacciarlo.
Il nostro eroe è un ex craxiano poi
berlusconiano ora alfaniano che controlla pacchetti di voti con i soliti metodi
e ha sistemato l’intera famiglia nei posti pubblici che contano: il fratello
Pino è assessore regionale ai Lavori pubblici; il fratello Raffaele è
segretario della Uil; il fratello Claudio è alla Camera di commercio; il figlio
Andrea è revisore dell’aeroporto di Lamezia e superconsulente dell’Asl (ora
indagato per truffa, falso, abuso e associazione a delinquere: la notizia che
non doveva uscire); la figlia Katya era vicesindaca di Cosenza, cacciata per
una struttura affidata all’ex marito; la figlia Lory è stata assunta senza
bando alla Fincalabra dallo stampatore che poi non ha stampato il giornale. Per
tacere di nipoti e cugini, tutti piazzati fra l’Asl, la Camera di commercio e
Sviluppo Italia. Al confronto Cetto La Qualunque è un dilettante.
Se Epifani
sedesse ancora in Largo del Nazareno e Letta a Palazzo Chigi, Renzi li avrebbe
cannoneggiati come quando voleva cacciare Alfano
e la Cancellieri (“Siamo
su Scherzi a parte?”, “Come si fa a governare con Alfano?”, “Cambiamo verso”).
Invece ora il segretario e il premier è
lui, dunque ha mandato avanti il portavoce Guerini a dire che “Gentile l’ha
indicato Alfano”: come se i
sottosegretari non li nominasse il premier. Il guaio è che le pressioni di
Tonino il Cinghiale per bloccare la notizia del figlio indagato erano proprio
finalizzate a non pregiudicare la nomina a sottosegretario. Poi Renzi l’ha
nominato lo stesso: non un plissè sullo scandalo del figlio indagato, né su
quello del giornale silenziato. Tonino La Qualunque doveva diventare
sottosegretario a ogni costo perché porta voti al governatore Scopelliti, che
porta voti ad Alfano, che porta voti a Renzi. È tutto trasparente: un ricatto bello
e buono che non finisce con la fuga del Cinghiale.
Il
premier che vuole “cambiare l’Italia” s’è messo nelle mani dei “diversamente
berlusconiani” che
in realtà sono come i berlusconiani, se non peggio (solo Scalfari può
nobilitarli come “nuova destra repubblicana”). Quagliariello difendeva il
Cinghiale dalla “barbarie” perché “non è neanche indagato”. Cicchitto alludeva
alle “pagliuzze e travi”, cioè agli indagati del Pd nel governo Renzi:
Barracciu, Del Basso de Caro, Bubbico e De Filippo. Così l’Ncd, che di indagati
non ne ha, dava pure lezioni di legalità a Renzi.
Renzi
è spregiudicato, ma non stupido: sapeva benissimo che
Gentile non poteva restare e l’ha fatto sapere all’Ncd. Ma ha preferito che lo licenziasse Alfano, il quale adesso ha
il coltello dalla parte del manico: come potrà Renzi tenersi la Barracciu e
gli altri tre? L’effetto-domino innescato dall’uscita di Gentile non può che
essere benefico. Ma non per Renzi: a meno che non decida di prendere in mano la
situazione anziché subirla. Gli basterebbe fare un discorso onesto agli
italiani: “Nell’esordio convulso del mio
governo, ho gravemente sottovalutato la questione morale, aprendo le porte
a gente che doveva restare fuori. Chi vuole cambiare l’Italia non può lasciare
che il Sud sia rappresentato da personaggi accusati di abusare del loro potere
con rimborsi gonfiati, familismi e clientele”. E accompagnare alla porta Lupi,
i quattro inquisiti del Pd e gli imbarazzanti vice della Giustizia, Costa e
Ferri.
Se non lo farà, invierà al Paese un micidiale
messaggio di gattopardismo, simile alla cinica e disperante metafora
giolittiana: “Un sarto che deve tagliare un abito per un gobbo deve fare la
gobba anche all’abito”. Ieri fra l’altro s’è scoperto che negli anni 80 Gentile
era stato arrestato (e poi assolto) per una storia di fidi facili miliardari; e
che il giudice che fece scattare le manette era Nicola Gratteri. Renzi ha
rischiato di trovarseli tutti e due nel suo governo. Poi Napolitano ha levato
tutti dall’imbarazzo: ubi inquisitus, magistratus cessat.
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