domenica 16 marzo 2014

Riforme costituzionali: abolire o trasformare il Senato, se sarà restituito il potere legislativo alla Camera

L’idea che questa classe politica, M5S incluso data la “dipendenza” dai guru Grillo e Casaleggio, metta mano alla Costituzione mi mette a dir poco i brividi. Ma il bicameralismo perfetto, che aveva senso nel 1947, oggi è a dir poco discutibile. Purchè non si bari.

Non si può abolire il Senato o trasformarlo (personalmente propendo per l’eliminazione, non per una diversa natura) esclusivamente perché così si ridurrebbero i costi della politica. Se si vuole agire in tal senso, si riducano gli stipendi dei parlamentari prima ancora di ridurne il numero.
Né è accettabile che si voglia eliminare o trasformare il Senato per velocizzare l’approvazione dei decreti legge del governo. Che si debbano rivedere i meccanismi parlamentari è poco ma sicuro ma questo, senza intaccare le regole democratiche che prevedono il confronto, le modifiche alle proposte e nel rispetto delle norme costituzionali che si fondano sulla separatezza dei tre poteri (legislativo, esecutivo, giudiziario).
Soprattutto, non è più accettabile che si violi la Costituzione straabusando di decreti leggi che invece dovrebbero essere presentati per norme urgenti.

Ciò che dev’essere garantito è il rispetto delle funzioni del Parlamento – a uno o due rami – per quanto, la delega di rappresentanza da parte del cittadino è
stata abolita dall’Italicum, la riforma elettorale di Renzi e Berlusconi.
Ma l’esercizio delle funzioni del Parlamento deve avvenire in modi e tempi ragionevoli. Quello che da sempre manca nel nostro Parlamento – idem nei governi – è ciò che le imprese sane non si possono permettere, pena il fallimento: lavorare in modo progettuale. Definire priorità, pianificare gli interventi, effettuare controlli sullo stato avanzamento lavori, concludere le attività rispettando i tempi. 

Se la Camera dei Deputati tornerà a esercitare il potere legislativo e non solo ad approvare i decreti legge del governo, posto quanto sopra in merito alla metodologia di lavoro, non vedo perché non si possa procedere a eliminare il Senato.
Eliminare. Non capisco, infatti, perché trasformarlo in un’assemblea delle autonomie che rappresenterebbe le istituzioni territoriali ma non avrebbe il potere di dare o togliere la fiducia al governo. Le istituzioni territoriali hanno già i loro organi di governo: le Regioni. O, quanto meno, vorrei capire nei dettagli come funzionerebbe, su quali materie e in quali modi dovrebbe legiferare questo nuovo Senato.
Mi leggerò la “proposta” di colui che “sa cosa fare”. Non certo in quindici giorni perché non sono un onorevole né un senatore. Ho già i miei tempi professionali e privati da rispettare…

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