giovedì 27 marzo 2014

Milano, Expo 2015: Appalti, Comunione e Liberazione nel mirino dei PM

da: la Repubblica

Expo, CL nel mirino dei PM: “Così pilotavano gli appalti”
Rognoni al telefono: “ Trituriamo le carte”. Gli illeciti per palazzo Lombardia
di De Riccardis e Randacio

L’attività di Infrastrutture lombarde (Ilspa), il suo agire senza controlli, gli appalti milionari senza gara, sono stati «favoriti e preservati da una ramificata rete di relazioni di carattere politico-affaristico ». I magistrati milanesi identificano il mondo e le presunte coperture che avrebbero permesso gli illeciti, in «ambienti riconducibili alla Compagnia delle Opere (Cdo)». E nello specifico, rimarcano anche «i rapporti di assidua frequentazione e vicinanza con contesti gravitanti in special modo intorno alla precedente giunta della Regione Lombardia (a guida Formigoni, ndr)». Se con il blitz di giovedì scorso la procura di Milano ha decapitato la società, con accuse che parlano di associazione a delinquere e turbativa d’asta, nelle pieghe delle carte allegate all’ordinanza, si fa un passo ulteriore. I pm Robledo, D’Alessio e Pirotta, parlano di una
«struttura che opera su due profili separati». Il primo, quello delle false consulenze, si spartiva incarichi milionari e coinvolgeva liberi professionisti, quasi tutti finiti ai domiciliari. Il secondo, che resta sullo sfondo, sembra il più inesplorato e inquietante. E coinvolge «appalti per opere di rilevanza strategica per il territorio, che appaiono gravemente turbate nella fase della scelta del contraente ».

I LEGAMI CON LA CDO
Perché, è la domanda su cui sembra ruotare tutta la questione, i vertici di Ilspa, hanno falsato le carte, favorito alcuni liberi professionisti garantendo introiti al di fuori di leggi e mercato? I principali beneficiati sono Fabrizio Magrì e Carmen Leo, due dei 4 avvocati finiti agli arresti domiciliari. Di Magrì la procura ricorda i «legami influenti di natura economico affaristica ». Come i compensi — in totale per 110 mila euro — «percepiti dalla Relive Company, società milanese della Cdo, non a caso rappresentata da Antonio Intiglietta». Magrì, certamente fino al 2010, è un associato Cdo. Agli atti ci sono i pagamenti dell’iscrizione da 350 euro l’uno. E insieme all’avvocato Sergio De Sio — anche lui ai domiciliari e anche lui di Cl — Magrì ottiene «notevoli vantaggi economici » da questo rapporto privilegiato e da questo sentire comune e vicinanza «con l’area riferita alla presidenza regionale dell’epoca». Sonomolti i sospetti che portano ai fedelissimi di Formigoni. Nelle carte si parla delle entrature che Magrì avrebbe ottenuto anche in Fiera Milano (da sempre roccaforte di Cl), e poi si parla di intimi dell’ex governatore, come l’ex direttore generale della Sanità, Carlo Lucchina, del segretari generali Nicola Sanese e di Marco Carabelli, che sarebbero intervenuti «affinché i compensi pretesi dal manager (l’avvocato, ndr),gli fossero corrisposti…»

LE OMBRE SU EXPO
Che il blitz che ha portato agli arresti di giovedì, sia solo una tappa, lo si intuisce in diversi passaggi delle carte in mano all’accusa. «Dal contenuto di varie conversazioni è emersa esattamente la condotta del Magrì volta a “esportare” le medesime pratiche illecite prodigate con Ilspa, per pilotare incarichi e assunzioni in Expo». I discorsi emersi nelle intercettazioni effettuate dal Nucleo di polizia tributaria, sono tutti concentrati «sui lavori della piastra», l’opera intorno alla quale si svilupperà la manifestazione. Nel corso delle telefonare «i protagonisti citano addirittura un “metodo Ilspa” prendendo ad esempio i lavori per la realizzazione del nuovo Palazzo Lombardia (opera faraonica da 570 milioni di euro,ndr),laddove ammettono, senza giri di parole, di aver fatto svolgere lavori in variante senza la preventiva formalizzazione».

I COMPENSI DALLA FIERA
Per la Guardia di Finanza, «sono numerosi e convergenti gli indizi e le indicazioni ricavate tali da far ragionevolmente ritenere che la scelta dei “soliti professionisti” sia condizionata più da ragioni legate alla loro appartenenza o vicinanza ad ambienti politico-affaristici, piuttosto che alle loro specifiche competenze». A supporto della propria analisi, la Gdf nota che «nei periodi in cui Magrì risulta aver conseguito erogazioni dall’Ente Fiera», (oltre un milione e 200mila euro), la legale rappresentanza era rivestita da Luigi Roth (in quota Cl, ndr)». Roth, «dal novembre 2009 al dicembre 2011, assume anche la legale rappresentanza del Consorzio Città della Salute, poi posto in liquidazione il 20 dicembre 2011, con liquidatore Danilo Musumeci, dirigente della struttura di controllo del Sireg della Regione». E dagli accertamenti bancari, risulta «che dal luglio 2010 fino al marzo 2012, lo studio legale Ennio Magrì ha percepito dal Consorzio compensi pari a 315mila euro».

GLI INTERROGATORI
Ieri, intanto, davanti al gip Andrea Ghinetti, si sono svolti i primi interrogatori di convalida. L’ex capo dell’ufficio gare Pierpaolo Perez — legali Giovanni Briola e Raffaella Oggioni — ha reso una dichiarazione spontanea, rivendicando la trasparenza del suo operato. Rognoni, difeso dall’avvocato Francesco Centonze, si è avvalso della facoltà di non rispondere. In una intercettazione del 19 luglio 2012, l’ex numero uno Ilspa, mentre sta redigendo un incarico illegale, si raccomanda con l’ingegnere Alberto Porro, project manager in Ilspa: «Non scriverti ‘ste robe qui!». E Porro lo rassicura: «Ok, tanto poi questi (documenti, ndr)li trituriamo ». In un’altra conversazione Rognoni si lamenta al telefono: «C’ho troppi soldi io sul conto, non va bene… questi fanno la patrimoniale entro Natale». E in effetti agli atti dell’inchiesta risulta un tesoretto di oltre 3,2 milioni, frutto degli ultimi quattro anni di stipendi percepiti come manager pubblico: 781mila nel 2008, 673mila nel 2009, 921mila nel 2010 e 900mila nel 2011. Rognoni, insieme ai familiari più stretti, aveva anche costituito nel 2006 un fondo con 17 immobili tra appartamenti, negozi e relative pertinenze, e, l’anno successivo, un trust a più riprese dotato di fondi cospicui, la cui titolarità nel 2010 è stata trasferita ai figli.

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