I
pilastri
Tre
pilastri, tre generazioni
La società signorile di massa poggia su tre
pilastri fondamentali. Il primo, e forse il più importante, è l’enorme
ricchezza, reale e finanziaria, che – nel giro di circa mezzo secolo – è stata
accumulata da due ben precise generazioni: la generazione di quelli che hanno
“fatto la guerra” e la generazione di quelli che non ne hanno mai vista una. In
concreto: la generazione dei miei genitori, che erano nel fiore degli anni
durante la seconda guerra mondiale, e la mia generazione che, anziché la
guerra, “ha fatto il Sessantotto”.
Il secondo pilastro è la distruzione della
scuola, o meglio il pacchetto di conseguenze che l’abbassamento degli standard
dell’istruzione ha prodotto: inflazione dei titoli di studio, rallentamento
della produttività, riduzione della mobilità sociale, frustrazione collettiva.
Questo secondo pilastro è in gran parte opera della mia generazione, anche se –
va detto – sarebbe stato impensabile se il primo pilastro non fosse stato già
costruito dalla generazione precedente. È proprio perché i nostri padri ci
avevano messo nelle condizioni di non lavorare, o lavorare tardi, o lavorare
poco, che ci siamo potuti permettere il lusso di abbassare l’asticella degli
studi, nella scuola come nell’università. Non è questo che molti di noi
volevano, ma è andata così.
Il terzo pilastro, il più recente, è la
formazione in Italia di una infrastruttura paraschiavistica. Per
“infrastruttura paraschiavistica” intendo, in particolare ma non solo,27
l’occupazione massiccia di posizioni sociali infime, non di rado genuinamente
servili, da parte di un nuovo gruppo sociale: gli stranieri provenienti
dall’Est europeo, dall’Africa, e più in generale dai
paesi (molto) meno ricchi del nostro. Questo è un processo iniziato in modo spontaneo negli anni ottanta, ma che ha ricevuto tre impulsi essenziali in altrettante occasioni: nel 1991, con la dissoluzione dell’Unione Sovietica; nel 2004-2007, con l’allargamento dell’Unione Europea ai paesi dell’Est; nel 2011, con le primavere arabe, l’intervento militare franco-anglo-americano in Libia, la caduta di Gheddafi. Si tratta, in un certo senso, di una terza generazione, più recente della mia e, a differenza delle prime due, prevalentemente costituita da non italiani.
paesi (molto) meno ricchi del nostro. Questo è un processo iniziato in modo spontaneo negli anni ottanta, ma che ha ricevuto tre impulsi essenziali in altrettante occasioni: nel 1991, con la dissoluzione dell’Unione Sovietica; nel 2004-2007, con l’allargamento dell’Unione Europea ai paesi dell’Est; nel 2011, con le primavere arabe, l’intervento militare franco-anglo-americano in Libia, la caduta di Gheddafi. Si tratta, in un certo senso, di una terza generazione, più recente della mia e, a differenza delle prime due, prevalentemente costituita da non italiani.
Senza questi tre pilastri non saremmo mai
divenuti una società signorile di massa.
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