Dopo
Sanremo, la "Vita meravigliosa" di Diodato
Il
cantautore pubblica un album complesso e leggero allo stesso tempo: la vittoria
al Festival è stata tutt'altro che un caso.
Sapere attendere il momento giusto è
un’arte che nella musica passa per il nome di tenacia e, spesso, per una lunga
gavetta.
Nel 2019-2020 è finalmente arrivato il
momento di Diodato - no, non ci stiamo riferendo solo alla vittoria a Sanremo,
ma proprio a quello che sta succedendo in questo periodo.
Non era ancora il momento giusto nel 2014,
quando si fece notare tra i giovani sempre a Sanremo con "Babilonia",
e non lo era nel 2018 quando andò in gara tra i big con Roy Paci e la stupenda
“Adesso”.
Ha saputo aspettare, dopo: uscì solo un
singolo, non un album, ed era lecito chiedersi cosa stesse succedendo. Ecco
allora l’attesa e l'arrivo del momento giusto: prima, a fine 2019 “Che vita
meravigliosa”, la canzone, inserita nel film di Ozpetek, quindi Sanremo e ora
questo album, che conferma tutto quanto.
Anche e soprattutto la versatilità di
Diodato. “Fai rumore” è una canzone che è piaciuta fin dal primo ascolto, ma
era difficile pensare sarebbe arrivata così in alto: una struttura classica
impreziosita da un arrangiamento da un tocco internazionale, con certi cori e
progressioni che ricordano i Radiohead più melodici. Un esempio di scrittura
lineare ma mai banale, anzi.
E lo stesso si può dire del disco.
"Che vita meravigliosa" è un gran lavoro, prodotto da
Tommaso Colliva (Calibro 35 e Grammy Award con i Muse), con un cast di primo piano: la batteria di Fabio Rondanini (anche lui Calibro 35, e Afterhours), Rodrigo D’Erasmo (Afterhours, direttore d’orchestra a Sanremo e arrangiatore degli archi), le percussioni di Daniel Plentz (Selton e nella superband di Nic Cester), le chitarre di Adriano Viterbini (Bud Spencer Blues Explosion), il basso di Roberto Dragonetti e Raffaele Scogna alle tastiere.
Tommaso Colliva (Calibro 35 e Grammy Award con i Muse), con un cast di primo piano: la batteria di Fabio Rondanini (anche lui Calibro 35, e Afterhours), Rodrigo D’Erasmo (Afterhours, direttore d’orchestra a Sanremo e arrangiatore degli archi), le percussioni di Daniel Plentz (Selton e nella superband di Nic Cester), le chitarre di Adriano Viterbini (Bud Spencer Blues Explosion), il basso di Roberto Dragonetti e Raffaele Scogna alle tastiere.
Per capire l'approccio: fermatevi ad
ascoltare l’attacco di “Che vita meravigliosa”, che rimane impressa soprattutto
per il ritornello ma ha tocchi di arrangiamento di gran classe, dal basso, al
piano, alle percussioni. Una canzone con il doppiofondo, accessibile ma
complessa.
La cosa bella delle canzoni di Diodato è
proprio la capacità di unire leggerezza e profondità: capita negli
arrangiamenti, appunto, come nei testi. Il racconto del dolore su un etereo
tappeto d’archi di “Fino a farci scomparire”, o l’indifferenza ad un suicidio
vista da un treno del weekend di “La lascio a voi a questa domenica” con una
melodia pop; gli echi anni 60 di “Non ti amo più” e “Ciao, ci vediamo” con la
fine di una relazione raccontata in chiave pop-rock; o le contraddizioni della
società digitale che si rivelano nell’incontro con “Il commerciante” vecchio
stile dopo anni di acquisti on line.
E poi c’è la chiusura di “Quello che mi
manca di te”, malinconica riflessione sul ricordo di una storia d’amore - sì
probabilmente proprio quella di cui si è parlata molto in questi giorni, e che
già affiorata in maniera altrettanto delicata e rispettosa nel disco dell’altra
persona coinvolta.
Una chiusura da brividi quanto l’apertura,
e quanto il pezzo di Sanremo, con una coda una sorta di valzer per fiati; una
canzone che mostra e dimostra che la musica Diodato è molto di più del Festival
di Sanremo.
TRACKLIST
01. Che vita meravigliosa (03:32)
02. Fino a farci scomparire (03:44)
03. La lascio a voi questa domenica (03:59)
04. Fai rumore (03:36)
05. Alveari (04:03)
06. Ciao, ci vediamo (03:25)
07. Non ti amo più (03:21)
08. Solo (04:09)
09. Il commerciante (03:14)
10. E allora faccio così (03:32)
11. Quello che mi manca di te (04:05)
Nessun commento:
Posta un commento