Mi sento così.
Senza paranoie ma neppure sottovalutazioni,
senza comportamenti schizzati ma cercando di ragionare e perché no: sperando in
Dio.
Così vivo Milano. Senza mascherina né Amuchina.
Tra un supermercato e un mercato all’aperto. Camminando, prendendo mezzi
pubblici. Ci penso. Ad evitare certi locali chiusi. Ma se mi ci ritrovo dentro,
amen.
Al momento (ma potrei cambiare idea tra
meno di cinque minuti) più che il Covid-19 mi preoccupa il virus persistente
a Milano: l’inquinamento. Che ci avvelena, che mi avvelena da anni. Non da una
settimana.
Mi sto incazzando.
Nel sentire, nel leggere che il problema
principale è diventato solo l’economia del paese. Indubbiamente questo virus, le
misure adottate, la comunicazione, stanno impattando su persone e aziende.
Ma è questo il vero e unico problema?
Certo. Se fossi un commerciante, un imprenditore, un lavoratore che non sa quali saranno gli effetti a medio e lungo termine, anch'io farei sentire la mia voce e chiederei interventi da parte del governo. E' indubbio che la situazione creatasi con questo virus avrà ripercussioni su parecchi aspetti della nostra vita.
Certo. Se abitassi nella zona rossa non mi piacerebbe il confino obbligatorio e, soprattutto,
avrei il timore di non avere le necessarie informazioni e assistenza.
avrei il timore di non avere le necessarie informazioni e assistenza.
Capisco tutto questo. Ma non capisco perchè da due o tre giorni i media abbiano spostato completamente il problema.
Da venerdì scorso, per qualche giorno, il problema era la diffusione del coronavirus. L'impatto sulla salute. Da due giorni, il problema è diventato solo l'impatto economico. Virus debellato? Diffusione contagio terminata?
Sarà che sono "anziana". Ma sono tra quelle che pensano che la salute sia la cosa più importante.
E’ la
prima ricchezza. Va tutelata. Se serve chiudere per circoscrivere l’impatto
del virus, per limitarne gli effetti, anche se questo ha impatti economici, si
chiude. Prima la salute, poi il PIL.
Quanto prima, chi governa dovrà adottare misure, interventi, per sostenere il
cosiddetto sistema Italia. E chi se ne
frega dell’Europa che - anche in questa emergenza - non esiste.
Chi ci governa dovrà assumere iniziative e provvedimenti per recuperare l'immagine reale dell'Italia. Che non è quella che, stupidamente e anche strumentalmente, altri paesi o addirittura compaesani dei lombardo-veneti, stanno pensando, scrivendo, dicendo.
Ma se si può anche mandare a fan culo l’Europa e gli ignoranti vicini o lontani di casa degli italiani, bisogna sapere usare ogni euro che spenderemo (perché lo dobbiamo
fare) in barba alle regole rigide di Bruxelles. Altrimenti, non avremo dato una mano al Pil, avremo aumentato ulteriormente il debito senza creare valore, avremo aggiunto altri carichi sulla pelle delle giovani generazioni.
Saremo nuovamente
nella solita emergenza: quella che deriva dalla classe politica che quando
non è disonesta è incapace di gestire un paese. Questo è il virus che da tanti anni circola in Italia. E continuo a non vedere dove sia il vaccino. Chi lo può fabbricare. Di certo, per quanto mi riguarda: non sono nè Salvini nè Renzi.
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