Antonio Padellaro non ha bisogno dei miei
complimenti..ma glieli faccio lo stesso! Articolo da 10 e lode!
da: Il Fatto Quotidiano - di Antonio Padellaro
I
due Mattei contagiosi. Caro Draghi, attento al rischio padulo-virus
Mario Draghi non ha certamente bisogno dei nostri consigli, ma per la stima universale da cui è circondato sappia che trepidiamo fortemente per la sua persona. Soprattutto dopo aver letto sul giornale collettivo che i due Mattei stanno pensando di proporgli la guida di un “governissimo” per “unirsi e lavorare a misure straordinarie” (Renzi), poiché “se va via Conte la Lega c’è per accompagnare il Paese al voto” (Salvini).
L’ex
presidente della Bce, dunque, vive sotto la minaccia di un morbo,
il virus bidone (volgarmente detto
padulo), ancora più nefasto del
Covid-19. Confezionato, si sospetta, nel laboratorio di Denis Verdini (la ricetta prevede la sintesi di massicce dosi di sciacallaggio, fake news e
demenzialità) esso attacca direttamente la reputazione di chiunque abbia la
disgrazia anche soltanto di porgere l’orecchio alle profferte della micidiale
coppia. Per poi, con un contagio esponenziale, azzerare le residue difese
immunitarie dell’intera nazione. Quindi, gentile
professore, per favore ci ascolti, si barrichi in casa, non risponda al
telefono, s’imbavagli, si tappi le orecchie, si nasconda in un armadio o
sotto il letto. Proceda a colpi di querele e di pesanti richieste di
risarcimento nel caso i suddetti untori continuassero a usare il suo rispettato
cognome per propagare l’infezione.
Della
malattia si conoscono tre stadi. Con il primo (detto dell’Allarme), quello più
insidioso, si propala l’idea del Paese sull’orlo della catastrofe, in totale emergenza sanitaria, economica e sociale, isolato dal resto del mondo, nello sbando più completo per colpa di un governucolo fragile, macilento, inetto, guidato si fa per dire da un premier incapace, pasticcione e indeciso a tutto.
insidioso, si propala l’idea del Paese sull’orlo della catastrofe, in totale emergenza sanitaria, economica e sociale, isolato dal resto del mondo, nello sbando più completo per colpa di un governucolo fragile, macilento, inetto, guidato si fa per dire da un premier incapace, pasticcione e indeciso a tutto.
Ed ecco che incurante della drammatica
epidemia che ha colpito l’Italia, subito Matteo
detto Il chimico (Renzi) propina
all’informazione unica la formula magica chetuttorisolverà. Intruglio di cui
conosceremo solo le prodigiose etichette: governo
di tutti, anzi di unità nazionale, anzi di larghissime intese, anzi di salute pubblica, anzi e mi voglio
rovinare, un supergovernissimo coi controfiocchi.
Quindi entra
in scena Matteo detto il compare (Salvini) che come tutti gli imbonitori all’inizio fa le smorfie e frigna che la pozione gli fa schifo salvo
poi assaggiarla e decantarne il gusto sopraffino. Segue fanfara di giornaloni e talk che
diffondono a palla i nomi delle illustrissime personalità che salveranno
l’Italia, un vera leccornia sormontata dalla ciliegiona Mario Draghi. Che se per caso si
rendesse indisponibile ci sarebbe pur sempre l’autorevole Marta Cartabia, presidente
della Consulta (che è pure donna). Segue la lista dei Migliori: giuristi ottuagenari per tutte le
stagioni, ex cattedratici con un
piede nella fossa, cinti erniari dei
poteri forti: la mejo gioventù insomma. Con la sola certezza che l’Economia sarà affidata al leghista
Giancarlo Giorgetti, che sa far di
conto e spiega le tabelline a Salvini. In genere i predetti sono all’oscuro
di tutto, ma che importanza ha? Venghino signori venghino.
Giunto al secondo stadio (Gran Casino) il virus bidone esplode in tutta la
sua tossicità. Nella campagna elettorale
permanente i partitissimi del governissimo inizieranno ovviamente a
scannarsi. Una volta liquidato l’odiato
Conte, il Matteo Due brigherà per andare di corsa alle urne, eventualità inaccettabile per il Matteo
Uno, il feretro di Iv e congiunti al seguito.
Superfluo aggiungere che con una simile banda del tutto e il contrario di
tutto, la gestione per esempio del Coronavirus
sarebbe stata più agghiacciante della Notte
dei morti viventi. Inevitabile che giunto all’ultimo stadio il virus avrà fatto una sola vittima: il
prestigioso presidentissimo che da venerato maestro verrà retrocesso a grandissimo coglione.
Caro
Draghi, se non crede all’esistenza del virus padulo si
fidi almeno di Vittorio Feltri,
collega quanto mai beffardo e burlone, un vero campione nell’arte della presa
per i fondelli. Che infatti così titola il suo editoriale di mercoledì: “Serve
un esecutivo istituzionale, subito. Un toccasana
per il Paese”.
Detto
da lui, da scompisciarsi dalle risate. Perciò, gentile
professore, dia retta a chi le vuole bene: scompaia, si volatilizzi, vada su Marte ma non si faccia trovare.
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