da: Il Fatto Quotidiano
Per colpa
del coronavirus, nei talk show scarseggiano i politici e abbondano gli
esperti (anche se poi litigano fra loro, ma questa è un’altra storia).
Per colpa
del coronavirus, il telespettatore medio sta sviluppando anticorpi
poderosi, compreso un sesto senso che gli fa subito notare la differenza fra un
esperto e un Capuozzo, un Meluzzi, un Sallusti, un Liguori.
Per colpa
del coronavirus, l’Innominabile non straparla più. Anzi, meglio: continua a
straparlare da solo e non se lo fila nessuno.
Per colpa
del coronavirus, molti italiani si domandano sgomenti che ne sarebbe di noi se
avessimo votato a novembre e ora il premier fosse Salvini, con Siri, Rixi,
Pillon, Romeo, Fontana, Borgonzoni ministri, oltre naturalmente a B. e
Gasparri.
Per colpa
del coronavirus, si riesce persino a distinguere fra un leghista serio,
Luca Zaia (e basta), e un Cazzaro Verde.
Per colpa
del coronavirus, Camera e Senato votano senza tante pippe la fiducia sulle
intercettazioni e sul trojan horse (raro caso di virus benefico), archiviando
la boiata-bavaglio di Orlando&Renzi.
Per colpa
del coronavirus, non si parla più di Santa Prescrizione come baluardo della
Civiltà Occidentale e del Diritto Romano. Tantopiù che ieri la Commissione europea ha
elogiato la legge Bonafede che la blocca dopo il primo grado come “riforma benvenuta, in linea con una raccomandazione specifica formulata da tempo”. A riprova del fatto che la Spazzacorrotti non ci fa entrare nella barbarie, ma più modestamente in Europa. E paradossalmente con una legge votata dai noti antieuropeisti M5S e Lega, con la feroce opposizione dei noti europeisti Pd, Iv e FI.
elogiato la legge Bonafede che la blocca dopo il primo grado come “riforma benvenuta, in linea con una raccomandazione specifica formulata da tempo”. A riprova del fatto che la Spazzacorrotti non ci fa entrare nella barbarie, ma più modestamente in Europa. E paradossalmente con una legge votata dai noti antieuropeisti M5S e Lega, con la feroce opposizione dei noti europeisti Pd, Iv e FI.
Per colpa
del coronavirus, si noterà un po’ meno l’ultima
impresa masochistica delle Sardine ad Amici da Maria.
Per colpa
del coronavirus, il Tribunale di Roma tiene le udienze alla sola presenza dei
soggetti interessati e non più in modalità “mercato del pesce”; gli
avvocati trasmettono gli atti per via telematica, senza portarli in forma
cartacea in tribunale; gli avvocati che vogliono mandare la causa in decisione
(cioè non hanno più nulla da aggiungere) possono inviare un’istanza congiunta
in tal senso al giudice anziché recarsi in tribunale per un’apposita udienza;
il tutto in aggiunta ad altre novità sensazionali che, se adottate 365 giorni
all’anno, contribuirebbero non poco a ridurre i tempi dei processi civili.
Per colpa
del coronavirus, il presidente della Corte d’appello di Roma ha informato
giudici e avvocati, con la solennità degli eventi eccezionali, che le aule
erano state igienizzate.
Per colpa
del coronavirus, milioni di italiani si lavano anche più volte al giorno.
Per colpa
del coronavirus, chi intasava quotidianamente i Pronto soccorso degli
ospedali alla minima bua, paturnia o fisima se ne sta finalmente a casa,
lasciando lavorare i medici e gl’infermieri su chi ne ha davvero bisogno.
Per colpa
del coronavirus, molte imprese e persino la Pa scoprono quegli oggetti
misteriosi chiamati smart working (lavoro da casa) e telelavoro (in
collegamento a distanza), che consente loro di ridurre i tassi di
assenteismo e a tanta gente di guadagnare tempo, denaro e salute senza intasare
metro, bus, tram, taxi, treni, aerei né impestare da mane a sera le città di
traffico, smog e bile.
Per colpa
del coronavirus molti italiani, inspiegabilmente infatuati dal federalismo
regionale, scoprono quanti danni fanno le regioni e quanto si vivrebbe
meglio se quei carrozzoni capeggiati da sedicenti “governatori”, quasi tutti
mezzi spostati in fregola di originalità che per giunta si credono Napoleone,
un bel giorno sparissero.
Per colpa
del coronavirus, si scopre che sbaglia persino l’infallibile Roberto Burioni:
oggi allarmista isterico con instant book in rampa di lancio, ieri negazionista
spinto (“Il rischio di contagio è zero, in Italia possiamo preoccuparci dei
fulmini, ma non di questo” , Che tempo che fa, Rai3, 2 febbraio 2020),
prossimamente non più Scienziato Unico, ma Uno Dei Tanti.
Per colpa
del coronavirus, forse sarà rinviato quel monumento allo spreco che è il
referendum costituzionale del 29 marzo sul taglio dei parlamentari. Anzi ci
sono buone speranze che, nella distrazione generale, se lo scordino in saecula
seculorum, facendo risparmiare allo Stato mezzo miliardo.
Per colpa
del coronavirus e degli sciacalli che tentano di entrare nelle case
fingendo di dover fare il tampone, milioni di italiani hanno cominciato a
diffidare degli sconosciuti che citofonano.
Per colpa
del coronavirus, abbiamo più tempo per riflettere sulla nostra vita, come i
dieci protagonisti del Decameron durante la “mortifera pestilenza… alquanti
anni davanti nelle parti orientali incominciata…” che, “senza ristare d’un
luogo in uno altro continuandosi, verso l’Occidente miserabilmente s’era
ampliata” fino a Firenze, dove aveva moltiplicato l’ignoranza tanto dei
mendicanti quanto dei sedicenti scienziati (“de’ medicanti… oltre al numero
degli scienziati, così di femine come d’uomini senza avere alcuna dottrina di
medicina avuta giammai, era il numero divenuto grandissimo”). E aveva diffuso
“diverse paure e immaginazioni in quegli che rimanevano vivi, e tutti quasi a
un fine tiravano assai crudele era di schifare e di fuggire gl’infermi e le lor
cose; e così faccendo, si credeva ciascuno medesimo salute acquistare”. Parole
scritte da Giovanni Boccaccio a metà del 1300, ma molto più attuali e utili dei
nove decimi dei nostri giornali.
Se non fosse per i morti, i malati, i
terrorizzati, i danni all’economia e il rinvio del nuovo film di Verdone, quasi
quasi…
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