da: https://ilmanifesto.it/
- di Chiara Cruciati
Elicotteri
e navi militari, gli affari invisibili tra Italia ed Egitto
Armi.
Indiscrezioni su nuovi contratti di vendita a favore della Difesa del Cairo.
Fincantieri e Leonardo non commentano. Continua senza scossosi il flusso di
armamenti tra i due paesi: nel 2018 boom dell’export (69 milioni di euro), nel
2019 armi leggere da 1,5 milioni
Lunedì il
vicepresidente del Parlamento europeo, esponente del Movimento Cinque Stelle,
Fabio Massimo Castaldo ha fatto appello allo stop immediato
dell’esportazione di armi dall’Italia all’Egitto. «Penso sia necessario mandare
un chiaro segnale: export di armi da bloccare, veramente e immediatamente», la
richiesta di Castaldo nel giorno del quarto anniversario dal ritrovamento lungo
l’autostrada Il Cairo-Alessandria del corpo barbaramente torturato di Giulio
Regeni.
Eppure il
governo di cui i 5S sono parte avrebbe dato l’autorizzazione alla vendita di
due navi militari Fremm Bergamini della compagnia Fincantieri alla Difesa
egiziana. A riportarlo è Egypt Defence Review, sito di monitoraggio degli
affari militari intessuti dal regime del Cairo. «L’accordo – scrive Edr –
riguarderebbe il trasferimento della Spartaco Schergat F598 e della Emilio
Bianchi F599 alla marina egiziana».
Un affare
da 1,5 miliardi di euro, che l’Egitto coprirebbe «parzialmente con
prestiti»: «Alcune banche europee e agenzie di credito sono pronte a fornire
500 milioni di euro in finanziamenti (Cassa Depositi e Prestiti, Sace, Intesa
Sanpaolo, Bnp Paribas e Santander», aggiunge il sito.
In merito abbiamo contattato Uama, l’Unità
per le autorizzazioni dei materiali di armamento del ministero degli Esteri
italiano, l’ente preposto a dare il via libera alla vendita di armamenti a
governi stranieri: «Questa Autorità nazionale non può diffondere informazioni
sulle autorizzazioni di competenza per ragioni di riservatezza commerciale»,
risponde l’ufficio stampa.
Non commenta invece Fincantieri: l’azienda italiana, da noi contattata, ha preferito
non rilasciare dichiarazioni.
La presunta vendita rientrerebbe nel più
ampio progetto italo-francese intorno alle Fremm, fregate multimissione di cui
il 25 gennaio è stata varata a Genova – alla presenza del capo di stato
maggiore della Marina militare Giuseppe Cavo Dragone e del presidente della
Regione Liguria Giovanni Toti – l’ultima unità, la Emilio Bianchi.
Secondo quanto riportato dal Sole 24 Ore,
si tratta di una nave di 144 metri di lunghezza con un potenziale di carico di
6.700 tonnellate. La Emilio Bianchi sarà pronta nel 2021 e fa parte del
«pacchetto» di otto navi dirette a Parigi e dieci a Roma.
Risale invece alla fine di aprile dello
scorso anno l’indiscrezione, mai confermata, di un contratto vinto
dall’italiana Leonardo per la
vendita di venti elicotteri Aw149 al Cairo, più una decina in opzione. Banca Akros,
citata da Milano Finanza, stimava in 600-900 milioni di euro il valore
dell’intera operazione. Contattata da il manifesto, Leonardo non ha voluto
rilasciare commenti in merito.
Sembrano
così continuare, senza scossosi, i flussi di armamenti e tecnologie militari
verso l’Egitto violatore seriale di diritti umani.
Soffocato da una coltre di repressione istituzionalizzata, il paese ha appena
osservato scorrere in silenzio il nono
anniversario della rivoluzione del 2011, mentre il regime del generale
golpista Abdel Fattah al-Sisi rafforza giorno dopo giorno la sua macchina
militare e compra impunità ergendosi ad attore imprescindibile delle emergenze
mediterranee, che si tratti di guerra libica o di flussi migratori.
Il 2 aprile 2019 la Presidenza del
Consiglio dei ministri riportava i dati
relativi al 2018: oltre 69
milioni di euro il totale dell’export militare italiano verso Il Cairo.
Dieci volte tanto il 2017 (7,4 milioni) e il 2016 (7,1). Acquistando armi automatiche,
bombe, missili, siluri – armi destinate all’esercito ma anche alla polizia,
quella che quotidianamente arresta attivisti e compie raid negli uffici delle
ong e le redazioni dei giornali indipendenti – l’Egitto si è aggiudicato un
posto tra i primi dieci paesi destinatari di licenze individuali italiane di
esportazione.
Nel 2019
l’andazzo è simile: «L’Italia ha
continuato a fornire sistemi militari e armi leggere all’Egitto anche dopo
l’omicidio di Giulio Regeni – spiega al manifesto Giorgio Beretta, analista
dell’Osservatorio sulle armi leggere Opal – Nel 2019, da gennaio a ottobre,
sono state spedite al Cairo “armi leggere” per oltre 1,5 milioni di euro, per
la gran parte dalle province di Brescia e Pesaro-Urbino, sede di storiche
aziende di armi».
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