Può essere che ricordi male, ma gli
sceneggiatori e i registi di Squadra Antimafia scrivono e girano la stagione
successiva quando ancora non è in onda o sta per andarci quella attuale. Ecco
perché non hanno tempo e modo di correggere certi errori e incongruenze. Che
così proseguono da una stagione ad un’altra.
Pertanto, anche questa settima stagione è
iniziata con gli immortali, con le budella fuori e con Calcaterra immune da setticemia,
per non dire altro. Come già scritto l’anno scorso: ok che è fiction ma che
centra la finzione con l’approssimazione?
Mi tocca
comunque prendere atto che stiamo andando verso la fantascienza,
ma..vivaddio….
E’ mai possibile che uno che fa il palo per
il clan dei Maglio, arrivi con la moto, la parcheggi, non si guardi manco
intorno (del resto…i pali fanno così) perché se girasse di mezzo grado l’occhio
vedrebbe una macchina. E allora? Allora c’è che nella macchina ci stanno delle
persone. Tu che fai il palo, che aspetti che arrivano i killer, non ti guardi
manco intorno per vedere se c’è qualcuno che può vedere. Non foss’altro perché devi
sparare anche ai testimoni. Sarà che sono perfezionista, ma certe scene fanno
ridere.
Allora...
Posto che siamo nella fantascienza e ci
rimarremo per i motivi detti all’inizio: gli sceneggiatori scrivono la serie
successiva con troppo anticipo e così non hanno modo di apportare “correzioni
in corsa”, la seconda puntata qualcosa ha dimostrato…
Alla fine della prima puntata, sparano in
testa a Calcaterra. Poiché si sa che Marco Bocci non ci sarà nell’ottava
stagione, secondo quanto da lui dichiarato in un’intervista a TV Sorrisi e
Canzoni, e che la sua presenza in questa settima stagione sarà più defilata,
che sei portato a pensare? Che Calcaterra lo lascino in coma per tutta la
puntata e che la visita di Rosy Abate avvenga negli ultimi minuti.
E invece no. Calcaterra esce dal coma
praticamente nei primi minuti, e subito nei primi minuti gli sceneggiatori si
giocano la visita in ospedale di Rosy Abate. Ovviamente, quando Calcaterra è ancora in
coma e senza che Rosy entri nella stanza dove lui è ricoverato. Questo
significa che, se gli sceneggiatori non sono del tutto rimbambiti, l’incontro
tra Calcaterra e Rosy è rimandato.
I primi minuti con Giulia Michelini-Rosy
Abate che prega per Domenico e lo va a trovare in ospedale, con tanto di flash
back che, se gli sceneggiatori non sono del tutto rimbambiti, non sono scelti
per caso, stanno a dimostrare che Squadra Antimafia
sono Rosy Abate e Calcaterra con l’aggiunta di Paolo Pierobon-De Silva, anche
lui ascrivibile agli immortali.
Sappiamo che ci vuole tempo e, soprattutto,
un po’ di estro, di forma creativa, per creare feeling tra gli spettatori e i
nuovi personaggi, ma l’”ossatura” di Squadra Antimafia sono quei tre.
A questo punto, una domanda mi sorge
spontanea: se togli quelle scene iniziali con Rosy che prega e che va a trovare
Calcaterra – scene interpretate da
Giulia Michelini, come sempre, in modo impeccabile – che resta della
seconda puntata? Se chi è davanti allo schermo sapesse che dopo quelle scene
non ve ne sono altre, quanto tempo passerebbe prima di cambiare canale o di
avere un abbiocco?
Preso atto che senza i tre personaggi-interpreti
sopra menzionati non c’è appeal, non resta che sperare che gli sceneggiatori –
compatibilmente con le scelte professionali di Bocci e Michelini, di cui non
sono certo responsabili – abbiano fatto un uso appropriato della loro presenza
in Squadra Antimafia 7. Non solo nel numero delle scene. Nel dove collocarle.
Nel loro contenuto.
Perché il rischio è che, se anche metto un
bello al posto di un bello (Giulio Berruti), usciti di scena Bocci e Michelini
e man mano altri personaggi presenti da più stagioni, il pubblico se ne vada.
Cioè, diversamente dal palo dei Maglio, che
non si gira se no vedrebbe un'auto con due a bordo, il pubblico si giri
indietro e dica: by by, vado a rivedermi le prime cinque stagioni di Squadra
Antimafia.
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