da: Il
Fatto Quotidiano
Pop
Vicenza come Mps, a Bankitalia gli scandali li scoprono sui giornali
Vigilanza
bancaria. Era noto da almeno 7 anni: nel 2008 il primo esposto alla procura
dell’Adusbef. Ma in tutto questo tempo gli ispettori non hanno mai notato
niente di strano.
C’è
voluta la firma della Bce per sapere ai 117 mila soci che la Popolare ha
prestato 975 milioni ai clienti da investire su sue azioni.
di Giorgio Meletti
La storia della
Banca Popolare di Vicenza è uguale a tante che l’hanno preceduta. Ricordate
Tercas, Banca Marche, Popolare di Milano, Carige e, soprattutto, Monte dei
Paschi?
Sempre lo stesso
copione. Rovinati dalla crisi, i padri-padroni delle un tempo ricche banche
locali e globali non sanno più come occultare le follie con cui per anni hanno
costruito il loro potere distribuendo favori. Per qualche anno la casta dei
sedicenti banchieri riesce anascondere le sue porcherie con porcherie ancora
più grosse. Poi scoppia il bubbone e scatta la domanda: dov'era la Banca
d'Italia? Il caso di Vicenza è esemplare di come funziona la vigilanza di
Bankitalia. E difficile capire se all'origine di tanta lentezza ci siano
l'omertà
collettiva o dei singoli o la farraginosità delle regole. Fatto sta
che qualunque banchiere può fare il comodo suo per anni prima che la Banca
d'Italia se ne accorga.
Venerdì scorso la
Banca Popolare di Vicenza (Bpvi), presieduta da 20 anni dal noto vinificatore
Gianni Zonin, ha comunicato che nei primi sei mesi del 2015 ha perso oltre un
miliardo di euro e che adesso dovrà chiedere agli azionisti 1,5 miliardi di
aumento di capitale per evitare il fallimento o il commissariamento. E che nel
corso di un'ispezione della Bce, a cui da poco è passata la vigilanza sulle
banche più grandi, sièscopertochelabanca ha prestato ai suoi clienti 975
milioni di euro per comprare azioni della banca stessa. Le azioni di Bpvi
valgono 4 miliardi. Quindi un quarto del capitale è finanziato dallabanca, cosa
vietata dalla legge.
Bankitalia fa sapere
che i suoi ispettori hanno "notato" l'anomalo fenomeno nell'estate
2014, e che da quel momento è iniziata la procedura che ha richiesto un anno
perché i 117 mila soci della Popolare venissero informati. Nel 2013 la Bpvi era
già stata ispezionata per mesi, magli ispettori di Palazzo Koch non hanno
"notato" niente. I casi sono due. O Zonin ha prestato tutti i 975
milioni per comprare azioni della sua banca nel 2014, oppure nel 2013 gli ispettori
della Banca d'Italia erano distratti.
Proprio nel 2013
Zonin ha assunto con stipendio d'oro Gianandrea Falchi, ex capo della
segreteria particolare di Mario Draghi quando era governatore. Poi ha comprato
dalla Banca d'Italia un immobile a Vicenza. Il passaggio diretto di dirigenti
dall'istituto di vigilanza alla banca vigilata l'imbarazzante scena del
vigilante che vende palazzi al vigilato (a che prezzo?) suscita più di un
interrogativo.
Il 26 ottobre scorso
la Banca d'Italia ha reso noti i risultati del cosiddetto comprehensive
assessment, approfondita visita medica alle banche che stavano passando sotto
la vigilanzaeuropea. Secondo laBce, alla Popolare di Vicenza mancavano 223
milioni di capitale, ma Zonin poche ore prima del verdetto riunì il cda e fece
deliberare la conversione in azioni di obbligazioni per 253 milioni. Con grandi
riflessi la Banca d'Italia riuscì a includere la guarigione in extremis di Bpvi
nel comunicato ufficiale. Ora la banca di Vicenza, dichiarata sana a ottobre,
ha scoperto in soli otto mesi di avere bisogno di altri 1,5 miliardi. Sorge il
sospetto che il comprehensive assessment sia stato davvero comprensivo con
Zonin. Allora sembrava il salvatore della patria: è in crisi la Popolare
dell'Etruria? LaBpvi si candida all'acquisto. Va in difficoltà Veneto Banca?
Subito si parla di "aggregazione" con Zonin. E Bankitalia benedice
silenziosa.
La verità è che il
bubbone era noto da anni. Nel 2008, sette anni fa, il presidente dell'Adusbef
Elio Lannutti (oggi autore di La banda d'Italia, Chiarelettere) presentò un
esposto alla procura di Vicenza sul fatto che Zonin aveva deciso di rivalutare
le azioni di Bpvi fino a 58 euro, valore fantasiosamente alto. La banca non è
quotata in Borsa, le azioni si pagano al prezzo deciso dall'assemblea dei soci,
e chi vuole rivendere deve aspettare che la banca gliele ricompri al prezzo che
decide lei. All'ultima assemblea, lo scorso 11 aprile, i soci hanno fatto la
fila perprotestare. Per convincere la Bce, a ottobre 2014 Zonin ha convcrtito obbligazioni
emesse nel 2013 che rendevano il 5 per cento in azioni che non rendono niente.
Poi all'assemblea le azioni, date in conversione a 62 euro, sono state
svalutate a 48 euro. Meno 23 per cento. Elabancadaalcunimesi non ricompra le
azioni. Sono diventate, come suoi dirsi, illiquide. Anche perché a 48 euro
fanno 4 miliardi in tutto, 1,3 volte il patrimonio netto (capitale più riserve
della banca) quando le banche paragonabili quotate valgono sempre meno del
patrimonio netto. E vero, era tutto scritto nel prospetto di collocamento delle
obbligazioni, centinaia di pagine che l'investitore medio non ha tempo di
leggere né cultura finanziaria per capire. Infatti su queste azioni illiquide e
sopravvalutate, la Consob ha aperto un'ispezione presso laBpvi,incorsoda4mesi.Egià
da prima sta indagando sulle modalità di collocamento delle azioni presso la
clientela. È scritto e testimoniato da anni che spesso la banca ha costretto i
clienti a comprare azioni sotto la minaccia di negare il finanziamento
richiesto. Ai soci inviperiti Zonin ha detto che devono "avere
pazienza".
Torniamo al 2008. L'esposto
di Lannutti viene ridicolizzato su un giornale locale simpatizzante di Zonin.
Il legale di Adusbef Lucio Golino ottiene la pubblicazione di una replica non
proprio diplomatica, in cui definisce “scandalosa” la gestione della banca affidata a “combriccole di amici (..) che
continuano a creare disastri (…) bruciando il risparmio di milioni di cittadini”.
Zonin ha denunciato Golino chiedendo 2,5 milioni di danni, ma nel 2012 il
Tribunale di Roma l'ha pienamente assolto. Si sapeva tutto. Ma alla Banca
d'Italia riflettevano sulla delicatezza del loro mestiere.
La
storia: Gianni Zonin presiede da 20 anni la Popolare di Vicenza.
Fino a pochi mesi fa è stato considerato fortissimo e sempre candidato da
Bankitalia come possibile salvatore di altre banche con i conti in disordine.
Le
cifre: 930, i milioni del cosiddetto avviamento con
cui era gonfiato nel bilancio il valore degli sportelli; adesso è sceso a 61
milioni. 48 euro, il prezzo dell’azione
Bpvi (fissato lo scorso aprile; era stato per anni fermo a 62 euro. 1,5 miliardi, la cifra che Zonin chiede
agli azionisti per evitare il fallimento o i commissari. 17%, la quantità dei crediti deteriorati
nei conti di Bpvi al 30 giugno. 703
milioni: il costo delle svalutazioni
sui crediti di difficile recupero registrate nei conti al 30 giugno.
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