da: Lettera 43
L'Italia
torna a spendere. Merito degli sgravi, dice Renzi. Ma la realtà è un'altra:
aumentano i prestiti del 24%. Così i cittadini si indebitano. E l'Erario
guadagna.
di Francesco
Pacifico
Da formiche a cicale. Da grandi
risparmiatori a spendaccioni in cerca di emozioni effimere.
Anche perché c'è chi (il mondo bancario) è disposto a sostenere questa tendenza e introdurre in Italia la stessa pericolosa abitudine che ha spinto l'America nella crisi più profonda dell'era moderna: vivere oltre i propri mezzi e comprare cio che non ci si può permettere.
Anche perché c'è chi (il mondo bancario) è disposto a sostenere questa tendenza e introdurre in Italia la stessa pericolosa abitudine che ha spinto l'America nella crisi più profonda dell'era moderna: vivere oltre i propri mezzi e comprare cio che non ci si può permettere.
CONSUMI IN CRESCITA DELLO 0,3%. Dietro
la ripresa del Pil nel secondo trimestre (+0,3% a livello mensile, +0,7 annuo)
ci sono soprattutto i consumi. Dopo circa tre anni le famiglie sono tornate a
spendere (+0,3 congiunturale) al punto che due terzi della ripresa è stata
sostenuta proprio dai loro acquisti.
In maniera così profonda che, scrutando i
dati dell'Istat, le importazioni (+2,2%) hanno superato le esportazioni (+1,2),
l'industria è rimasta al palo, l'agricoltura è crollata (-1,1), mantenendo in
positivo soltanto i consumi (+0,3), vista la 'domanda' di turismo e di altri
servizi alla persona.
IL JOBS ACT
INCIDE POCO. Secondo Matteo Renzi, dietro questa spinta, ci sono gli
interventi di natura fiscale presi finora, come il bonus da 80 euro e gli
sgravi per incentivare l'applicazione dei contratti a tutele crescenti, in
grado di creare nuova occupazione.
Ma i numeri - sia quelli dell'Istat sia
quelli generati dalle troppe fonti sul versante del lavoro - concordano che se
l'attività economica è stagnante, il Jobs Act sta (per ora) favorendo soltanto
stabilizzazioni.
Allora chi paga per i consumi? Parallelamente alla ripresa, si registra un'altra crescita: quella dei prestiti.
Allora chi paga per i consumi? Parallelamente alla ripresa, si registra un'altra crescita: quella dei prestiti.
AUMENTA IL CREDITO AL CONSUMO. L'Abi
ha calcolato nei primi sette mesi dell'anno un boom dei mutui dell'82%.
Ma non meno fragoroso è l'aumento delle erogazioni di credito al consumo: +24,3%.
Alla fine del 2014 l'indebitamento medio
degli italiani ha superato i 22 mila di euro, quasi il triplo rispetto a quanto
Bankitalia aveva registrato all'inizio del nuovo secolo.
Soprattutto fino all'anno scorso chi si
rivolgeva in banca o a una finanziaria lo faceva per chiedere un aiuto per
pagare vecchi debiti o per ottenere una rimodulazione del mutuo o una
surroga.Poi è arrivata l'inversione di tendenza.
Il
settore auto alla base della svolta
Alla base della svolta c'è soprattutto il
settore auto.
Le prime sono state le case tedesche,
grazie al rifanziamento a zero del sistema teutonico, poi tutte hanno stipulato
convenzioni con finanziarie e istituti pur di smaltire l'enorme invenduto, che
qualche anno fa aveva spinto Sergio Marchionne a chiedere alle Ue un
ammortamento sulle eccedenze.
VICINI I LIVELLI PRE-CRISI. Ma ha aiutato
non poco anche il bonus fiscale per la casa, che ha convinto gli italiani a
comprare mobili ed elettrodomestici, quanto a fare costosissime
ristrutturazioni alle proprie abitazioni. E tanto è bastato per far ripartire
il comparto.
Alle famiglie sono state concessi circa 4
miliardi di più rispetto all'anno scorso. A fine 2015 le erogazioni complessive
dovrebbero toccare i 55 miliardi di euro, non molto lontani dai 59 miliardi
finanziamenti prima che scoppiasse la crisi.
TASSI CONTENUTI. I tassi sono poi
alquanto contenuti (tra il 4 e il 7%), sfruttando il costo del denaro quasi a
zero. E questo tipo di prestiti si confà meglio alle nuove esigenze del sistema
bancario italiano, che ha sofferenze vicine ai 200 miliardi di euro: i rischi
sono minori perché di fatto a finanziarli è la Bce con i suoi programmi per
garantire liquidità a prezzi stracciati alle banche proprio per aumentare gli
impieghi; gli importi sono minimi; la temporalità dell'esposizione è a breve
termine. Un affare per tutti.
Ma l'affare lo sta facendo indirettamente
anche lo Stato. La capacità di spesa degli italiani ha avuto una flessione
netta sia per la fine degli aumenti contrattuali legati all'inflazione sia -
soprattutto - per l'introduzione di balzelli fiscali e patrimonali vari e più
meno malcelati, che spaziano dalla prima casa all'auto fino all'uso dei
telefonini o dei computer come ripetitori di audiovisivi.
DAGLI ELETTRODOMESTICI AL TABLET. Proprio
il credito al consumo ha spinto gli italiani a tornare a indebitarsi e a
comprare beni per migliorare la propria vita dopo tanti sacrifici e in
prospettiva di tempi migliori: prima l'auto, poi i mobili, quindi è venuto il
tempo delle vacanze o delle attrezzature per la scuola dei figli.
Nel suo ultimo rapporto gli analisti di Findomestic hanno calcolato che quest'anno il 16,5% degli italiani chiederà un prestito per cambiare gli elettrodomestici, il 24% dopo aver visto l'ultimo smartphone, il 14,3 per avere un tablet.
Nel suo ultimo rapporto gli analisti di Findomestic hanno calcolato che quest'anno il 16,5% degli italiani chiederà un prestito per cambiare gli elettrodomestici, il 24% dopo aver visto l'ultimo smartphone, il 14,3 per avere un tablet.
E intanto i consumi crescono. Il Pil e
l'Erario ringraziano.
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