da: http://pepe.blogautore.repubblica.it/
Per decine
di anni si è pensato che le prestazioni fornite dal Servizio sanitario
nazionale fossero tutte utili per
prevenire le malattie, per curarle. Adesso invece scopriamo che un certo numero, 208, non sono sempre necessarie.
Per molto tempo la sanità si è basata sui
livelli essenziali di assistenza, i Lea, ora invece viene fatto intendere che,
per tanti casi, si tratta di uno strumento desueto.
Per lunghi
mesi ci è stato poi raccontato che non si fanno tagli sulla salute, e invece
prima "scompaiono" 2,35 miliardi di euro dal Fondo nazionale 2015, in
seguito almeno 3 miliardi non entreranno nel "bilancio" 2016 (i
mancati aumenti o adeguamenti del Fondo sono tagli: almeno su questo non
prendiamoci in giro).
Una volta pensavamo che il colesterolo andava controllato ogni tanto, ora invece devono passare cinque anni prima di poterlo nuovamente misurare, ma nel frattempo un po' di grasso nelle vene si sarà sicuramente accumulato fino a comportare rischi seri per il paziente...
Una volta pensavamo che il colesterolo andava controllato ogni tanto, ora invece devono passare cinque anni prima di poterlo nuovamente misurare, ma nel frattempo un po' di grasso nelle vene si sarà sicuramente accumulato fino a comportare rischi seri per il paziente...
È
una strana idea di salute quella che sottintende alla politica del ministero,
deputato alla cura e alla prevenzione, e alle scelte del governo Renzi. Perché
il provvedimento interventista sulla presunta inutilità, sulla presunta non
necessità di 208 prestazioni, appare come una minaccia, come una punizione
annunciata. Che mette i camici bianchi con le spalle al muro, nelle condizioni
di lavorare poco serenamente; che costringe i cittadini a pagare di persona le
prestazioni che, a tavolino, d'imperio, si ritengono inappropriate (ben sapendo
che tanti utenti già oggi sono costretti a pagare di tasca propria quegli esami
- come la Tac - che hanno liste di attesa lunghissime). E che metterà nel dimenticatoio
la parola prevenzione.
Cerchiamo di essere più chiari: in sanità non mancano sprechi, dispersioni
di denaro pubblico, eccessi. Ma non
è questo il modo migliore - tagliando servizi e punendo i medici - per
risparmiare. Da quanto si parla di costi
standard che non vengono mai applicati sul serio? Quale lavoro è stato
fatto per limitare la corruzione nel settore, valutata intorno ai sei miliardi
di euro? Quante campagne di prevenzione sono state realizzate ben sapendo che
alla lunga porterebbero enormi vantaggi alle casse pubbliche? (Tra l'altro è
evidente che il provvedimento riguarda soprattutto i medici di famiglia,
ritenuti i primi responsabili delle prescrizioni inappropriate, visto che negli
ospedali sono già in vigore i cosiddetti Drg, Diagnosis Related Group, che in
pratica fissano dei limiti economici).
Comunque il progetto del ministero non
nasce all'improvviso. È figlio di una campagna
mirata al ridimensionamento del Ssn, alimentata
da analisi economiche sulla presunta non sostenibilità del sistema, quando
sappiamo che il nostro Fondo sanitario è al di sotto di quello di paesi
europei avanzati, ma sicuramente più organizzati, più efficienti. È figlio
delle politiche di austerità degli ultimi anni che hanno comportato una
forte riduzione della spesa pubblica. E qui c'è un paradosso o una stranezza:
il governo vuole voltare pagina e cancellare l'austerità, ma non nei confronti
della sanità. D'altronde se bisogna ridurre o tagliare le tasse, da qualche
parte vanno trovati i soldi. Probabilmente Renzi ha un braccetto più corto
dell'altro. Ma così facendo la salute dei cittadini diventa vittima
sacrificale.
Adesso che accadrà? È stato facile
prevedere che questo sarà l'autunno dello scontento del mondo della salute.
Però non ci sarà da attendere i prossimi
mesi, viste le immediate reazioni di tutti i sindacati medici e gli annunci di
mobilitazione generale proclamati dalla Fnomceo, la federazione degli Ordini
dei medici e degli odontoiatri.
Chissà se gli infermieri seguiranno.
Certamente si mobiliteranno anche le associazioni dei cittadini, che vedono in
questo provvedimento altri ticket mascherati.
Un fatto, a mio parere, appare chiaro: questo modo di agire evidenzia un'idea di
salute non propositiva, non costruttiva, rivolta al passato perché soprattutto
sanzionatoria.
guglielmpepe@gmail.com
@pepe_guglielmo
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