giovedì 8 aprile 2021

Von der Leyen, Natalia Aspesi: "Il silenzio dell’uomo che avrebbe dovuto essere alleato"

 


da: la Repubblica – di Natalia Aspesi

Forse pensavano che un ex premier e presidente del Consiglio europeo fosse più importante della presidente della Commissione europea. Forse pensavano che il divanone fosse più comodo per una signora. Forse pensavano che Charles Michel fosse duro d’orecchio. Resta il giallo delle poltrone: forse ne avevano solo due, forse all’ultimo la terza si era rotta. O forse…  

Ragazze, per un momento abbandonate le lamentazioni del catcalling maschilista e mettetevi nei panni di questa signora e delle donne in generale, quelle indifferenti ai fischi: neppure la sua carica politica di importanza mondiale la salva dalla donnità, cioè dall’essere ancora un secondo sesso? Mettiamo che in Turchia, arrivato Erdogan, le femmine siano diventate usa e getta (prima non lo erano), ma la Von der Leyen, tedesca, cristianodemocratica, medico, così importante, così plurimamma, così signora, così carina, la nostra Ursula, ex ministro della Difesa ed ex ministro della Famiglia e degli anziani e delle donne e della gioventù, attualmente curatrice di un immenso borsellino anti-crisi, sempre ben pettinata, meritava un simile trattamento? Eppure l’antipatico Erdogan l’aveva accolta all’ingresso del nuovo palazzo presidenziale con un paio di gesti ossequiosi degni del duca di Hastings; poi la scena tremenda, un momento di suspence del tipo che precede un delitto. L’Erdogan che mostra la poltrona al Michel che si siede immantinente mentre la signora col suo bel giacchino bordò resta in piedi, dimenticata, poi messa da parte sul colpevole divanone, a distanza notevole dai due chiaccherandi. Tanto che se fosse stata una delle nostre pervicaci lamentose, sarebbe scoppiata a piangere. Ma se si è una gran signora ai vertici europei, certo si sa nascondere qualsiasi disappunto, almeno al momento, con le telecamere accese.

Non so cosa sia successo dopo, se si sia rimediato in qualche modo, con pasticcini e rosolio, procurando alla signora un trono da sultano, avvicinandosi i due con le loro poltrone. O se invece l’abbiano lasciata lì a sorridere, con la voglia elegantemente repressa di alzarsi e schiaffeggiarli, i due maschi continuando tra loro a tramare sulle sorti dei 3 milioni e 600mila siriani rifugiati in Turchia, senza chiederle un parere. Il giallo sarà risolto al più presto. Immediate intanto le proteste da tutte il mondo gentleman, e «la Commissione si aspetta di essere trattata secondo il protocollo adeguato» e «qualcuno dovrebbe vergognarsi per la mancanza di un posto adeguato» e tanti a prendersela con l’imbranato Michel che «doveva andarsene» o «cedere il posto alla signora» e che invece «non ha mosso un dito». Qualcuno ha rievocato l’ultimo attacco di Erdogan alle donne — ha fatto uscire il Paese dalla convenzione di Istanbul contro la violenza — per dire che il suo è stato un gesto premeditato, un segnale per le turche. Poi si sa c’è sempre qualcuno che casca nella famosa parità di genere, e forse non è il caso, con il paternalistico «le donne meritano lo stesso riconoscimento dei colleghi maschi». Davvero?!!!

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