Il talk della Panella ospita ogni giorno varie specie di esperti che la conduttrice interrompe spesso con quella sua vocina da potenziale mezzo soprano. Ciò premesso, la Panella sa anche fare delle domande, meglio di quanto non faccia l'ex dell'ex commissario alla pandemia Arcuri...
Tra le varie specie di esperti con cui ama collegarsi la Panella: utili virologi, qualche "primadonna" della virologia (Bassetti), "illustri" giornalisti. Da Ovetto De Angelis a Borgonovo a.......Claudio Brachino.
Brachino deve la sua fama a un filmato nel quale si "pedinava" il giudice Mesiano. Il filmato fu mandato in onda nel programma Mattino 5 di Mediaset nel lontano 2009. Un servizio che qualifica la sua professionalità e autorevolezza. Dev'essere per questo che è spesso ospite nel talk di La7 tra uno spot pubblicitario di 6 minuti ogni 20 minuti (sì...vabbè...La 7 non ha il canone).
Ah....perchè La7 non affida un programma tutto suo a Brachino. Perchè lasciare il trash solo a Giletti...
Ma vediamo di ricordare cosa fece Brachino nel lontano ottobre 2009. Così scriveva Repubblica:
"Pochi minuti sulla vita privata del magistrato che, non più tardi di due settimane fa, ha condannato il gruppo Fininvest a risarcire alla Cir di Carlo De Benedetti 750 milioni di euro, per lo "scippo" di Segrate: il lodo sul controllo del pacchetto azionario della Mondadori che si è risolto nel 1990 a favore del gruppo Fininvest in cambio di mazzette versate ad alcuni giudici romani.
Il
video ritrae di nascosto l'interessato, mentre esce di casa, passeggia per le
vie di Milano, attende il proprio turno dal barbiere. "Nel suo weekend -
spiega la voce narrante nell'illustrare le presunte "stravaganze" di
Mesiano - lontano dalle scartoffie del tribunale e dagli impegni istituzionali,
sveste la toga e si cala nei panni del comune cittadino. Certo, non un
cittadino qualunque", spiega una voce femminile. E mentre lo spettatore
pregusta scene clamorose o perlomeno inconsuete, ecco che lo zoom inquadra
Mesiano fermo al semaforo.
La giornalista, per non deludere l'attesa dello spettatore, chiosa: "Alle
sue stravaganze in
realtà siamo ormai abituati". Quali? A cosa allude? Il filmato prosegue con il giudice davanti alla bottega del barbiere. Qui, sempre secondo la cronaca televisiva, "è impaziente e non riesce a stare fermo. Avanti e indietro... ". Atteggiamento considerato anomalo, tanto da ribadire il concetto: "È impaziente, non riesce a stare fermo: avanti e indietro". E poi ancora, in maniera insistente: "Si ferma, aspira la sua sigaretta e poi ancora avanti e indietro".
Le
immagini si soffermano sul giudice seduto sul seggiolone del barbiere, con la
schiuma da barba sul viso. Il reporter commenta: "Forse non sa ancora che
il Csm lo sta "promuovendo" con un bel sette, che per un magistrato
equivale a un 30 e lode universitario". Il riferimento è alla promozione
ottenuta da Mesiano, due giorni fa, dal Csm.
Un naturale avanzamento di carriera in base all'anzianità. "Lui va avanti
e indietro", ripete, ancora, la giornalista. Poi, poco prima di concludere
il servizio, la scena cambia e si concentra su "un'altra stranezza:
guardatelo seduto su una panchina. Camicia, pantalone blu, mocassino bianco e
calzino turchese. Di quelli che in tribunale non è proprio il caso di
sfoggiare".
Si torna in studio. E il conduttore sottolinea come dal video emerga come "tra la stravaganza del personaggio e la promozione del Csm, c'è qualcosa che non funziona". Il nesso sfugge, ma subito dopo è il condirettore de il Giornale, Alessandro Sallusti, a chiarire meglio il concetto, perché, per chi non se ne fosse ancora accorto, quello che sarebbe emerso "non è soltanto una questione di stravaganza fisica".
E
no. Le strane attitudini del giudice che ha condannato a un maxirisarcimento il
gruppo Fininvest, si spostano anche sulle sue "stravaganze
professionali", rimarca Sallusti ricordando come, scavando nel passato di
Mesiano, si sia scoperto che, in una causa tra vicini di casa per un tubo rotto
in un appartamento, "questo giudice continui a rinviare il caso di anno e
anno, fissando la prossima udienza nel 2011". "Non c'era alcuna
malizia - ha spiegato ieri Claudio Brachino -, ma solo il senso televisivo di
dare un volto a un personaggio che la
gente non conosceva di persona".
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