L’aula del Senato ha approvato con 208 voti a favore, 33 astenuti, tra i quali i senatori di Fratelli d’Italia, e nessun contrario l’ordine del giorno unitario che impegna il governo “ad avviare tempestivamente mediante le competenti istituzioni le necessarie verifiche al fine di conferire a Patrick Zaki la cittadinanza italiana”. Presente in aula anche Liliana Segre.
L'aula del Senato ha approvato con 208 voti a favore, 33 astenuti, tra i quali i senatori di Fratelli d'Italia, e nessun contrario l'ordine del giorno unitario che impegna il governo "ad avviare tempestivamente mediante le competenti istituzioni le necessarie verifiche al fine di conferire a Patrick George Zaki la cittadinanza italiana".
Inizialmente erano state presentate due mozioni, una del Pd e l'altra di M5s, che sono poi confluite in un unico ordine del giorno. A chiedere la mozione a favore del ricercatore egiziano dell'Università di Bologna, detenuto dal 7 febbraio 2020 in carcere in Egitto, è stato il democratico Francesco Verducci. Presente in aula anche Liliana Segre.
"C'è qualcosa nella storia di Patrick Zaki che prende in modo particolare – ha sottolineato Segre – ed è ricordare quando un innocente è in prigione. Questo l'ho provato anch'io e sarò sempre presente, almeno spiritualmente quando si parla di libertà".
Giorgia Meloni ha invece giustificato la decisione di astenersi dal votare l'ordine del giorno
dicendo: "Siamo molto solidali con Zaki, ma sono convinta che un'ingerenza tale del Parlamento italiano non lo aiuti". L'attribuzione della cittadinanza italiana a Zaki è una misura simbolica, "priva di effetti pratici a tutela dell'interessato", ha precisato poi la sottosegretaria agli Affari esteri Marina Sereni intervenendo nel corso della discussione. "Anche alla luce del diritto e dei principi internazionali, – ha spiegato – l'Italia incontrerebbe infatti notevoli difficoltà a fornire protezione consolare al giovane, essendo egli anche cittadino egiziano, poiché prevarrebbe la cittadinanza originaria, principio applicato peraltro dall'Egitto in maniera particolarmente stringente".L'ordine del giorno approvato oggi stabilisce anche che lo Stato italiano deve "intraprendere tempestivamente ogni ulteriore iniziativa presso le autorità egiziane per sollecitare l'immediata liberazione" dello studente egiziano, valutando la possibilità di utilizzare gli "strumenti previsti dalla Convenzione delle Nazioni unite contro la tortura" e continuare a "monitorare, con la presenza in aula della rappresentanza diplomatica italiana al Cairo, lo svolgimento delle udienze processuali a carico di Zaki e le sue condizioni di detenzione". Proprio a tal proposito Michela Montevecchi, senatrice del Movimento 5 Stelle e Vice Presidente della Commissione Istruzione Pubblica e Beni Culturali di Palazzo Madama, ha commentato: "Sebbene conferire la cittadinanza a Patrick sia un gesto di alto – e importantissimo – valore simbolico, ho voluto presentare la mozione, appoggiata da tutto il M5S, per impegnare il Governo a un ulteriore passo perché il nostro obiettivo resta la liberazione di Patrick Zaki. Con il mio documento – confluito in un unico odg assieme a quello sulla cittadinanza giacché le due strade non si contrappongono ma anzi si completano – chiediamo che si valuti di utilizzare gli strumenti previsti dalla Convenzione Onu contro la tortura o altri trattamenti crudeli, inumani i degradanti del 1984, perché questa è, come è stato individuato anche da professori ed esperti di diritto internazionale, l'unica via giuridica concreta per intraprendere il percorso pacifico che porti alla risoluzione del caso e alla liberazione di Patrick. Non solo: mi preme che l'Italia si faccia promotore attivo all'interno di consessi internazionali come il G7 del tema del rispetto dei diritti umani e della tutela dei difensori di questi diritti, poiché i diritti le libertà individuabili sono diritti non negoziabili a fondamento di tutte le nostre relazioni e dell'Europa stessa".
Zaki,
attualmente detenuto nel carcere del Cairo, in Egitto, è stato arrestato nel
2020,
mentre tornava dall'Italia per fare visita alla sua famiglia, con l'accusa di
terrorismo e diffusione di notizie false tramite social. Lo scorso 6 aprile i
giudici egiziani hanno prolungato per l'ennesima volta di 45 giorni la sua
detenzione. La legale dell'attivista, Hoda Nasrallah, ha sottolineato che è
stata inoltre respinta la richiesta, presentata dalla difesa, di un cambio del
team di giudici che seguono il caso.
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