mercoledì 9 novembre 2011

Voto elezioni europee e amministrative: nulla cambia per Silvio Berlusconi


9 giugno 2009

Non c’è più niente, niente, niente...No. Non sto cantando Briciole della sola Noemi degna di nota (e che vale), cioè Veronica Scopelliti all’anagrafe, ma sto per fare qualche considerazione sui risultati elettorali.
Non c’è più niente, niente, niente di noioso e insulso dei commenti dei partiti, dei leaders, dei portaborse, degli zerbini, dagli exit poll ai risultati effettivi. Vi risparmio la cronaca. Stra-abbonda e mi provoca un attorcigliamento ovarico che vorrei risparmiarvi.
E allora. Iniziamo con la matematica applicata alla politica. Cominciamo dai fatti, dalle certezze inconfutabili. Dai numeri.

Non so a casa vostra, ma a casa mia 35 + 10 fa 45. E poichè la maggioranza dei voti convenzionalmente e civilisticamente si ottiene con il 50% dei voti + 1, il centro destra non ha la maggioranza. Per meglio dire: non ha ottenuto la maggioranza dei voti rispetto al numero dei votanti. Ma poichè contano gli elettori che votano, il centro-destra non è maggioranza nel paese.

Altro numero. La percentuale degli elettori che hanno votato per le europee è del 66,5 contro il 72,88 delle elezioni politiche dello scorso anno. E’ vero che quest’ultima votazione raccoglie un’affluenza mediamente ampia, ma la differenza è troppo elevata per essere ignorata.
In sintesi, ecco le percentuali di voti dei principali partiti:
Pdl 35,3%
Pd 26,1%
Lega nord 10,2%
Idv 8,0%
Udc 6,5%
Prc-Pdc, Sinistra e Libertà, Lista Pannella-Bonino, Mpa-La destre non sono arrivati alla soglia minima del 4% quindi sono fuori dal Parlamento Europeo.
Facendo il confronto con i risultati ottenuti alle politiche dell’aprile 2008, i numeri sono questi: il Pdl aveva ottenuto il 37,4% dei voti, quindi, è a - 2 punti in percentuale. Il PD aveva il 33%, quindi è a - 7 punti percentuali. La Lega Nord aveva l’8,3%, quindi è a + 2 punti percentuali e rispetto alle precedenti elezioni europee raddoppia.
L’Idv di Di Pietro aveva il 4,4%, quindi ha quasi raddoppiato i voti ottenuti alle precedenti elezioni.

Secondo gli addetti ai lavori, i professionisti della politica e del giornalismo, Silvio Berlusconi agognava di arrivare al 45%. Non solo non ci è arrivato ma ha perso il 2%, la stessa percentuale che ha invece guadagnato la Lega. Sicuramente può - in base alla matematica - gridare vittoria Di Pietro. Che ha praticamente raddoppiato i voti.
Cosa vuole dire tutto questo? Che con buon pace di coloro che hanno “timidezza”, per non dire “vergogna” mista a “schifo” nel pronunciare la parola antiberlusconismo, è proprio l’antiberlusconismo ad essere premiato. Non solo con il voto a Di Pietro ma anche, con quello alla Lega. Il che vorrà pur dire qualcosa. Evidentemente, c’è una parte del paese, anche non di centro-sinistra, che inizia a nutrire una certa allergia verso il delirio di onnipotenza.
Quanto al PD, farebbe meglio ad evitare di stappare lo spumante. Ha perso 7 punti in percentuale, ma le dichiarazioni che sento e leggo sono quasi entusiastiche perchè hanno scampato il pericolo di scendere al 22%. Chi si contenta gode, o per meglio dire: mi rendo la vita più facile se penso da coglione.

Per quanto riguarda il risultato delle amministrative, Pdl e Lega ottengono 26 province, 15 di provenienza centro-sinistra. Il PD perde due regioni storicamente sue: Umbria e Marche, tiene Toscana ed Emilia-Romagna ma per le comunali di Bologna e Firenze va al ballottaggio.

Già domenica sera, pare che Silvio Berlusconi si sia lamentato con i suoi più “fedeli collaboratori”: “ho dovuto fare tutto da solo”.
Si lamenti con se stesso. Quando uno fa da solo, nominando, ospitando, mentendo, ignorando i problemi economici, evidentemente non convince. Oddio. Non che gli zerbini e lo zoccolificio dei quali ama circondarsi possano aiutarlo molto a raggiungere l’apoteosi di consensi per soddisfare ancor più il suo delirio di onnipotenza.

Comunque sia, per quanto mi consta, questi risultati non cambiano sostanzialmente nulla rispetto all’aprile del 2008. Che Silvio Berlusconi ottenga il 45% o solo il 35%, che si prenda più regioni, province o comuni o che li perda, la sua strategia non cambia.
Se avesse ottenuto il 45%, avrebbe sì rischiato di scoppiare per l’effetto di orgasmo multiplo e prolungato, ma, sopravvissuto per effetto di cure istantanee e per la visione dell’angelica e illibata Noemi, subito accorsa con papi e mamma biologica a Palazzo Grazioli, avrebbe dì lì a poco ripreso il suo progetto: sistemare i “conti in sospeso” con la magistratura, proseguire nello svuotamento democratico, continuare con leggi ad personam. Ignorare e non risolvere i problemi economici del paese.
Ottenendo invece il 35% alle europee, cioè meno del 2008 e di quanto i sondaggi commissionati quattro volte al giorno gli hanno fatto credere per mesi, non può che continuare nel medesimo progetto: sistemare i “conti in sospeso” con la magistratura, proseguire nello svuotamento democratico, continuare con leggi ad personam. Ignorare e non risolvere i problemi economici del paese.

Ergo. Tutto rimane - nella testa e nell’azione di Berlusconi - come prima. Tutt’al più, vi sarà qualcosina da sistemare all’interno del Pdl. Certo, se avesse potuto contare sulle sue veline al Parlamento...Beh..dovrà accontentarsi di continuare a vederle a Villa Certosa, a Palazzo Grazioli o in qualche altra sede “protetta”. 

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