9 giugno 2009
Non c’è più
niente, niente, niente...No. Non sto cantando Briciole della sola Noemi degna di nota (e che
vale), cioè Veronica Scopelliti all’anagrafe, ma sto per fare qualche
considerazione sui risultati elettorali.
Non c’è più
niente, niente, niente di noioso e insulso dei commenti dei partiti, dei
leaders, dei portaborse, degli zerbini, dagli exit poll ai risultati effettivi.
Vi risparmio la cronaca. Stra-abbonda e mi provoca un attorcigliamento ovarico
che vorrei risparmiarvi.
E allora. Iniziamo
con la matematica applicata alla politica. Cominciamo dai fatti, dalle certezze
inconfutabili. Dai numeri.
Non so a casa
vostra, ma a casa mia 35 + 10 fa 45. E poichè la maggioranza dei voti
convenzionalmente e civilisticamente si ottiene con il 50% dei voti + 1, il
centro destra non ha la maggioranza. Per meglio dire: non ha ottenuto la
maggioranza dei voti rispetto al numero dei votanti. Ma poichè contano gli elettori
che votano, il centro-destra non è maggioranza nel paese.
Altro numero. La percentuale degli elettori che
hanno votato per le europee
è del 66,5 contro il 72,88 delle
elezioni politiche dello scorso anno. E’ vero che quest’ultima
votazione raccoglie un’affluenza mediamente ampia, ma la differenza è troppo
elevata per essere ignorata.
In sintesi, ecco
le percentuali di voti dei principali partiti:
Pdl 35,3%
Pd 26,1%
Lega nord 10,2%
Idv 8,0%
Udc 6,5%
Prc-Pdc, Sinistra
e Libertà, Lista Pannella-Bonino, Mpa-La destre non sono arrivati alla soglia
minima del 4% quindi sono fuori dal Parlamento Europeo.
Facendo il
confronto con i risultati ottenuti alle politiche dell’aprile 2008, i numeri
sono questi: il Pdl
aveva ottenuto il 37,4%
dei voti, quindi, è a - 2
punti in percentuale. Il PD aveva
il 33%, quindi è a - 7 punti percentuali. La Lega Nord aveva l’8,3%, quindi è a + 2 punti percentuali e rispetto
alle precedenti elezioni europee raddoppia.
L’Idv di Di Pietro aveva il 4,4%, quindi ha quasi raddoppiato i voti ottenuti
alle precedenti elezioni.
Secondo gli
addetti ai lavori, i professionisti della politica e del giornalismo, Silvio Berlusconi agognava di arrivare al 45%. Non
solo non ci è arrivato ma ha perso il
2%, la stessa percentuale che ha invece guadagnato la Lega. Sicuramente può
- in base alla matematica - gridare
vittoria Di Pietro. Che ha praticamente raddoppiato i voti.
Cosa vuole dire
tutto questo? Che con buon pace di
coloro che hanno
“timidezza”, per non dire “vergogna” mista a “schifo” nel pronunciare la parola antiberlusconismo, è proprio l’antiberlusconismo ad essere premiato. Non
solo con il voto a Di Pietro ma anche, con quello alla Lega. Il che vorrà pur
dire qualcosa. Evidentemente, c’è una parte del paese, anche non di centro-sinistra,
che inizia a nutrire una certa allergia verso il delirio di onnipotenza.
Quanto al PD, farebbe meglio ad evitare di
stappare lo spumante. Ha perso 7
punti in percentuale, ma le dichiarazioni che sento e leggo
sono quasi entusiastiche perchè hanno scampato il pericolo di scendere al 22%.
Chi si contenta gode,
o per meglio dire: mi
rendo la vita più facile se penso da
coglione.
Per quanto
riguarda il risultato delle amministrative, Pdl e Lega ottengono 26 province,
15 di provenienza centro-sinistra. Il PD perde due regioni storicamente sue:
Umbria e Marche, tiene Toscana ed Emilia-Romagna ma per le comunali di Bologna
e Firenze va al ballottaggio.
Già domenica sera,
pare che Silvio Berlusconi
si sia lamentato con i suoi più “fedeli collaboratori”: “ho dovuto fare tutto da solo”.
Si lamenti con se
stesso. Quando uno fa da solo, nominando, ospitando, mentendo, ignorando i
problemi economici, evidentemente non convince. Oddio. Non che gli zerbini e lo
zoccolificio dei quali ama circondarsi possano aiutarlo molto a raggiungere
l’apoteosi di consensi per soddisfare ancor più il suo delirio di onnipotenza.
Comunque sia, per
quanto mi consta, questi risultati
non cambiano sostanzialmente nulla rispetto all’aprile del
2008. Che Silvio Berlusconi ottenga
il 45% o solo il 35%, che si prenda più regioni, province o
comuni o che li perda, la sua
strategia non cambia.
Se avesse ottenuto
il 45%,
avrebbe sì rischiato di scoppiare per l’effetto di orgasmo multiplo e
prolungato, ma, sopravvissuto per effetto di cure istantanee e per la visione
dell’angelica e illibata Noemi, subito accorsa con papi e mamma biologica a
Palazzo Grazioli, avrebbe dì lì a poco ripreso il suo progetto: sistemare i “conti in
sospeso” con la magistratura, proseguire nello svuotamento democratico,
continuare con leggi ad personam. Ignorare e non risolvere i problemi economici
del paese.
Ottenendo invece
il 35% alle europee, cioè meno del 2008 e di quanto i sondaggi
commissionati quattro volte al giorno gli hanno fatto credere per mesi, non può
che continuare nel medesimo progetto:
sistemare i “conti in sospeso” con la magistratura, proseguire nello
svuotamento democratico, continuare con leggi ad personam. Ignorare e non
risolvere i problemi economici del paese.
Ergo. Tutto rimane
- nella testa e nell’azione di Berlusconi - come prima. Tutt’al più, vi sarà
qualcosina da sistemare all’interno del Pdl. Certo, se avesse potuto contare
sulle sue veline al Parlamento...Beh..dovrà accontentarsi di continuare a
vederle a Villa Certosa, a Palazzo Grazioli o in qualche altra sede
“protetta”.
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