mercoledì 9 novembre 2011

Il sistema B2: Berlusconi e Bertolaso, il non governo del paese


15 febbraio 2010

Ho letto, mentre ero sull’autobus due o tre risposte di Bertolaso alle domande poste da Eugenio Scalfari su la Repubblica del 14 febbraio. E mi è venuto immediatamente da sorridere. Sono quindi passata a leggere Scalfari. Ed ho trovato esattamente ciò che pensavo ci fosse. Non gli sono certo sfuggite alcune caratteristiche del numero 2 in Italia.
Ho sorriso, perchè mi diverte constatare che una certa abilità dialettica è rara. E, allora, quandoè assente, prima o poi....l’asino casca.
Sia chiaro, Bertolaso parla e scrive con proprietà di linguaggio ma...si svela. Svela la sua mentalità, i suoi obiettivi. Con “candore”. Ovviamente, al marpione Scalfari la cosa non è sfuggita.

Più in generale, prima e dopo questo scambio di domanda/risposta, ciò che mi colpisce in questa nuova vicenda del berlusconismo - perchè ancora di questo si tratta - è che ci sono personaggi e situazioni inquietanti.

Assolutamente “inquietante” che in questo paese tutto ormai passi tramite la Protezione Civile. Il braccio “armato” di Silvio Berlusconi.
Il presidente del Consiglio, nella sua azione (?) di governo non pensa a riforme strutturali, accompagnate da provvedimenti tattici, cioè “usa e getta”, perchè le prime hanno tempi medio-lunghi di realizzazione e nel frattempo bisogna mettere una “toppa” alle criticità.
Il suo egocentrismo esasperato, la sua convinzione di essere l’uomo della Provvidenza, lo porta però a voler dimostrare di essere l’”uomo del fare”, colui che mantiene le promesse e in breve tempo realizza quanto altri non riuscirebbero a fare, e, inoltre, vuole guadagnarsi una reputazione internazionale, sputtanata da...puttane (con tutto il rispetto per coloro che esercitano il mestiere più antico del mondo). E così ha deciso di affidare qualsiasi evento, qualsiasi azione di intervento pratico - non solo situazioni specifiche che richiedono necessariamente la gestione con strumenti e norme rapide - ad un solo uomo: Guido Bertolaso, ad una sola organizzazione: la Protezione Civile.

Ecco perchè, vuole trasformarla in S.p.A. Un’azienda  formalmente privata, ma, guarda un pò il cabarettista mago Silvio che fa: che usa soldi pubblici. I soldi di noi che paghiamo le tasse. Un tipo di azienda che potrà essere più snella ed efficiente perchè fuori dal contesto normativo, indubbiamente complesso e non funzionale, che attiene alla gestione della cosa pubblica. Ma un’azienda che, fuori da un contesto normativo che chiede indubbiamente di essere rivisto, è esclusa da alcuni controlli. Del resto, si sa, Silvio Berlusconi non ama rendere conto di ciò che fa. Non è forse l’uomo mandato dalla Provvidenza?

Ci viene chiesto di accettare che, in nome di una efficienza manifestata in occasione di eventi tipici da Protezione Civile ma, ancora da dimostrare nello svolgimento più generale di eventi che sono invece ordinari o, se straordinari, hanno in sè le caratteristiche, i tempi e le modalità per non coinvolgere strutture di pronto intervento e sistemazione, si affidi ad un solo uomo, ad una sola organizzazione la gestione del “fare”. Quale sia l’ambito del “fare” lo decide, di volta in volta, ‘a piacerem’ Silvio Berlusconi.

E, comunque, tale presunta efficienza ed efficacia, si potrebbe garantire con un’impostazione decisionale e operativa che non rimanga ingabbiata e quindi incastrata nelle seghe normative (che arricchiscono caste con numerosi evasori quali: commercialisti, avvocati, consulenti vari, ecc..), nel rispetto di separatezza dei poteri, distinzione di ruoli, attuazione di controlli, trasparenza delle decisioni e dei processi di attuazione?
Io penso proprio di sì. Ma non è Silvio Berlusconi l’uomo che può riuscire in questo. Perchè non è uno Statista. Perchè non ha senso dello Stato. Perchè non ha senso della collettività. Perchè non governa. Annuncia. Confonde. Imbonisce. Distrae.
La sua incapacità è ampiamente dimostrata dalla sua (in)azione governativa, in tutti i momenti nei quali è stato presidente del Consiglio.

Io ritengo, che l’azione e gli obiettivi di un governo dovrebbero essere altri.
La Protezione civile deve avere indubbiamente mezzi e norme che le consentono di lavorare in tempi rapidi per risolvere situazioni di emergenza.
Nel contempo, un governo che non sia solo l’apoteosi del marketing, dell’annuncio giornaliero di decreti dei quali è difficile tenere il conto, capire quanti siano stati approvati, trasformati in legge e applicati, deve progettare riforme strutturali per un paese che crolla giorno dopo giorno, fatto di abusivismi, di condoni, di sperpero del denaro pubblico anzichè di uso per costruire, sistemare, correggere.
Un governo capace di governare deve spendere in maniera progettuale, deve anche trovare soldi per interventi “usa e getta” che sopperiscono alle necessità impellenti nell’attesa che si realizzino i progetti a medio-lungo. E’ solo ragionando, attuando progetti a medio-lungo termine che si migliora il paese, si crea lavoro, si riduce la spesa pubblica, perchè un sistema che funziona ha in sè la riduzione dei costi.

Questo è governare. Ergo: non è roba per Silvio Berlusconi. Ma non è roba neppure per l’”opposizione”.  Non esiste un’alternativa realistica, possibile.
Il che significa, purtroppo, che aumenterà la povertà, l’instabilità. E continuerà ad esserci una parte del paese che invece vivrà di rendita, si arricchirà ulteriormente. Perchè un paese che non cambia strutturalmente è un paese che va bene, che serve, che fa comodo, che piace, agli individualisti, agli evasori, agli abusivi (anche quelli che urlano e si strappano i capelli perchè gli demoliscono le case). A chi non ha senso del bene collettivo.
Infatti, il problema non è solo Silvio Berlusconi. E’ il berlusconismo. Filosofia di vita di troppi italiani.  

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