mercoledì 9 novembre 2011

Silvio Berlusconi: un piano preparato in due anni


2 settembre 2008

Nei due anni in cui è non è stato capo del governo, Silvio Berlusconi ha fatto tutto tranne che fare opposizione. Per quale motivo? Per la sua natura. Non è mentalmente strutturato per non stare al posto di comando, a gestire il paese come solo lui ritiene di saper fare.
Questo mi sembrava il motivo. Lo è. Ma, forse, non è il principale. O, comunque, non è il solo.

L’unico vero senso politico del fare opposizione è: pensare, proporre proposte alternative rispetto a ciò che attua il governo in carica qualora questo non sia ritenuto adeguato a gestire il paese.
Dall’aprile 2006 fino all’apertura ufficiale della campagna elettorale per le elezioni dell’aprile 2008, Berlusconi non si è certo contraddistinto per l’incisività nell’esporre proposte concrete alternative alle scelte del governo Prodi. Perchè non strutturato mentalmente, ma, mi viene da pensare da qualche mese a questa parte, perchè occupato a fare altro.
Silvio si è impegnato - e visti i primi mesi di governo lo ha fatto in maniera solerte - a pensare a quelle che sarebbero state le mosse politiche da attuare nel momento in cui avrebbe ripreso il posto di comando. Ha pensato non solo a quali dovevano essere le azioni del governo nei primi mesi, ma, soprattutto, a come presentarle al paese come scelte nell’interesse della collettività. Alcuni dei suoi collaboratori devono anche aver studiato, letto, ascoltato in giro ed essersi resi conto che esiste una parte di italiani non legata ideologicamente o opportunisticamente al centro-destra o al centro-sinistra, che aspetta risposte. Che è disposta a sacrifici e attese purché si analizzino e risolvano i problemi del paese. Federalismo o non federalismo. Sicurezza e solidarietà. Riforme degli apparati pubblici. Una parte di italiani diciamo: ragionevole. Che ha valori, modelli, persone di riferimento.
E, allora, Silvio si è posto l’obiettivo di catturare il consenso anche di questa parte di italiani, per soddisfare il proprio ego ma, soprattutto, per calcolo e strategia: presentare proposte confezionate in provvedimenti che avessero l’aura dell’interesse collettivo e magari ficcarle tra il lusco e il brusco in decreti/disegni di legge di impatto emotivo nei confronti dell’opinione pubblica anche se poco o nulla attinenti.

Si è applicato parecchio Silvio. Non c’è nulla di casuale, di lasciato all’improvvisazione nei primi quattro mesi del suo governo. Mentalmente organizzato, arrivato a risedersi sullo scranno di presidente del Consiglio, ha iniziato a regolare i conti in sospeso, pardon: ad affrontare e risolvere le priorità del paese - che è noto non sono salari e pensioni - prendendo a riferimento anche idee, proposte non provenienti da pensatori e politici del centro-destra (proposte già della Bicamerale di D’Alema, le idee di Falcone..).
Questo è successo. Questo sta succedendo. Questo riprenderà a succedere.

Berlusconi, con due anni di preparazione prima di rientrare come capo del governo, riprenderà a breve l’attuazione del suo piano d’azione, il progetto: “regolare i conti personali spacciandoli per interesse del paese”. Anzi, ha già ripreso. Lo ha fatto venerdì scorso commentando le intercettazioni pubblicate da una sua rivista - Panorama - riguardanti Prodi. La “solidarietà” non richiesta ma espressa a Prodi, gli serve per far riemergere all’attenzione dell’opinione pubblica l’argomento “intercettazioni telefoniche”. Uno degli argomenti che ha studiato nei due anni di non-opposizione. Uno degli argomenti che non vedeva l’ora di “affrontare” in quei due anni di esilio dalla stanza dei bottoni.
E’ arrivato il momento atteso. Silvio è pronto.

Sia chiaro, non si può disconoscere che una parte della magistratura possa fare un uso distorto dei suoi compiti con l’intento di togliere Berlusconi dallo scenario politico. Tra l’altro, una parte di magistratura che definire, idiota sarebbe eufemistico. Perchè vuole assumersi compiti che sono oltre che illegali, arroganti. Non può certo sostituirsi alle mancate leggi sul conflitto di interesse, né impedire alla maggioranza degli italiani di votare per Silvio Berlusconi.
Non può valere l’argomentazione di Di Pietro a supporto della magistratura accusata da Berlusconi e dalla sua stampa di accanimento - perchè apre fascicoli su fascicoli in capo all’attuale premier, ma, non produce altrettante condanne - che l’apertura di un’indagine non significa necessariamente la successiva incriminazione e condanna. Vero. Se però il numero delle indagini e dei processi ai quali è stato sottoposto Berlusconi produce rari rinvii a giudizio e rare condanne, c’è qualcosa che non funziona. Non le pare Di Pietro? Quanto meno, non si può negare a Berlusconi una certa rabbia e insoddisfazione. Quanto meno, gli si fornisce un alibi per fare la parte del perseguitato.
Non che non esista un uso inappropriato delle intercettazioni. Ma in uno Stato di Diritto (ahimè, oltre che allo stipendio mi interesso anche di queste banalità dei valori), in una democrazia efficace ed efficiente, il governo e il Parlamento che pensano e vogliono l’interesse del paese troverebbero soluzioni che impediscono un uso distorto di attribuzioni e competenze, anziché approvare provvedimenti che inibiscono, impediscono l’esercizio della propria mansione, del proprio ruolo, svolto nell’interesse della gestione della cosa pubblica, giustizia o altro che sia.

Silvio Berlusconi sta facendo il suo mestiere non bene. Benissimo. Gli italiani lo hanno voluto, gli italiani glielo permettono. E Veltroni che fa? Veltroni che tipo di opposizione ha intenzione di fare. Anche lui come Berlusconi intende usare gli anni di opposizione per pensare al piano d’azione da attuare quando - se mai succederà - vincerà le elezioni e governerà, oppure sta lavorando a idee, proposte che diano l’indicazione agli italiani di quale potrebbe essere - oggi - l’alternativa al governo di Silvio? Oppure: né l’una, né l’altra cosa?
A questo proposito, Bersani ha recentemente asserito che il PD aprirà la campagna autunno-inverno. Esporrà le sue idee per risolvere i problemi del paese.
Cazzo! (spiacente, non posso che usare il termine diretto e non il più grazioso solito sinonimo). Questa, sì, che una notizia. Questa, sì, che è una novità. E io che pensavo che Veltroni non avesse ad oggi presentato proposte alternative a quelle del governo perchè impegnato a studiare il piano di azione per quando siederà al posto di Silvio. Che Veltroni abbia capito che è tempo e fatica persa pensare a cosa fare quando sarà al governo? Perchè per arrivare ad essere presidente del consiglio bisogna vincere le elezioni. E le “idee”, “proposte” finora (in)espresse dal PD non lo porteranno certo a vincere le elezioni.  

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