mercoledì 9 novembre 2011

Macchietta politica: in “arte” Silvio Berlusconi


17 Marzo 2008

La macchietta politica: in “arte” Silvio Berlusconi

Il vizio ridicolo. Questa è una delle caratterizzazioni sceniche che nel teatro definiscono la macchietta.
La macchietta è anche una forma protagonistica dell’avanspettacolo, scuola di allenamento di parecchi artisti ma ormai sparita a causa del “nuovo” linguaggio della comicità.

Anche in politica abbiamo la macchietta. Al secolo Silvio Berlusconi. Il suo vizio ridicolo è quello di esternare quello che pensa e che ha intenzione di realizzare e di smentirlo o di asserire che è “stato frainteso”, quando non è stato manipolato dai media non schierati con lui, notoriamente al servizio dello stalinismo veltroniano.
Silvio Berlusconi ha il vizio ridicolo di esternare ciò che pensa senza mettere in conto le conseguenze e poi di fare marcia indietro o accusare gli altri di attribuirgli pensieri non suoi nel momento in cui si scatenano le reazioni. Non sempre mente. Anche le macchiette hanno delle pause. Nelle quali normalmente assumono un tono e uno sguardo malinconico. Qui, la nostra macchietta politica differisce da quella dell’avanspettacolo. Del resto quest’ultima è la scuola di futuri artisti. La nostra macchietta politica di artistico non ha nulla.
La sincerità la mostra quando afferma, in tema di pensioni, che era meglio la Maroni. Anzi, la Maroni era anche poco rispetto a quello che secondo lui serve al paese. Qui, lo si evince dal tono e dall’atteggiamento che esclude battute, che sta dicendo ciò che pensa. E quindi, immediatamente smentisce. Ma è la smentita della macchietta.
Lui pensa effettivamente che si debba lavorare molti più anni di quanto non abbia già previsto la riforma Maroni. Guardate lui, a più di 70 anni lavora ancora per il “bene del paese”. Ecco uno dei casi in cui, indipendentemente dal tipo di governo, di riforma pensionistica, si debba concedere il pensionamento. Non per lavoro usurante del soggetto. Gli usurati siamo noi. Che vorremmo un pò di decenza e non una pacchiana e ridicola, costante, presa per il sedere. Berlusconi dica ciò che pensa e che intende fare. Se vuole evitare fraintendimenti, poiché è un comunicatore, si esprima in modo tale da non creare equivoci. “Il paese ha bisogno di una riforma pensionistica anche diversa dalla Maroni ma non abbiamo intenzione di modificare in un anno ciò che recentemente è stato concordato e approvato”. Chi potrebbe equivocare, manipolare sentendo simili parole? L’intenzione della macchietta Berlusconi è quella di fare una riforma pensionistica più hard della Maroni durante i cinque anni del suo governo. Questo è ciò che pensa la nostra macchietta politica.
Un pensiero che dimostra ulteriormente la sicurezza di vincere le elezioni. Una simile affermazione sulle pensioni è quanto di più antipopolare esiste.  Deve ben essere sicuro di vincere per permettersi un’affermazione di intenzione che è peggio della tassazione dei Bot “ronzino di battaglia” dei comunisti.
Una simile intenzione, tra l’altro, penalizza il Nord più che il Sud. Infatti, Fini al sentire le affermazioni della macchietta a Cernobbio, non si è scomposto. Questo sembra dare ragione a chi ritiene - e sta nel centro-destra - che al Nord si lavora, al Sud no. Evidentemente lo pensa anche Fini. Contrariamente avrebbe un problema con il suo elettorato sudista.

Gli italiani, dal 13/4 al 14/4, devono decidere se farsi governare da una macchietta che pensa di fare il presidente del consiglio per cinque anni (a meno che Napolitano schiatti, nel qual caso si candida a presidente della Repubblica) e che in questi anni si farà, come in passato, le leggi su misura e ogni qualsiasi altra riforma a supporto del suo gruppo d’affari. Forse anche qualche misura non propriamente popolare. Cosa non peccaminosa, né sbagliata per definizione. E’ come si arriva a definire, scegliere, stabilire cosa serve e come che conta. E se tutto questo è gestito da una macchietta, gli italiani sappiano che Silvio Berlusconi non è Totò. Totò nel suo mestiere era un artista. Uno che del vizio ridicolo ha fatto un'arte. Non uno che si rende ridicolo ad ogni smentita e accusa di manipolazione del suo reale, effettivo pensiero.

Gli italiani decideranno di farsi rappresentare da una macchietta? Probabile ma non certo. E, comunque, non è detto che questa volta governi per cinque anni. Si è tolto dalle palle Casini ma sarà Fini a presentargli le condizioni. E in quei momenti, rimpiangerà di non aver dato retta a Veltroni. 

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