17 Marzo 2008
La macchietta
politica: in “arte” Silvio Berlusconi
Il vizio ridicolo. Questa è una
delle caratterizzazioni sceniche che nel teatro definiscono la macchietta.
La macchietta è
anche una forma protagonistica dell’avanspettacolo, scuola di allenamento di
parecchi artisti ma ormai sparita a causa del “nuovo” linguaggio della
comicità.
Anche in politica
abbiamo la macchietta. Al secolo Silvio Berlusconi. Il suo vizio ridicolo è
quello di esternare quello che pensa e che ha intenzione di realizzare e di
smentirlo o di asserire che è “stato frainteso”, quando non è stato manipolato
dai media non schierati con lui, notoriamente al servizio dello stalinismo
veltroniano.
Silvio Berlusconi
ha il vizio ridicolo di esternare ciò che pensa senza mettere in conto le
conseguenze e poi di fare marcia indietro o accusare gli altri di attribuirgli
pensieri non suoi nel momento in cui si scatenano le reazioni. Non sempre
mente. Anche le macchiette hanno delle pause. Nelle quali normalmente assumono
un tono e uno sguardo malinconico. Qui, la nostra macchietta politica
differisce da quella dell’avanspettacolo. Del resto quest’ultima è la scuola di
futuri artisti. La nostra macchietta
politica di artistico non ha nulla.
La sincerità la
mostra quando afferma, in tema di pensioni, che era meglio la Maroni. Anzi, la
Maroni era anche poco rispetto a quello che secondo lui serve al paese. Qui, lo
si evince dal tono e dall’atteggiamento che esclude battute, che sta dicendo
ciò che pensa. E quindi, immediatamente smentisce. Ma è la smentita della
macchietta.
Lui pensa
effettivamente che si debba lavorare molti più anni di quanto non abbia già
previsto la riforma Maroni. Guardate lui, a più di 70 anni lavora ancora per il
“bene del paese”. Ecco uno dei casi in cui, indipendentemente dal tipo di
governo, di riforma pensionistica, si debba concedere il pensionamento. Non per lavoro usurante del soggetto. Gli
usurati siamo noi. Che vorremmo un pò di decenza e non una
pacchiana e ridicola, costante, presa per il sedere. Berlusconi dica ciò che
pensa e che intende fare. Se vuole evitare fraintendimenti, poiché è un
comunicatore, si esprima in modo tale da non creare equivoci. “Il paese ha
bisogno di una riforma pensionistica anche diversa dalla Maroni ma non abbiamo
intenzione di modificare in un anno ciò che recentemente è stato concordato e
approvato”. Chi potrebbe equivocare, manipolare sentendo simili parole? L’intenzione
della macchietta Berlusconi è quella di fare una riforma pensionistica più hard
della Maroni durante i cinque anni del suo governo. Questo è ciò che pensa la
nostra macchietta politica.
Un pensiero che
dimostra ulteriormente la sicurezza di vincere le elezioni. Una simile
affermazione sulle pensioni è quanto di più antipopolare esiste. Deve ben
essere sicuro di vincere per permettersi un’affermazione di intenzione che è
peggio della tassazione dei Bot “ronzino di battaglia” dei comunisti.
Una simile
intenzione, tra l’altro, penalizza il Nord più che il Sud. Infatti, Fini al
sentire le affermazioni della macchietta a Cernobbio, non si è scomposto.
Questo sembra dare ragione a chi ritiene - e sta nel centro-destra - che al
Nord si lavora, al Sud no. Evidentemente
lo pensa anche Fini. Contrariamente avrebbe un problema con il
suo elettorato sudista.
Gli italiani, dal
13/4 al 14/4, devono decidere se farsi governare da una macchietta che pensa di
fare il presidente del consiglio per cinque anni (a meno che Napolitano
schiatti, nel qual caso si candida a presidente della Repubblica) e
che in questi anni si farà, come in passato, le leggi su misura e ogni qualsiasi altra riforma a supporto del suo
gruppo d’affari. Forse anche qualche misura non propriamente
popolare. Cosa non peccaminosa, né sbagliata per definizione. E’ come si arriva a definire, scegliere, stabilire
cosa serve e come che conta. E se tutto questo è gestito da una macchietta, gli italiani sappiano
che Silvio Berlusconi non è Totò. Totò nel suo mestiere era un
artista. Uno che del vizio ridicolo ha fatto un'arte. Non uno che si rende
ridicolo ad ogni smentita e accusa di manipolazione del suo reale, effettivo
pensiero.
Gli italiani
decideranno di farsi rappresentare da una macchietta? Probabile ma non certo. E, comunque, non è detto che questa volta governi
per cinque anni. Si è
tolto dalle palle Casini ma sarà Fini a presentargli le
condizioni. E in quei momenti, rimpiangerà di non aver dato retta a Veltroni.
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