da: Il Fatto Quotidiano
Renzi
esaltò così l’accordo tra Whirlpool e Indesit. L’azienda Usa prevede 500
milioni di investimenti, ma chiude 2 stabilimenti. Il governo si irrita.
"Un’operazione fantastica”. Fu questo il
giudizio espresso da Matteo Renzi sull’acquisizione della Indesit della
famiglia Merloni da parte della statunitense Whirlpool. Giudizio dovuto al
fatto che i Merloni stavano, in effetti, facendo fallire lo storico marchio
degli elettrodomestici. Giudizio affrettato, però, se si considera che ieri
mattina, quando la ministra Federica Guidi ha sentito da Whirlpool i dettagli
del piano industriale ha fatto una faccia da funerale.
Il piano prevede 500 milioni di
investimenti, quindi ha dei numeri significativi dietro di sé, ma comporta la chiusura dello stabilimento di Carinaro in
provincia di Caserta (815 addetti), di quello di None in provincia di Torino
(90 addetti) e l’ipotesi di ulteriori esuberi dati dalle nuove integrazioni
che verranno fatte. L’azienda parla di 250 posti di lavoro da sopprimere nelle
fabbriche e di 140 nel settore della Ricerca&Sviluppo.
La Uil ha sottolineato per prima la cifra
di 1.305 esuberi mentre la Fiom preferisce porre l’accento soprattutto sulla
chiusura di Carinaro. Piano “immotivato e ingiustificato” sottolinea la
Fim-Cisl, “che non trova riscontro né sul piano della competitività né su
quello della produttività e dell’affidabilità a seguito dell’accordo
faticosamente raggiunto a dicembre 2013”. “Ho
parlato personalmente io con gli americani a Palazzo Chigi”, spiegava nel
luglio scorso Matteo Renzi al Corriere della Sera : “Perché non si attraggono gli
investimenti e poi si grida “al lupo”, riscoprendo un’autarchica visione
del mondo che pensavamo superata. Noi, se ci riusciamo, vogliamo portare
aziende da tutto il mondo a Taranto, come a Termini Imerese, nel Sulcis, come
nel Veneto. Il punto non è il
passaporto, ma il piano industriale”.
La Whirlpool i soldi ce li ha messi, nel
contesto di un piano di espansione in Europa, e nell’Est, basato sulla forza
strutturale di Indesit che conta 8 poli produttivi che arrivano in Russia,
Polonia, Turchia e Gran Bretagna. Il dazio da pagare, però, è salato e colpisce
in primo luogo una regione, la Campania, che già paga un tributo alto alla
disoccupazione. Sono recenti i casi della Jabil di Marcianise e quello
dell’Alenia a Napoli. Tanto che il segretario della Fiom Maurizio Landini,
ieri, ha parlato di una “vertenza Campania” da aprire con il governo e il presidente
della Regione, Stefano Caldoro, ha convocato subito i sindacati. Che le cose
con il governo non abbiano funzionato lo conferma anche la reazione della
ministra allo Sviluppo Economico Federica Guidi, che pur apprezzando gli
investimenti, ha parlato di “aspetti fortemente negativi e inaccettabili come
l’importante numero di esuberi, concentrati soprattutto sullo stabilimento di
Caserta sul quale pesa la pesante crisi produttiva ereditata dalla Indesit.
Il problema è che a non funzionare sono
state proprio le assicurazioni dell’esecutivo che, al momento dell’acquisizione
della Indesit, escludeva qualsiasi
licenziamento unilaterale fino al 2018. “Lo stabilimento di Carinaro”, spiega al Fatto Michela Spera della Fiom nazionale, “è stato svuotato di produzioni importanti e oggi è
quello più fragile nel piano complessivo. Noi però non possiamo accettare in
nessun modo la sua chiusura”.
Whirlpool, da
parte sua, parla del “miglior accordo
possibile”. “I 500 milioni di investimenti superano ampiamente quanto previsto
originariamente da Indesit”, spiega la nota dell’azienda. L’accorpamento degli
stabilimenti marchigiani di Melano e Albacina (Fabriano) porterà “al più grande
polo industriale d’Europa”. L’occupazione, inoltre, aumenterà di 280 persone a
Cassinetta, in provincia di Varese. Whirlpool ha poi assicurato che non ci
saranno licenziamenti fino al 2018 e si dichiara comunque pronta a discutere
con i sindacati già dall’incontro fissato per lunedì prossimo, 20 aprile.
Assicurazioni che non sono bastate a tranquillizzare i lavoratori.
A Carinaro sono scattati immediati gli
scioperi, mentre ad Albacina gli operai hanno bloccato la strada provinciale 26
e anche il vescovo di Fabriano, monsignor Giancarlo Vecerrica, si è recato al
presidio dei lavoratori. Resta, infine, ancora ignota la sorte dei circa 1400
impiegati che, secondo il piano dell’azienda, saranno oggetto di nuove
integrazioni.
Dany, visto Poldark?
RispondiEliminaciao Sara...ho visto la prima puntata e mi è piaciuta..seguirò anche le altre perchè, vista la prima, mi pare ben fatta e il nuovo Poldark intriga
RispondiEliminasai domenica sarà l'ultima puntata...ma torneranno l'anno prossimo con la seconda stagione
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