da: La Stampa
Castro
e Obama: “Adesso voltiamo pagina” Così finisce la Guerra Fredda Cuba-Usa
Incontro
al vertice di Panama. Raul apre: «Lui non è responsabile per il passato»
Mai, in oltre 50 anni, si erano visti un
presidente degli Stati Uniti e un presidente cubano seduti uno accanto
all’altro per un faccia a faccia. È accaduto a Panama. Ulteriore e inequivocabile
segnale della svolta storica in corso tra i due Paesi, con Barack Obama e Raul
Castro impegnati con convinzione a voltare pagina.
Con pazienza, ha sottolineato Castro. Con
rispetto per le differenze, ha assicurato Obama. Ma entrambi si sono mostrati
convinti che il momento sia giunto per cambiare corso. «Siamo pronti a parlare
di tutto», ha detto Raul Castro. «È il momento per tentare qualcosa di diverso.
Possiamo imboccare una strada che ci conduca al futuro», ha sottolineato Obama.
I due si sono visti in una saletta del centro congressi a margine del vertice
delle Americhe a
Panama, che passa alla Storia come il luogo in cui si è concretizzato quel processo di disgelo annunciato lo scorso dicembre al grido di «todos somos americanos».
Panama, che passa alla Storia come il luogo in cui si è concretizzato quel processo di disgelo annunciato lo scorso dicembre al grido di «todos somos americanos».
Dopo l’incontro a porte chiuse, durato
circa un’ora, Obama si è detto «ottimista», convinto che «si continueranno a
fare progressi». Con Raul Castro, ha aggiunto rispondendo a domande dei
giornalisti in conferenza stampa, è stata una «conversazione schietta e
fruttuosa». Pur sottolineando che tra i due presidenti sussistono «visioni
molto diverse su come la società dovrebbe essere organizzata e io sono stato
molto chiaro con lui». Obama ha quindi proseguito sottolineando che gli Stati
Uniti continuano a sostenere democrazia e diritti umani. Ma ha licenziato senza
mezzi termini eventuali allarmismi: «Cuba non è una minaccia per gli Stati
Uniti». Come a dire, le minacce sono altre.
L’incontro, annunciato, è giunto dopo ore
punteggiate da momenti simbolici e scambi senza precedenti. Prima la stretta di
mano all’inaugurazione del vertice, contatto inatteso e spontaneo, segnale
inconfutabile delle intenzioni dei due leader. Poi la sessione plenaria del
summit oggi dove si è vista accorciarsi definitivamente la distanza tra
Washington e l’Avana, con Obama e Raul che hanno messo sul tavolo le loro
dichiarazioni di intenti, parlando di «occasione storica» da una parte e di
«coraggio» dall’altra. È stato il presidente degli Stati Uniti ad avviare lo
scambio di battute sottolineando come la presenza di Cuba al summit rappresenti
«un’occasione storica». «Vogliamo stabilire relazioni diplomatiche» con Cuba,
ha ribadito, precisando di aver chiesto al Congresso di cominciare a lavorare
per sospendere l’embargo in vigore da decenni. «Guardiamo al futuro», ha
affermato con convinzione il presidente degli Stati Uniti. Perché del passato
Obama non intende farsi carico. La «Guerra Fredda è finita da tempo, non sono
interessato a combattere battaglie iniziate prima che nascessi».
Immediato il riconoscimento del leader
cubano Raul Castro: il presidente americano, Barack Obama, è «onesto» e
«umile», «non è responsabile per i 10 presidenti che lo hanno preceduto».
«Coraggiosa», ha aggiunto, la decisione di voler migliorare le relazioni fra
Washington e l’Avana. Cuba però, ha voluto sottolineare, non avrebbe mai dovuto
essere inserita nella lista nera americana dei paesi che sponsorizzano il
terrorismo. Quest’ultimo resta uno dei nodi da sciogliere, forse a questo punto
davvero l’ultimo tabù nel processo di disgelo. L’attesa per l’annuncio è
palpabile: Obama ha lasciato capire che la decisione non tardera’ ad arrivare,
«nei prossimi giorni» ha detto nell’incontro con Raul Castro. Il dossier è al
vaglio del Dipartimento di Stato, le cui raccomandazioni sull’argomento
sarebbero in dirittura d’arrivo sul tavolo del presidente. «Voglio leggerle
prima di annunciare una decisione», ha detto ancora Obama in conferenza stampa.
Per ora i due presidenti si impegnano a velocizzare il processo per l’apertura
delle rispettive ambasciate.
Castro e Obama però in queste ore hanno già
fatto una promessa alla Storia consegnando al mondo immagini e parole
inequivocabili, a partire da quella stretta di mano diventata il simbolo di una
pagina già voltata. Un contatto spontaneo, non previsto, avvenuto tra la folla,
circondati da altri leader tra cui il segretario Generale dell’Onu Ban Ki-moon,
tutti consapevoli della portata storica del momento.
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