da: Il Fatto Quotidiano
Restyling
con pacco nascosto per l'ex monopolista. Non fosse che in zona Cesarini il
garante delle comunicazioni ha finalmente deciso di scendere in campo un attimo
prima che la frittata fosse fatta
di Patrizia
De Rubertis
“Comunicazioni importanti”. Questo
l’avviso che gli oltre 12 milioni di clienti Telecom hanno ricevuto nell’ultima
bolletta. A partire dal primo maggio, infatti, Tim diventerà l’unico marchio
commerciale non solo per l’offerta mobile e Internet, ma anche per la telefonia
fissa. E così, a distanza di 21 anni dalla privatizzazione che trasformò Sip in
Telecom Italia, lo storico logo sparisce dalle bollette e Tim diventa il
riferimento per tutti gli utenti. Una svolta epocale non solo per l’ex
monopolista delle telecomunicazioni, ma soprattutto per i milioni di clienti
coinvolti nel passaggio che, oltre al brand unico, rischiano di trovarsi con
l’ennesima sòla. Non fosse che in zona Cesarini il garante delle comunicazioni
ha finalmente deciso di scendere in campo un attimo prima che la frittata fosse
fatta.
Il punto è che ai clienti sono state comunicate
due importanti novità: con una modifica unilaterale dei contratti, la maggior
parte di quelli sottoscritti da oltre 10 anni verranno disattivati: Teleconomy
24, Teleconomy No Stop, Teleconomy Quando vuoi, Teleconomy No Problem,
Teleconomy Relax, Hello Forfait, Teleconomy 1 Cent, Teleconomy Zero-Zero,
Teleconomy QuandoDove Vuoi, No Problem DueInUno, Teleconomy Famiglia, Voce
Zero, Telecom Zero, Chiama Mobile, Chiama Tim, Alice voce Mobile e Alice Voce
Mobile Plus. Confermate, invece, tutte le offerte a “pacchetto”. E così ai
clientiè stata prospettata l’applicazione di una nuova tariffa base imposta
dalla Telecom, più complessa e più costosa, in cui scompare l’odiato canone
(perlomeno di nome), trasformato – come per la maggior parte delle offerte degli
altri operatori – in un pacchetto “tutto compreso”, con le bollette destinate,
a partire da luglio, a diventare da bimestrali a mensili, proprio come
quelle dei cellulari.
Il più importante gruppo italiano di Tlc,
tuttavia, ne sta dando comunicazione solo all’interno delle proprie fatture.
Non, quindi, con una raccomandata o con una campagna di comunicazione mirata
che rischia, così, di far passare in sordina questo passaggio automatico, tra
clienti che non hanno l’abitudine di leggere tutte le pagine che compongono la
bolletta e quanti, invece, non la ricevono affatto perché hanno l’addebito
diretto in conto corrente.
Un’operazione anomala che, appunto, alla
fine è riuscita ad attirare l’attenzione anche dell’Autorità garante per le
comunicazioni (Agcom) che, mercoledì sera, ha fatto sapere (leggi qui la nota integrale) di aver diffidato
Telecom Italia proprio “sulle modalità di informazione alla clientela“, vista l’assenza
di un consenso scritto da parte dei clienti alle nuove condizioni, e “sulla tutela
del diritto di scelta per gli utenti che usano il servizio universale“, cioè
sull’obbligo di Telecom, in quanto ex monopolista, di portare le telefonate a
tutti i consumatori che ne fanno richiesta, anche se per l’azienda risulta
antieconomico, proprio come avviene per gli altri servizi universali come
quelli delle Poste.
Ora, per capire gli effetti di questa sorte
di cartellino giallo, bisognerà aspettare l’esito dell’incontro che ci sarà
giovedì tra l’Authority e Telecom. Ma chiaro è, intanto, un altro punto: già da
settimane le associazioni dei consumatori avevano lanciato un allarme su questa
profonda trasformazione commerciale che, soprattutto agli occhi del garante,
non doveva passare come un semplice restyling. “Questa rivoluzione che –
denuncia Marco Pierani, responsabile relazioni esterne per Altroconsumo –
rappresenta una costrizione per la clientela storica della Telecom, composta
perlopiù da over 65. Sono, infatti, soprattutto gli anziani a essere
interessati dal cambiamento di tariffa, perché sono titolari dei contratti che
saranno disattivati. Del resto – sottolinea – si tratta di clienti poco avvezzi
alla tecnologia, che non si sono aperti al mercato libero e che, ora, non
conoscendo la giungla delle tariffe telefoniche, si vedranno attivare, a
propria insaputa, il nuovo profilo stabilito da Telecom”.
Numeri alla mano, si tratta di oltre 4
milioni di contratti di clienti domestici (vale a dire le famiglie) fatti
migrare automaticamente in un’unica offerta di tipo flat che si chiama “Tutto
Voce” e che comprende chiamate illimitate verso tutti i telefoni fissi e i
cellulari nazionali al prezzo di 29 euro al mese, tutto compreso tra Iva e
tasse. Perché Telecom ci tiene tanto a sottolinearlo? Da maggio, per la prima
volta, l’ex monopolista non applicherà più il famigerato canone di 18,54 euro.
Ma se non si sfruttano le chiamate illimitate verso fissi e mobili, il gioco
non vale la candela: “Tutto Voce” costerà, infatti, 10 euro in più al mese. I
conti sono fatti: se prima, per ogni bimestre, si spendevano 38 euro da sommare
al costo delle singole chiamate, d’ora in avanti, facendo meno di un’ora e
mezza al mese di telefonate, se ne spenderanno 58 euro.
“Nell’informativa di Telecom – avverte,
inoltre, Paola Francesconi, responsabile tlc del Centro di ricerca e tutela dei
consumatori e degli utenti (Crtcu) – solo a piè di pagina, scritto in caratteri
minuscoli, è indicata un’altra opportunità: si può anche passare all’offerta
‘Voce’ con chiamate a fissi e cellulari nazionali a 10 centesimi al minuto con
tariffazione a scatti anticipati a 60 secondi e con sconto del 50% oltre le 3
ore al mese per 19 euro mensili. Un’offerta – spiega – proprio adatta a quanti
non vogliono rinunciare alla sicurezza del telefono fisso, ma che chiamano
davvero molto poco”. Anche qui, però, i conti non tornano. “Anche se non si
facesse nessuna telefonata – sottolinea sempre Francesconi – si
andrebbero a pagare 46 centesimi in più al mese rispetto al costo del vecchio
canone: 19 euro contro 18,54”. Senza sottovalutare che il passaggio alla
tariffa “Voce” deve avvenire solo tramite una comunicazione scritta o al call
center da parte del cliente, pena l’addebito degli aggravi.
Sul fronte del piano telefonico con connessione
flat (sempre la tariffazione base), invece, tutti i contratti vengono passati
nella tariffa “Tutto” che aggiunge alla connessione Adsl illimitata a 7 mega
anche tutte le chiamate verso i telefoni fissi e i cellulari nazionali, a
fronte di un prezzo di 44,90 euro al mese, tutto compreso. In questo caso,
Telecom propone uno sconto per chi è cliente da oltre 10 anni: l’offerta viene,
infatti, proposta al prezzo promozionale di 29 euro per 12 mesi, per passare
poi 39 euro una volta a regime. Stesso trattamento riservato anche a chi vuole
la fibra ottica: “Tutto Fibra” viene proposta allo stesso prezzo di “Tutto” al
costo 44,9 euro al mese invece di 54,90 euro, sempre per 12 mesi.
“In questo caso – spiega Altroconsumo – lo
svantaggio non è drammatico, visto che le tariffe imposte si allineano alla
medie delle altre presenti sul mercato. Il problema è un altro: l’Italia resta
molto arretrata in termini di velocità della connessione. Senza contare che ci
sono zone dove la banda larga è ancora un bel miraggio e quindi il rischio è
che si paghi qualcosa per non poterla utilizzare”.
Se si leggessero, quindi, i dettagli
presenti nella comunicazione scritta da Telecom, si scoprirebbe che c’è tempo
fino al 31 maggio per recedere e poter così cambiare operatore, senza i costi
di disattivazione, vale a dire il balzello di circa 40 euro che altrimenti
verrebbe fatto pagare in caso di recesso dal contratto telefonico. La regola
del risparmio in questi casi è sempre la stessa: confrontare tutte le tariffe
presenti sul mercato. Potrebbero esserci offerte di altri operatori più
convenienti e adatte a ogni singolo profilo di utilizzo.
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