La
canzone dei Beatles che vanta il maggior numero di cover, fu pubblicata nel
1965
di Alessandro
Ceccarelli
“Ieri
tutti i miei problemi sembravano così distanti
Ora sembra che siano arrivati per restare
Oh, io credo nello ieri
Improvvisamente, non sono più quello di
prima
C'è un'ombra appesa su di me
Oh, ieri, è successo improvvisamente
Perché lei se ne sia dpvuta andare, non lo
ha voluto dire
Ho detto qualcosa di sbagliato, ora ho
nostalgia dello ieri
Ieri l'amore era uno gioco facile da
giocare
Ora ho bisogno di un posto in cui
nascondermi
Oh, io credo nello ieri
Perché lei se ne sia dpvuta andare, non lo
ha voluto dire
Ho detto qualcosa di sbagliato, ora ho
nostalgia dello ieri
Ieri l'amore era uno gioco facile da
giocare
Ora ho bisogno di un posto in cui nascondermi
Oh, io credo nello ieri”
(testo di “Yesterdays”)
L’eredità
dei Beatles
“Yesterday”, il brano più famoso dei
Beatles, compie cinquant’anni. Sembra incredibile. E’ passato mezzo secolo,
eppure ascoltando questa straordinaria
canzone, sembra che il tempo non sia
passato: è rimasta intatta l’energia, la creatività e la genialità di quattro
ragazzi di Liverpool che erano già famosi e amati in tutto il mondo. Prendeva
forma quel fenomeno che andava oltre la musica: il gruppo inglese entrava
nell’immaginario collettivo dei giovani che volevano dimenticare le
devastazioni dell’ultima guerra e soprattutto per la prima volta si
contrapponevano alla generazione dei loro genitori. Lo scontro tra giovani e
adulti fu rappresentato dai capelli lunghi, dai blue-jeans e dalla voglia di
divertirsi. La musica dei Beatles, insieme a quella dei Rolling Stones e degli
Who, fu la colonna sonora di quella generazione utopistica che trovò il suo
apice nel festival di Woodstock del 1969. Nel mondo della musica nessun artista
è stato rivoluzionario come i Beatles. Dopo la loro esplosione avvenuta
all’inizio degli anni Sessanta la musica e i giovani non sarebbero stati più
gli stessi. Con il quartetto di Liverpool la canzone è diventata una forma
d’arte. In pochi minuti e con semplici accordi erano capaci di comporre melodie
accattivanti e straordinarie, come nessuno aveva fatto primo.
Genesi
di un capolavoro
Non è facile raccontare e spiegare come
Paul McCartney, allora un ragazzo di appena 23 anni, possa aver composto una
canzone così breve e meravigliosa. Ecco come anni dopo lui stesso parlò della
genesi di “Yesterday”. All’epoca il bassista dei Beatles aveva da poco iniziato
a vivere con Jane Asher e nella casa aveva portato anche un ingombrante piano.
“Non so come ma riuscii a farci entrare un pianoforte. Così, una mattina, mi
svegliai con una canzone in testa e un pensiero: dove l’ho già sentita? Forse
da mio padre, che di motivi jazz ne conosceva moltissimi. Forse è solo un
ricordo - pensai - ma comunque mi sedetti alla tastiera e misi giù gli accordi,
giusto per non dimenticarla. Poi per un po’ la suonai a tutti gli amici,
domandando: questa la conosci? Perché è impossibile che l’abbia scritta io,
l’ho sognata una notte”.
La preoccupazione iniziale di McCartney fu
di avere inconsciamente plagiato il lavoro di qualcun altro. “Alla fine era
come riportare un oggetto smarrito alla polizia. Pensai che se nessuno la
reclamava dopo qualche settimana avrei potuto tenerla”.
Dopo essersi convinto di non avere derubato
nessuno della sua melodia, McCartney cominciò a scrivere il testo. McCartney
sostenne di avere scritto “Yesterday” durante la tournée dei Beatles in Francia
nel 1964; la canzone non venne però pubblicata fino all'estate del 1965. Nel
frattempo, i Beatles incisero due album: “Beatles for Sale” e “A Hard Day's
Night”, in cui la canzone non venne inserita. Il ritardo potrebbe essere stato
dovuto a disaccordi tra McCartney e George Martin riguardo all'arrangiamento
della canzone, o l'opinione degli altri Beatles che pensavano non corrispondesse
alla loro immagine.
In merito ecco la testimonianza di John
Lennon: “La canzone fu in circolazione per mesi e mesi prima che la
completassimo. Ogni volta che ci riunivamo per scrivere canzoni per una
sessione di registrazione, tornava fuori. Paul la scrisse quasi completamente,
ma proprio non riuscivamo a trovare il titolo giusto. La chiamammo Scrambled
Eggs e divenne uno scherzo tra di noi. Ci convincemmo che solo un titolo
composto da una sola parola sarebbe stato adatto, ma non riuscivamo a trovare
quello giusto. Poi un mattino Paul si svegliò e la canzone e il titolo erano
entrambi là, completi. In un certo senso mi dispiacque, ci eravamo fatti così
tante risate”.
I Beatles registrarono la canzone nel
giugno del 1965 nei leggendari Abbey Road Studios di Londra. Il produttore e
arrangiatore George Martin riescì ad imporre al gruppo la presenza di un
quartetto d’archi composto da Tony Gilbert e Sidney Sax al violino, Kennet
Essex alla viola e Francisco Gabarro al violoncello. All’inizio i quattro
componenti dei Beatles non volevano la presenza degli archi, poi si convinsero
della bontà dell’idea di George Martin.
Un
successo immenso
“Yesterday” come singolo fu pubblicato
negli Stati Uniti il 13 settembre del 1965 ed ebbe un immediato successo. La
canzone rimase undici settimane nelle classifiche dei 100 dischi più venduti in
Usa (Billboard Hot 100) conquistando la vetta per quattro settimane, vendendo
un milione di copie in cinque settimane. Fu in seguito la canzone più trasmessa
nelle radio Usa per otto anni consecutivi. Un evento mai avvenuto prima.
Il singolo arrivò in prima posizione in
Norvegia per cinque settimane ed in Olanda per otto settimane, in seconda in
Australia, in sesta in Germania, in ottava nella Uk Singles Chart ed in decima
in Austria. Nel frattempo, in Gran Bretagna, l'album “Help!” debuttò come
numero uno il 14 agosto 1965 (fu il primo album a riuscirci), e rimase in testa
alle classifiche per nove settimane. “Yesterday” è stata riconosciuta come la
canzone più registrata nella storia della musica pop: il Guinness Book of
Records parla di più di 1600 cover registrate nel periodo dal 1965 al 1985. Mai
nessuna canzone è stata riproposta in così tante versioni, di cui più celebre è
senza ombra di dubbio quella cantata dal leggendario Frank Sinatra.
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