mercoledì 15 aprile 2015

Nell'"era moderna": nativi digitali, troppo presto col cellulare in mano



da: Famiglia Cristiana
di Orsola Vetri


Si chiamano nativi digitali coloro che sono nati in un mondo dove internet, il web, smartphon e tablet sono ormai presenze di uso comune e quotidiano e non più come è stato per le generazioni precedenti affascinanti e moderni oggetti capaci di meravigliare e di facilitare, se usati con buon senso, la vita e il lavoro delle persone.

Oggi, come fossero semplici lavatrici o la televisioni, i bambini hanno sotto gli occhi sin dalla primissima infanzia preziosi devices ipertecnologici che vanno dal semplice Pc sino all'ormai diffusissimo smartphone o tablet.

Infatti i più recenti dati Eurispes fotografano una società dove ben il  67% delle famiglie italiane possiede uno smartphone  mentre il pc portatile è diffuso nel 64,4%, quello fisso nel 62,7%.   Oltre allo smartphone, più di un terzo del campione intervistato afferma di possedere un tablet (36,8%), un abbonamento alla tv a pagamento (36%), una smart tv (33,3%) un lettore Mp3 (30,75), una console per videogiochi (29,1%), un eBook (11,3%). 


Ma ciò che preoccupa è il fatto che questi oggetti utili ma da maneggiare con cura finiscono nelle mani di bambini sempre più piccoli: il 62% dei bambini nella fascia di età 7-11 ha a disposizione un telefonino proprio. E ben il 17,6% ha un cellulare prima dei sette anni. Un terreno ghotto per i produttori.

Non a caso è già in commercio un cellulare pensato appositamente per i più piccoli: molto semplice da utilizzare, con pochi tasti, ognuno dei quali serve unicamente a chiamare un numero pre-memorizzato, simboli al posto di numeri e lettere e con la possibilità per i genitori di localizzare il proprio figlio in tempo reale grazie alla tecnologia GPS e alla geolocalizzazione tramite le celle della rete telefonica mobile. Un pericoloso gioiello per calmare, apparentemente, le ansie di mamma e papà! 

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