giovedì 9 aprile 2015

Papa Francesco: “La persecuzione dei cristiani è un crimine inaccettabile”



da: http://vaticaninsider.lastampa.it/

Lo ha detto il Pontefice al Regina Coeli. "La comunità internazionale non resti muta e inerte" E poi: "La risurrezione di Cristo rischiara i nostri momenti bui"
di Giacomo galeazzi

“Sulla persecuzione dei cristiani la comunità internazionale non sia muta e inerte”, raccomanda Francesco.  “Leggiamo ogni giorno un passo del Vangelo, ci farà bene”. Il Papa chiede aiuto per quanti nel mondo sono «perseguitati, esiliati, uccisi, decapitati per il solo fatto di essere cristiani. Loro sono i nostri martiri di oggi e sono tanti, possiamo dire che sono più numerosi che nelle altre epoche». «Auspico - ha detto dopo la preghiera mariana del Regina Coeli - che la Comunità Internazionale non assista muta e inerte di fronte a tale inaccettabile crimine, che costituisce una preoccupante deriva dei diritti umani più elementari. Auspico veramente che la Comunità Internazionale non rivolga lo sguardo da un'altra parte».

Il Pontefice incoraggia iniziative pacifiche, in quanto per lanciare il suo appello ha colto l'occasione delle presenza in piazza San Pietro, tra la folla dei pellegrini, di «una delegazione del Movimento Shalom, che è arrivata all'ultima
tappa della staffetta solidale per sensibilizzare l'opinione pubblica sulle persecuzioni dei cristiani nel mondo». «Il vostro itinerario sulle strade è finito, ma - ha detto ai militanti di Shalom - deve continuare da parte di tutti il cammino spirituale di preghiera intensa». Quindi “occorre portare il Vangelo nelle periferie e nei nostri momenti bui”.

È stato Gesù, subito dopo la Risurrezione, a chiedere ai suoi che il Vangelo ripartisse dalle periferie. il Papa ha commentato l'incontro del Risorto con le donne al sepolcro. Al Regina Coeli, che in questo tempo liturgico sostituisce l'Angelus, il Pontefice ha pronunciato dalla finestra dello studio su piazza San Pietro una intensa riflessione sulla evangelizzazione. Gesù chiede ai discepoli di andare ad annunciare ai discepoli che “vadano in Galilea: “là mi vedranno”, la Galilea è la “periferia” dove Gesù aveva iniziato la sua predicazione; e di là ripartirà il Vangelo della Risurrezione, perché sia annunciato a tutti, e ognuno possa incontrare Lui, il Risorto, presente e operante nella storia». E «anche oggi lui è con noi qui in piazza», ha aggiunto a braccio.

«Noi annunciamo la risurrezione di Cristo quando la sua luce rischiara i momenti bui della nostra esistenza e possiamo condividerla con gli altri; quando sappiamo sorridere con chi sorride e piangere con chi piange; quando camminiamo accanto a chi è triste e rischia di perdere la speranza; quando raccontiamo la nostra esperienza di fede a chi è alla ricerca di senso e di felicità», ha affermato Francesco prima della preghiera mariana. Francesco ha preso spunto dall'invito del Risorto ai suoi discepoli e discepole, espressione insolita che ha usato nella Veglia di Pasqua.«Questo è l'annuncio che la Chiesa ripete fin dal primo giorno: “Cristo è risorto!” In Gesù E, in Lui, per il Battesimo, anche noi siamo risorti, siamo passati dalla morte alla vita, dalla schiavitù del peccato alla libertà dell'amore. Ecco la buona notizia che siamo chiamati a portare agli altri e in ogni ambiente, animati dallo Spirito Santo».

Secondo Bergoglio, «la fede nella risurrezione di Gesù e la speranza che Egli ci ha portato è il dono più bello che il cristiano può e deve offrire ai fratelli. A tutti e a ciascuno, dunque, non stanchiamoci di ripetere: Cristo è risorto! Ripetiamolo con le parole, ma soprattutto con la testimonianza della nostra vita. La lieta notizia della Risurrezione dovrebbe trasparire sul nostro volto, nei nostri sentimenti e atteggiamenti, nel modo in cui trattiamo gli altri». «Siamo - ha sottolineato il Pontefice - nei giorni dell'Ottava di Pasqua, durante i quali ci accompagna il clima gioioso della Risurrezione». «È curioso - ha notato Francesco - che la Liturgia considera l'intera Ottava come un unico giorno, per aiutarci ad entrare nel mistero, perché la sua grazia si imprima nel nostro cuore e nella nostra vita. La Pasqua è l'evento che ha portato la novità radicale per ogni essere umano, per la storia e per il mondo: è trionfo della vita sulla morte; è festa di risveglio e di rigenerazione. Lasciamo che la nostra esistenza sia conquistata e trasformata dalla Risurrezione!».

«Domandiamo alla Vergine Madre, silenziosa testimone della morte e risurrezione del suo Figlio, di accrescere in noi - ha suggerito alla folla dei fedeli - la gioia pasquale». «Lo faremo ora - ha esortato Papa Francesco - con la recita del Regina Caeli. In questa preghiera, scandita dall'alleluia, ci rivolgiamo a Maria invitandola a rallegrarsi, perché Colui che ha portato in grembo è risorto come aveva promesso, e ci affidiamo alla sua intercessione». «In realtà - ha poi concluso - la nostra gioia è un riflesso della gioia di Maria, perché è Lei che ha custodito e custodisce con fede gli eventi di Gesù. Recitiamo dunque questa preghiera con la commozione dei figli che sono felici perché la loro Madre è felice”.  Dunque: “A ciascuno di voi, auguro di trascorrere nella gioia e nella serenità questa settimana in cui si prolunga la gioia della Risurrezione di Cristo. Per vivere più intensamente questo periodo, ci farà bene leggere ogni giorno un brano del Vangelo in cui si parla dell’evento della Risurrezione".

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