da: Il Fatto Quotidiano
5Stelle, la risalita nei
sondaggi: “Effetto del ritorno in tv”
Gli
esperti: “Tengono bene perché sono coerenti e hanno proposte riconoscibili. Il
web non bastava”
di
Luca De Carolis
Il Movimento che pareva in caduta costante
cresce. O comunque “tiene molto bene”. Perché è tornato con i suoi parlamentari
nelle televisioni, e perché ha ormai una sua fisionomia riconoscibile:
soprattutto, delle proposte fortemente sue, coerenti. È l’analisi dei
sondaggisti, dietro ai numeri che raccontano di un M5S che guadagna consenso.
Un punto e mezzo in più nell’ultimo mese, secondo il sondaggio dell’Ipsos di
Nando Pagnoncelli, apparso domenica scorsa sul Corriere della Sera, che dà i
Cinque Stelle al 21,3 per cento. Saldamente secondi dietro al Pd che è al 35,7
per cento (un punto in meno in quattro settimane) e molto sopra la Lega Nord
(13,7) e Forza Italia (13,5).
Ma che ne pensano gli altri sondaggisti?
“Direi che la tendenza è quella, il M5S tiene molto bene” sostiene Roberto
Weber, presidente di Ixè. Che spiega: “A noi il M5S risulta attorno al 19 per
cento, ma due punti fanno pochissima differenza. Il dato interessante è che,
nonostante l’emorragia interna e varie
altre difficoltà, tra cui anche diversi
errori nel raccontarsi all’esterno, i Cinque Stelle resistono. E questo ci dice
nel Movimento si sta aggregando una forma di opposizione che a sinistra non
riesce a crearsi. Per dire, in questi giorni stiamo misurando il peso
elettorale di Maurizio Landini: oscilla tra il 5 e il 7 per cento. Di fatto non
esiste”. Quindi un’eventuale collaborazione tra Landini e 5Stelle non
funzionerebbe? “Non andrebbe da nessuna parte. Anche perché per funzionare
servirebbe molta elasticità su entrambi i fronti, che io proprio non
riscontro”. Domanda successiva: quanto ha pesato tornare in tv? “Molto, senza
dubbio. Era un errore non andarci, non presentare le proprie idee con volti
riconoscibili”. Intanto si avvicinano le Regionali, sempre molto difficili per
il Movimento. E Weber non si aspetta novità: “Le elezioni amministrative non
possono essere favorevoli ai 5 Stelle, che non hanno filiere locali, e
soprattutto non hanno interessi da difendere”. Rimane il dato nazionale. E in
quest’ottica il ritorno sul piccolo schermo, benedetto da Grillo poche
settimane fa in un’intervista al Corriere della Sera (“Forse è stato un errore
non andarci”) pare la chiave di volta. Anche a detta di Carlo Buttaroni,
presidente di Tecnè: “Tornare in tv è stato fondamentale, il web non basta
perché non è un media ma un luogo”. Buttaroni conferma la crescita dei 5Stelle:
“Li stimiamo al 19,5 per cento, lo 0,5 in più rispetto alla settimana scorsa”.
E osserva: “Molti hanno sottovalutato il loro peso, derubricandoli a pura
antipolitica. Spesso li hanno dato per spacciati. E invece il M5S ha dimostrato
di essere anche molto altro: una forza coerente sui propri principi, che ha
delle proposte proprie e altre personalità oltre a Grillo. Tutto questo sta
pagando”. Domanda: quanto ha influito l’essere rimasti fuori dalle inchieste?
Buttaroni è scettico: “A mio avviso poco: chi decide di andare a votare fa una
scelta per altri fattori. Gli altri, i più delusi, non vanno più alle urne”.
Nicola Piepoli (Istituto Piepoli) risponde
da Parigi. Conferma: “I 5Stelle tengono, eccome: a noi risultano tra il 18 e il
19 per cento, ma un paio di punti di differenza nei sondaggi non sono proprio
nulla”. E prosegue: “Il Movimento resiste perché c’è grande disorientamento, a
sinistra come a destra. Aggrega perché rappresenta l’alternativa per chi cerca
una via, una terza via. I 5Stelle non vengono né da sinistra né da destra, sono
un posto diverso per chi sa di essere minoranza. Potrebbero diventare
maggioranza solo se trovassero un grande leader”.
E il ritorno in tv, quanto ha contato? “Moltissimo. È come se i Cinque Stelle fossero tornati nel nostro secolo. Prima erano novecenteschi, come quegli italiani che uccidevano i sovrani. In fondo, ancora loro rappresentano quella vena di anarchismo mai sopita in Italia”. Rimarrebbe il fattore dell’immunità dalla corruzione… “Quello – replica Piepoli – non lo so davvero pesare. Ma non credo che abbia pesato molto”.
E il ritorno in tv, quanto ha contato? “Moltissimo. È come se i Cinque Stelle fossero tornati nel nostro secolo. Prima erano novecenteschi, come quegli italiani che uccidevano i sovrani. In fondo, ancora loro rappresentano quella vena di anarchismo mai sopita in Italia”. Rimarrebbe il fattore dell’immunità dalla corruzione… “Quello – replica Piepoli – non lo so davvero pesare. Ma non credo che abbia pesato molto”.
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