da: Rockol
Fabrizio Moro, esce il
nuovo album 'Via delle Girandole 10': 'Per la musica ho rifiutato di fare il
coach ad Amici' Intervista
di Mattia Marzi
"Mi sento bene: finalmente questo
disco comincerà a camminare con le proprie gambe. E' un po' come quando
accompagni tuo figlio a scuola. Però, lo ammetto, un po' d'ansia ce l'ho":
inizia così la nostra chiacchierata con Fabrizio Moro, che dopo due anni di
silenzio discografico torna sulle scene con un nuovo album in studio; "Via
delle Girandole 10", questo il titolo, raggiunge oggi il mercato
(anticipato lo scorso 3 marzo dal singolo "Acqua") ed è l'ottavo disco da
studio pubblicato dal cantautore
romano: "Abbiamo lavorato tre o quattro mesi in fase di
pre-produzione, poi ci siamo rinchiusi in studio per diverso tempo. Nelle
lavorazioni di questo mio nuovo album, rispetto ai precedenti dischi, c'è stata
un'attenzione particolare dei dettagli", racconta Fabrizio, "'Via
delle Girandole 10' è stato masterizzato da Bob Ludwig, ingegnere del suono
statunitense che è stato premiato ai Grammy Awards 2015 per i suoi lavori con
Beck (l'album "Morning phase" ha conquistato due Grammy: il premio
"Album of the year" e il premio "Best engineered album,
non-classical") e con Beyoncé
(premio "Best surround sound album" per "Beyoncé", l'ultima fatica discografica della popstar nata a Houston, in Texas). Abbiamo speso parecchie energie: se il mio precedente disco, 'L'inizio', poteva essere considerato un disco di idee, nato in un periodo in cui stavo cercando una direzione, in 'Via delle Girandole 10' ho voluto lasciare spazio alle canzoni; e sono per lo più canzoni cantautorali: sono andato a recuperare e a riascoltare i dischi dei miei miti d'infanzia, i grandi cantautori che incidevano per la RCA, come Antonello Venditti ad esempio. E' un disco dalle sonorità più vintage, questo: non a caso, è stato registrato tutto su un SSL, un banco analogico che oggi è quasi inutilizzato ormai, e in presa diretta. Le lavorazioni dell'album, poi, si sono tenute presso lo studio Revolver di Guidonia, che io considero uno degli studi più importanti in Europa, pieno di macchine e di congegni vintage".
(premio "Best surround sound album" per "Beyoncé", l'ultima fatica discografica della popstar nata a Houston, in Texas). Abbiamo speso parecchie energie: se il mio precedente disco, 'L'inizio', poteva essere considerato un disco di idee, nato in un periodo in cui stavo cercando una direzione, in 'Via delle Girandole 10' ho voluto lasciare spazio alle canzoni; e sono per lo più canzoni cantautorali: sono andato a recuperare e a riascoltare i dischi dei miei miti d'infanzia, i grandi cantautori che incidevano per la RCA, come Antonello Venditti ad esempio. E' un disco dalle sonorità più vintage, questo: non a caso, è stato registrato tutto su un SSL, un banco analogico che oggi è quasi inutilizzato ormai, e in presa diretta. Le lavorazioni dell'album, poi, si sono tenute presso lo studio Revolver di Guidonia, che io considero uno degli studi più importanti in Europa, pieno di macchine e di congegni vintage".
"Via
delle Girandole 10" contiene un totale di dieci brani,
caratterizzati - stando alle parole di Fabrizio - da "sonorità ricercate, che spaziano dal rock al folk, passando per
il cantautorato in pieno stile anni '70": "Nel corso degli ultimi
due anni, nella mia vita, sono successe tante cose: alcune belle, come la
nascita di mia figlia; altre un po' meno belle, come le problematiche che ho
avuto in seguito all'esibizione sul palco di San Giovanni, in occasione della
chiusura della campagna elettorale del Movimento 5 Stelle. Sono state le grandi
emozioni che ho provato in questi mesi portarmi a scrivere queste nuove
canzoni: rispetto al passato, però, ho cercato di alleggerire la parte relativa
all'obiettività con la quale ho sempre cercato di descrivere un sistema che non
capisco. Ho accantonato la rabbia, perché ho capito che non porta da nessuna
parte. Stavolta ho messo al centro dell'attenzione Fabrizio e i rapporti che ho
stretto con le persone nel corso degli anni", spiega il cantautore,
"ho scritto 'Buongiorno papà', ad esempio, che è una canzone dedicata a
mio padre: ho voluto esprimere il mio 'non-rapporto' con mio padre, un uomo che
ho sempre rispettato che che, indirettamente, mi ha insegnato tanto (anche se
credo non se ne sia mai accorto). Dopo averlo visto, per una vita, alzarsi alle
5.30 di mattina per andare a lavorare, mi sono accorto di non avergli mai detto
'buongiorno': questa canzone è un modo per dirglielo. Ho scritto una canzone
dedicata a mio zio Vittorio (intitolata 'Tu'), un uomo che ha affrontato il
margine con il sorriso sempre sulla bocca, senza progetti a lunga scadenza,
vivendo alla giornata finché un giorno è andato via e non è più tornato; ho
riflettuto sul vecchio che è in me e ho scritto 'Il vecchio', che è un brano in
cui racconto la parte più stanca della mia persona, che non tollera più la
società in cui vive, che non riesce più ad avere rapporti sessuali occasionali
e che cerca di ritrovare l'entusiasmo ma non ce la fa; poi ho scritto
'L'illusione', che è una canzone con la quale racconto il mio rapporto con una persona
che per me ha rappresentato tutto, la mia compagna, la mia migliore amica, la
mia valvola di sfogo, la casa in cui nascondermi e pure la medicina contro
l'ipocondria: mi sono accorto, però, che stavo con lei proprio perché
rappresentava tutto ciò, tranne che l'amore. Spesso ti accorgi che tutto quello
che hai vissuto insieme, lo hai vissuto solo perché non riuscivi a viverlo da
solo: 'L'illusione' è un brano che parla dell'illusione che io ho vissuto in
prima persona. Insomma, ho raccontato le problematiche esistenziali, le gioie
ma anche le paure: e l'ho fatto con una maggiore maturità, perché più si va
avanti più cambiano le cose".
"Via delle girandole 10" sarà
presentato da Fabrizio Moro per mezzo di un tour che nei prossimi mesi lo porterà a
girare tutta la Penisola, facendo prima tappa nei principali italiani e poi nei
luoghi all'aperto: "Sabato scorso abbiamo suonato a Montalto di Castro, a
pochi chilometri di distanza dallo studio di registrazione in cui si sono
svolte le lavorazioni del disco; ho considerato quel concerto la prova generale
della tournée, la cui preparazione mi sta vedendo impegnato in prima persona,
dalla scenografia alle luci: voglio guardarmi allo specchio e non rimproverarmi
nulla. Quelli nei teatri saranno concerti più intimi, con un'atmosfera diversa
rispetto a quella delle piazze e dei festival: in teatro c'è una sacralità che
va rispettata. Certo, poi ci si può anche divertire: lo sclero, però,
preferisco lasciarlo alla fine del bis. Spero di suonare il più possibile,
perché è attraverso la dimensione del live che si riesce ad esprimere
chiaramente quello che è un disco: è sul palco, davanti alla gente, che si
svolge tutta la sacralità del lavoro. Per ora pensiamo a queste dodici tappe
già fissate: ci fermeremo un paio di settimane, dopo maggio, per poi ripartire
con il tour estivo".
Si apre poi una postilla sul Concerto del Primo Maggio 2015:
"Mi è piaciuta la frase di Massimo Bonelli: 'Riportare sul palco, in
piazza, la musica del paese reale'. Ho sempre avuto una sorta di conflitto con
il Concertone: avrei dovuto esibirmi a Piazza San Giovanni nel 2007, in seguito
alla vittoria tra i Giovani del Festival di Sanremo con 'Pensa'. Poi, però,
rilasciai un'intervista nella quale mi ero espresso in maniera forse sbagliata,
e gli organizzatori cancellarono la mia partecipazione". Fabrizio non
esclude una sua partecipazione all'edizione 2015 del tradizionale Concertone
romano: "Con il cambio di organizzazione un pensiero potrei farcelo: è un
sogno inespresso, da romano che sono. Ma devono esserci i presupposti giusti.
Quello del Primo Maggio è un concerto legato all'ideologia operaia, ma non ha
mai rispecchiato davvero l'ideologia operaia. Ho sempre visto sul palco artisti
figli di papà, dell'alta borghesia romana. E, se devono essere sincero, negli
ultimi anni non mi è interessato più di tanto".
· L'inizio
· Basta...
· Libero
Di recente, il cantautore ha partecipato ad
una puntata di "Amici" in qualità di giudice di una sfida; subito
dopo la diretta, poi, Fabrizio ha pubblicato sul suo profilo Facebook ufficiale
un lungo post nel quale ha risposto alle critiche dei suoi fan più 'puristi',
che gli hanno essenzialmente rimproverato il fatto di aver partecipato ad un talent
show dopo aver criticato, per anni, i talent: "E' giusto rimettersi in
discussione continuamente e cambiare anche idea durante questa evoluzione
terrena", ha scritto nel post il cantautore. "La concezione che ho
dei talent è sempre la stessa", spiega a Rockol Fabrizio, approfondendo la
questione, "non penso che quel percorso possa far davvero bene ad un
ragazzo. Oggi, i ragazzi che vogliono far musica cercano popolarità prima
ancora di sapere cos'è un accordo di do maggiore. Voglio essere sincero: due anni
fa Maria De Filippi mi ha proposto di fare il coach per otto puntate
consecutive, in prima serata, ma io ho rifiutato. Non ne sarei capace, bisogna
saper distinguere tra musica e spettacolo: io faccio musica. I talent show sono
un mezzo che può servire ai ragazzi per realizzare il loro sogno, ma dietro c'è
tutto un lavoro che non va trascurato".
Nel corso degli ultimi anni, Fabrizio Moro
è stato impegnato anche come autore per altre voci: nel 2012 ha scritto per Noemi i brani "Sono solo
parole" (terzo posto nella classifica finale del Festival di Sanremo 2012,
edizione vinta da Emma con "Non è l'inferno" - seconda si classificò
Arisa, con "La notte"), "Se non è amore" e "Buongiorno
alla vita"; nel 2013 ha scritto proprio per Emma
"La mia felicità", canzone contenuta all'interno dell'album
"Schiena": "Quella di autore è un'attività che non ho
assolutamente intenzione di abbandonare e che continuerò a svolgere
regolarmente: mi permette di avere libertà di scelta e mi dà grandi
soddisfazioni. E poi, attraverso i proventi autorali riesco a gestire la mia
etichetta, La Fattoria del Moro, da solo, senza bisogno di appoggiarmi alle
grandi major. Attualmente sto scrivendo per interpreti abbastanza importanti,
ma non posso ancora svelarvi nulla", rivela al termine dell'intervista
Fabrizio.
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