mercoledì 9 novembre 2011

Uomini e donne: Paola Frizziero e Cristian Galella


14 Maggio 2008

Finora non mi sono espressa esplicitamente ma con considerazioni indirette su Paola Frizziero e Cristian Gallella. Il perchè mi pare chiaro dai post precedenti. Non mi coinvolge la soap opera vivente. Mi interessa maggiormente l’atteggiamento di Maria De Filippi, i meccanismi messi in campo, dominati, domati dalla sua  regia autoriale. Ma se devo fare una considerazione sui due escludo che:
1. A “Uomini e Donne” transitino anche solo per errore dei geni. Un quoziente medio di intelligenza è già una sorpresa;
2. A “Uomini e Donne” transitino anche solo per errore grandi attori.
Tutto ciò per dire che Cristian Gallella o è un fenomeno (punti 1 e 2) o è uno che si è imbarcato. Che nel mio linguaggio significa che è più in là di una cotta. Ovviamente, a volte le emozioni confondono e si confondono e poiché non vi può essere storia vera in un contesto finto, dove per finto intendo non naturale ma condizionato, pilotato da meccanismi, perchè siamo in tv ed è bene non scordarlo, il ragazzo potrebbe credere di provare qualcosa che è tutto da dimostrare. Nel tempo e con le lucine delle telecamere spente.
Quanto a Paola Frizziero, a volte eccessiva, che mostra le sue vulnerabilità, il che mi piace, ma, mi porta anche a pensare che non sia abile in certe situazioni (come ai tempi non lo fu Alessandra Pierelli), è una ragazza sveglia, sicuramente più esperta di Cristian in quello studio (infatti, in questo momento ha preso in mano il gioco anche per lui ma non so questo Cristian lo ha chiaro).
Caratterialmente diversa da lui e forse non abituata a ragazzi che parlano e la ascoltano (Angelucci sapeva dirle solo che era pesante) ha confuso l’educazione, la pacatezza di lui come finzione o mancanza di carattere. Ha parecchie cose da capire la ragazza sugli uomini. Ad esempio che da un uomo si ottiene tutto ciò che si vuole se ci sa fare. Non con atteggiamenti impositivi. Vuoi perchè le hanno fatto notare alcune cose del ragazzo, vuoi perchè ci è arrivata per conto suo, anche lei si è imbarcata. E’ al di là della cotta. Ma è anche perfettamente cosciente di cosa stia succedendo. Si era affidata alla signora Fascino (e ha fatto bene, è lei il padrone del vapore non certo il Mora ed è solo lei che ti può “proteggere” dal noto “agente del nulla”) che, insieme alla sua redazione aveva “individuato” in Cristian Gallella, ben sapendo chi fosse l’agente, colui che potesse andare bene. Per lei? Per il programma? Siamo realisti. Nella migliore delle ipotesi per entrambi: lei e il programma. La dimostrazione che la “selezione” di Cristian è stata mirata sono le cosiddette esterne in crescendo, le musiche messe per sottolineare certi momenti. Ovviamente, senza perdere di vista i meccanismi che vogliono la crisi, il corteggiatore che se ne va, il ritorno. Ma il canovaccio in testa ad “alcuni” era quello che questa potesse essere una coppia e lo svolgimento di questa coppia doveva portare a mostrare una Paola Frizziero che voltava pagina, che era cresciuta, meno paranoica anche se sempre contraddittoria. E anche, udite udite, mettere in campo la possibilità che Cristian Gallella potesse lasciare l’agenzia. C’è in questo trono qualcosa (che puzza di sicuro!) che richiama soap opere viventi passate. La convinzione maggiore delle persone che hanno seguito la storia di Costantino Vitagliano e Alessandra Pierelli è che se lui avesse mollato l’agente le cose sarebbero andate diversamente. Non è la mia opinione. Sicuramente quell’ambientino ha condizionato, ma, le storie d’amore hanno  come presupposto base che lui e lei devono avere aspettative in comune. Uno dev’essere la priorità dell’altro. Si parla, si discute, si sceglie insieme. Se non è così,  dura minga, come si dice dalle mie parti.
Comunque sia, ciò che ho visto di questo trono è un percorso preciso che mirava ad alcuni “obiettivi”. L’obiettivo finale sembra in questo momento irraggiungibile. Ma questo è ragionare con occhi da soap opera vivente che segue e ascolta senza vedere cosa c’è dietro. Io che sono machiavellica e disincantata sostengo che non è tutto finto, ma, neanche tutto naturale, che siamo appunto nel programma “Uomini e Donne” e che, quindi, il finale dev’essere con “suspence” ma non deludere il target medio. 

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