martedì 13 gennaio 2015

Unione Europea, vincoli: sì alla flessibilità ma il tetto del 3% non si tocca



da: la Repubblica
Le nuove linee guida della Commissione aprono a "temporanee deviazioni" sui conti per chi è in recessione o ha in programma piani di investimenti. Ma il tetto tra deficit e Pil non si tocca

Via libera della Commissione europea a "temporanee deviazioni" sui conti pubblici, nel caso di piani di investimenti lanciati da paesi in recessione o difficoltà economica. Posto che nella sua interpretazione-chiarificazione della "clausola sugli investimenti", Bruxelles ha posto una serie di paletti a cui dovranno attenersi gli stati che vorranno sfruttare questa flessibilità.

I paesi che, come l'Italia, si inquadrano nella procedura "preventiva" del Patto di stabilità e di crescita possono deviare temporaneamente dai loro obiettivi di medio termine in modo da favorire gli investimenti, rispettando diverse condizioni.

Primo il Pil deve essere in calo o la crescita deve risultare di almeno 1,5 punti percentuali più bassa rispetto al suo potenziale. Secondo, recita un documento diffuso al termine del collegio della Commissione, la deviazione non deve portare allo sforamento del limite del 3 per cento sul rapporto deficit-Pil. Terzo, gli investimenti devono registrare un effettivo aumento. Quarto, le poste su cui
questa deviazione sono praticabili sono progetti cofinanziati con l'Ue.

Sono dunque queste le nuove linee guida sul Patto: "Gli Stati memebri - sottolinea Bruxelles - saranno tenuti a fare uno sforzo di bilancio magiore nei momenti migliori e uno sforzo inferiore in tempi difficili". La Commissione, viene sottolineato, non propone tuttavia alcuna modifica delle norme esistenti e quindi anche del Patto di Stabilità e Crescita.

Sul fronte delle riforme la Commissione terrà in conto il loro impatto fiscale positivo, a patto che siano "strutturali", che abbiano "effetti positivi sul lungo termine sui bilanci" e che siano "effettivamente attuate". Le riforme potranno essere anche esaminate ex ante, se gli Stati membri presenteranno "un piano preciso con un cronoprogramma credibile per la loro attuazione".

Nel caso dei Paesi che rispettano i vincoli del Patto la Commissione valuterà le riforme prima di raccomandare al Consiglio possibili deviazioni temporanee dall'obiettivo di bilancio di medio termine. Deviazioni che, in ogni caso, non dovranno superare lo 0,5% del Pil. Inoltre dovrà essere mantenuto un margine di salvaguardia per rispettare il vincolo del 3% del deficit/Pil.

Invece per i Paesi che non rispettano i parametri del Patto di Stabilità, ma che hanno compiuto lo sforzo fiscale richiesto e che hanno bisogno di più tempo per raggiungere il limite del 3%, la Commissione potrebbe raccomandare di concedere più tempo in presenza però di un apposito piano per le riforme strutturali.

Per quanto riguarda il Piano per gli investimenti da 315 miliardi di euro della Commissione Juncker i contributi nazionali all'Efsi, il Fondo europeo per gli investimenti strategici, non saranno conteggiati nella definizione dell'aggiustamento fiscale. Secondo la comunicazione dell'esecutivo di Bruxelles, nel caso in cui un Paese non rispetti il 3% del deficit/Pil, la Commissione non aprirà una procedura per deficit eccessivo se lo sforamento, che dovrà essere "contenuto e temporaneo", sarà dovuto ai contributi versati.

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