mercoledì 7 gennaio 2015

Jobs Act: tutele e reintegri, 10 cose da sapere



da: La Stampa

Tutele e reintegri, 10 cose da sapere sul Jobs Act
Dai nuovi contratti agli indennizzi economici: le novità introdotte dalla riforma

1 - Che cosa significa a “tutele crescenti”?  
Significa che le tutele per chi firma un contratto aumenteranno con il passare del tempo. Il nuovo assunto deve però sapere che, se verrà licenziato, il suo indennizzo sarà solo di natura economica, e crescerà in base all’anzianità di servizio. In pratica, si esclude la possibilità del reintegro del lavoratore.  

2 - A chi offre le opportunità maggiori il nuovo contratto?  
Chi, nel corso del 2015, avrà davvero una opportunità, sarà chi oggi ha un contratto di collaborazione o a tempo determinato, perché il contratto a tutele crescenti taglia del 30% il costo del lavoro.  

3 - A quanto ammonterà l’indennizzo in caso di licenziamenti?  
Il datore di lavoro deve pagare un’indennità pari a 2 mensilità per ogni anno di servizio, in misura non inferiore a 4 e non superiore a 24 mensilità.  

4 - A chi si applicano le nuove regole?  
Soltanto ai nuovi assunti. Chi ha già un contratto a tempo indeterminato, dunque, mantiene lo Statuto del passato. 

5 - Quando scatterà il reintegro?  
Solo in caso di licenziamenti nulli e discriminatori. «Se io ti licenzio per motivi religiosi o sessuali è sacrosanto che intervenga il giudice», ha detto Renzi. Fermo restando il diritto al risarcimento del danno, al lavoratore è inoltre data la facoltà di chiedere al datore di lavoro, in sostituzione della reintegrazione nel posto di lavoro, un’indennità pari a quindici mensilità dell’ultima retribuzione «globale di fatto».  

6 - E nei licenziamenti disciplinari ingiustificati?  
Il reintegro ci sarà solo nel caso in cui il giudice rilevi che il «fatto materiale non sussista». Una parte marginale dei licenziamenti.  

7 - Sarà possibile licenziare per scarso rendimento?  
No. «Pensiamo non ce ne sia bisogno», ha spiegato Renzi. 

8 - Le nuove regole si applicheranno anche in caso di licenziamento collettivo?  
Sì. Ai licenziamenti collettivi «è esteso lo stesso regime» dei licenziamenti individuali, ha detto ieri il premier. Un punto criticato dalla Cisl 

9 - Per le aziende con meno di 15 dipendenti cambia qualcosa?  
No, visto che la distinzione con le piccole imprese, escluse dall’articolo 18, resta. Per loro continuerà a valere l’indennizzo attuale, variabile tra i 2,5 e i 6 mesi di retribuzione. 

10 - Che cosa significa opting out? E’ stato approvato?  
Si tratta di un meccanismo che, in caso di licenziamento disciplinare ingiustificato, permette all’azienda condannata dal giudice di scegliere non il reintegro del lavoratore, ma un indennizzo ben più alto. L’opting out, però, non è previsto. “Avremmo superato la delega”, ha detto Renzi.

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