“Statista solo sui teleschermi”,
definizione coniata da Matteo Orfini per Berlusconi, ce la conserviamo.
Potrebbe venir buona anche per Renzi….
da: Il Fatto Quotidiano
Berlusconi?
“Una puttaniere”. “Game over”. Amarcord Pd prima del Nazareno
Il
sostegno di B. al governo, con il patto del Nazareno, è ormai determinante, ma
fino a un paio di anni fa gli attuali vertici del Partito Democratico, da Renzi
alla Finocchiaro, usavano parole di fuoco per l'ex Cav
di Paola
Zanca
Non è necessario tornare ai tempi delle
leggi ad personam, del conflitto di interessi, delle telefonate in Procura per salvare
la nipote di Mubarak. Basta riavvolgere il nastro di un paio d’anni scarsi.
Quando Berlusconi era stato costretto alle dimissioni e ai democratici pareva
finita un’era. Quando la condanna in Cassazione lo aveva fatto decadere dal Senato
e ai più sembrava che il futuro lo avrebbe trascorso all’ospizio di Cesano
Boscone. Invece, più
arzillo che mai,
Berlusconi ha tenuto in piedi il governo Renzi con il voto sull’Italicum.
E il patto del Nazareno condiziona ormai in maniera stabile riforme, programmi
e la prossima elezione del Capo dello Stato.
Ma a rileggere le dichiarazioni di
molti esponenti Pd di fede renziana, la resurrezione del leader di Forza Italia
non era un’ipotesi messa da conto. “In un qualsiasi Paese dove un leader
politico viene condannato con sentenza definitiva, la partita è finita: game
over”, diceva lo stesso Matteo Renzi l’11 settembre del 2013, velocissimo a precisare
che, comunque, “non bisogna avere puzza sotto il naso per chi lo ha votato”. Ma
il nuovo corso democratico, assieme alla legittima aspirazione a cercare voti
nello schieramento avversario, si è preso il pacchetto completo. Berlusconi in
testa. Per questo, alle donne del Pd, per esempio, andrebbe ricordato con chi
si sono messe in affari: “un uomo con una vita sessualmente promiscua e
moralmente discutibile” (Debora Serracchiani), un “puttaniere” (Pina Picierno),
un “vecchio satiro compulsivo” (ancora Serracchiani), un “maiale” (Alessandra
Moretti).
All’attuale ministro degli Esteri Paolo
Gentiloni, per anni responsabile Comunicazione del Pd, varrebbe la pena
riproporre le parole di fuoco contro la legge Gasparri e le nomine che erano
“un’umiliazione per la Rai”.
Ad Andrea
Orlando, già responsabile Giustizia, fischieranno le orecchie a ripensare
alle quotidiane accuse di Silvio, “insofferente ai ruoli di garanzia previsti
dalla nostra Costituzione”.
Dario
Franceschini, quando ancora poteva, si prodigava in
battute: “Dice di essere il leader più popolare del mondo? In effetti piace
molto anche negli altri pianeti”.
Matteo
Orfini lo chiamava “statista solo sui teleschermi”. Poi, a
fine 2013, si era convinto che fosse “politicamente irrilevante”. Dev’essere
per quello che gli hanno aperto la porta di casa.
Anna
Finocchiaro: “Minaccia i nostri figli, si appella alla
piazza. Ancora una volta, per i propri scopi, usa metodi e linguaggio
anti-Stato”. (26/11/2013)
Paolo
Gentiloni: “Un condannato in via definitiva non può essere il
leader di un grande partito, in una democrazia occidentale”. (3/8/2013)
Roberta
Pinotti: “Mentre tanti italiani non hanno i soldi neppure per
mangiare, Berlusconi dona 5.000 euro alle ragazze, deve dimettersi”.
(13/2/2011)
Andrea
Orlando: “Se fossimo in un Paese in cui non c’è Berlusconi, la
via d’uscita sarebbe mettere insieme due forze con visioni diverse?”.
(6/3/2013)
Debora
Serracchiani: “Nell’interesse degli italiani è
imperativo che Berlusconi stia per sempre lontano dalla gestione della cosa
pubblica”. (4/2/2013)
Giuliano
Poletti: “In linea con la sua incontrollabile pulsione a
produrre battute di dubbio gusto, Berlusconi continua a insultare le coop”.
(1/3/2007)
Pina
Picierno: “Sicuramente è un puttaniere. Penso che se Berlusconi
è colpevole, ed io penso che lo sia, debba andare in galera” (28/9/2011)
Dario
Franceschini: “È l’ultimo uomo al mondo che può parlare
di questione morale. Se si guarda allo specchio, non ci riuscirà per la
vergogna”. (6/12/2008)
Simona
Bonafè: “È evidente che con la vittoria di Matteo Renzi
il primo ad andare a casa sarebbe proprio Berlusconi”. (25/11/2012)
Matteo
Orfini: “Non è neppure immaginabile la riedizione di una
maggioranza come quella che ha sostenuto il governo Monti”. (6/3/2013)
Marina
Sereni: “C’è chi rispetta le istituzioni e chi le rappresenta
soltanto se queste si piegano ai suoi comandi, al suo volere, ai suoi bisogni”.
(1/10/2013)
Ermete
Realacci: “Non mi illudo che sia diventato uno statista
illuminato. Mi auguro che venga mantenuto almeno un tasso di decenza”.
(13/5/2013)
Alessandra
Moretti: “Alle promesse di Berlusconi non credono più neanche
gli anziani e neanche le casalinghe”. (20/5/2014)
Luigi
Zanda: “Sul rispetto dello Stato di diritto e delle
istituzioni democratiche, Berlusconi e Grillo la pensano allo stesso modo”.
(1/2/2014)
Roberto
Speranza: “Questi tentativi per sfuggire alla giustizia ci
consegnano Berlusconi sempre più caimano e sempre meno uomo di Stato”.
(25/11/2013).
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