da: La Stampa
Aveva cambiato il corso della musica
napoletana, le aveva tolto la polvere e le crinoline e l’aveva restituita al
presente, contaminandola col rock. Stava preparando un nuovo disco
Se n’è andato un grande. Con semplicità ma
con orgoglio, con passione e intuito, dalla fine degli Anni Settanta Pino
Daniele aveva cambiato il corso della musica napoletana, riservandosi un posto
nella storia di una tradizione tanto cruciale nella nostra cultura: le aveva
tolto la polvere e le crinoline, e l’aveva restituita al presente,
contaminandola con il rock, il blues, il jazz, in un crogiuolo di ispirazioni
che avevano al centro la sua espertissima e mirabile chitarra e la voce carica
di vibrazioni napoletane e soul.
Per Napoli era un simbolo, un idolo indiscusso,
una bandiera come lo era stato Massimo Troisi, pure lui tradito dal cuore, per
il quale tra l’altro aveva composto ben tre colonne sonore. Ma era un simbolo
anche per la canzone d’autore italiana e internazionale, della quale
rappresentava un punto di forza innegabile,
pur con gli alti e bassi che avevano segnato l’ultima parte del suo percorso artistico. Fortissimo era stato l’impatto delle sue prime opere, in un’Italia che grazie a lui riscoprì la capacità di ritrovare e rinnovare le radici musicali. I primi album, “Terra mia” del ’77, “Pino Daniele” del ’79, “Nero a metà” dell’80 che era da poco tornato a celebrare, “Vai mo’” dell’81, contenevano perle assolute come “Napule é” e “Terra mia”, la giocosa “Tazzulella ‘e café”, “Je so? pazzo”, “Quanno Chiove”, “Yes I Know my Way”, ma decine di altri suoi brani, nel corso della carriera, sono diventati colonne sonore del nostro paese e non soltanto, vista la popolarità acquisita fra i grandi musicisti della scena internazionale, con i quali amava collaborare e che portava con grande orgoglio sulle scene dei suoi concerti.
pur con gli alti e bassi che avevano segnato l’ultima parte del suo percorso artistico. Fortissimo era stato l’impatto delle sue prime opere, in un’Italia che grazie a lui riscoprì la capacità di ritrovare e rinnovare le radici musicali. I primi album, “Terra mia” del ’77, “Pino Daniele” del ’79, “Nero a metà” dell’80 che era da poco tornato a celebrare, “Vai mo’” dell’81, contenevano perle assolute come “Napule é” e “Terra mia”, la giocosa “Tazzulella ‘e café”, “Je so? pazzo”, “Quanno Chiove”, “Yes I Know my Way”, ma decine di altri suoi brani, nel corso della carriera, sono diventati colonne sonore del nostro paese e non soltanto, vista la popolarità acquisita fra i grandi musicisti della scena internazionale, con i quali amava collaborare e che portava con grande orgoglio sulle scene dei suoi concerti.
Quel cuore ballerino con il quale faceva i
conti da tutta la vita, quel cuore sul quale spesso scherzava e che gli aveva
regalato già due infarti oltre a innumeri fibrillazioni, lo ha tradito per
sempre nel pieno di una notte tranquilla di inizio anno, nella sua casa di
Magliano in Toscana, in un momento di grande vitalità personale e
professionale. Avrebbe compiuto 60 anni il 19 marzo, Pino Daniele. Stava
preparando un album di inediti, che doveva uscire fra qualche mese, e stava
lavorando tanto.
Per uno strano gioco del destino, lui
spesso così schivo e appartato, che amava vivere in sala di registrazione e
lontano dai riflettori, aveva passato invece gli ultimi giorni della sua vita
davanti alle telecamere: il 31 ospite al Galà di Capodanno su Raiuno, il 30
protagonista di “Canzone” su Raiuno”, mentre in settembre con la formazione
originale del 1980 aveva girato l’Italia ricantando “Nero a metà”. Soltanto
ieri aveva lasciato Courmayeur per la Toscana, in attesa di tornare a Roma per
rientrare in sala di registrazione. Lascia 5 figli: ormai adulti Alessandro e
Cristina, nati dal suo matrimonio con Dorina Giangrande; i più piccoli Sara,
Sofia e Francesco, nati dalle nozze con Sofia Sciabarrasi, dalla quale stava
vivendo una movimentata separazione. Aveva una nuova compagna, Amanda, stava
passando un momento di grande qualità personale e creativa. Era molto amato
dalla comunità dei musicisti, per la sua semplicità e umiltà, per la capacità
di scherzare sempre e per la sua vis polemica. A dare la notizia della sua
scomparsa era stato nella notte Eros Ramazzotti, ma da Laura Pausini a Gigi
D’Alessio nelle ultime ore il web è stato inondato di lacrime per la sua
dipartita improvvisa.
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