lunedì 5 gennaio 2015

Marinella Venegoni: addio Pino Daniele, il grande bluesman di “Napule”



da: La Stampa


Aveva cambiato il corso della musica napoletana, le aveva tolto la polvere e le crinoline e l’aveva restituita al presente, contaminandola col rock. Stava preparando un nuovo disco

Se n’è andato un grande. Con semplicità ma con orgoglio, con passione e intuito, dalla fine degli Anni Settanta Pino Daniele aveva cambiato il corso della musica napoletana, riservandosi un posto nella storia di una tradizione tanto cruciale nella nostra cultura: le aveva tolto la polvere e le crinoline, e l’aveva restituita al presente, contaminandola con il rock, il blues, il jazz, in un crogiuolo di ispirazioni che avevano al centro la sua espertissima e mirabile chitarra e la voce carica di vibrazioni napoletane e soul.  

Per Napoli era un simbolo, un idolo indiscusso, una bandiera come lo era stato Massimo Troisi, pure lui tradito dal cuore, per il quale tra l’altro aveva composto ben tre colonne sonore. Ma era un simbolo anche per la canzone d’autore italiana e internazionale, della quale rappresentava un punto di forza innegabile,
pur con gli alti e bassi che avevano segnato l’ultima parte del suo percorso artistico. Fortissimo era stato l’impatto delle sue prime opere, in un’Italia che grazie a lui riscoprì la capacità di ritrovare e rinnovare le radici musicali. I primi album, “Terra mia” del ’77, “Pino Daniele” del ’79, “Nero a metà” dell’80 che era da poco tornato a celebrare, “Vai mo’” dell’81, contenevano perle assolute come “Napule é” e “Terra mia”, la giocosa “Tazzulella ‘e café”, “Je so? pazzo”, “Quanno Chiove”, “Yes I Know my Way”, ma decine di altri suoi brani, nel corso della carriera, sono diventati colonne sonore del nostro paese e non soltanto, vista la popolarità acquisita fra i grandi musicisti della scena internazionale, con i quali amava collaborare e che portava con grande orgoglio sulle scene dei suoi concerti. 

Quel cuore ballerino con il quale faceva i conti da tutta la vita, quel cuore sul quale spesso scherzava e che gli aveva regalato già due infarti oltre a innumeri fibrillazioni, lo ha tradito per sempre nel pieno di una notte tranquilla di inizio anno, nella sua casa di Magliano in Toscana, in un momento di grande vitalità personale e professionale. Avrebbe compiuto 60 anni il 19 marzo, Pino Daniele. Stava preparando un album di inediti, che doveva uscire fra qualche mese, e stava lavorando tanto.  

Per uno strano gioco del destino, lui spesso così schivo e appartato, che amava vivere in sala di registrazione e lontano dai riflettori, aveva passato invece gli ultimi giorni della sua vita davanti alle telecamere: il 31 ospite al Galà di Capodanno su Raiuno, il 30 protagonista di “Canzone” su Raiuno”, mentre in settembre con la formazione originale del 1980 aveva girato l’Italia ricantando “Nero a metà”. Soltanto ieri aveva lasciato Courmayeur per la Toscana, in attesa di tornare a Roma per rientrare in sala di registrazione. Lascia 5 figli: ormai adulti Alessandro e Cristina, nati dal suo matrimonio con Dorina Giangrande; i più piccoli Sara, Sofia e Francesco, nati dalle nozze con Sofia Sciabarrasi, dalla quale stava vivendo una movimentata separazione. Aveva una nuova compagna, Amanda, stava passando un momento di grande qualità personale e creativa. Era molto amato dalla comunità dei musicisti, per la sua semplicità e umiltà, per la capacità di scherzare sempre e per la sua vis polemica. A dare la notizia della sua scomparsa era stato nella notte Eros Ramazzotti, ma da Laura Pausini a Gigi D’Alessio nelle ultime ore il web è stato inondato di lacrime per la sua dipartita improvvisa. 

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