L’erede di Silvio Berlusconi, all’anagrafe
Matteo Renzi, se ne va dal PD. Crea un nuovo partito (in Italia ne abbiamo
bisogno, ce ne sono pochi..) che pare si chiamerà “L’Italia del Sì”.
Orbene..
Chi è quello che da qualche mese ci
sfrucuglia i cocomeri con “voglio una Italia del SI” e ha fatto cadere il
governo con il M5S perché alcuni dei ministri di questo movimento (o partito?!)
bloccavano ciò che lui voleva fare con i “NO”...
Ah…sì…Matteo Salvini.
Orbene..
A questo punto “l’Italia del Sì” di Renzi
non potrà che allearsi con l’altro fautore dell’Italia dei Sì: Matteo Salvini.
Del resto, in politica, e con una legge
proporzionale si può fare di tutto e il contrario di tutto. Anche se raccatti
meno del 5% puoi farcela a “occupare delle poltrone”. Puoi essere decisivo per
un accordo politico che non chiamerai accordo né alleanza ma: emergenza. Di
emergenza in emergenza, durerai un paio di elezioni (se ti va bene). Ma “staisereno”.
Dovrai stare ai box politici per un po’ di tempo, poi, ci sono gli italiani con
la memoria corta: potrai ridiventare decisivo per un accordo politico (con
partiti diversi dal primo giro) che non chiamerai accordo, né alleanza ma………..emergenza.
E così via…
Secondo alcuni - tra cui autorevoli
costituzionalisti, cui va la mia considerazione (senza ironia..o quasi) -
votare con il proporzionale è democrazia. Io che non sono di primo pelo mi
ricordo ancora la prima repubblica con la D.C e il pentapartito. Mi ricordo gli
articoli di Enzo Biagi su quel partitino che erano il PL (partito liberale) e PSDI
(partito socialdemocratico) che
poco raccoglievano in termini di voti, ma poiché
erano determinanti per formare governi riuscivano a occupare poltrone anche di primo piano.
Mi ricordo come l’assistenzialismo e la
spesa pubblica siano nate e cresciute grazie alla D.C e ai suoi governi del
pentapartito.
Ah..si votava con il proporzionale puro. Quello
che alcuni vorrebbero ripristinare ignorando o fingendo di ignorare che non
esiste sistema elettorale che può salvare questo paese dal basso livello
culturale, intellettuale, operativo (cioè pratico) della classe politica.
Per questi illustri, autorevoli sostenitori
del proporzionale, avrei una domanda: quando votiamo per il
Sindaco, non siamo in democrazia?
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