In questo articolo gli autori descrivono alcuni
limiti della “quota 100”. Tra le misure alternative/correttive a questa norma
introdotta dal governo Salvini-Di Maio vi sarebb anche il mantenimento dell’opzione donna.
Se “quota 100” ha dei limiti, che dire dell’opzione
donna. Questa sì, che è penalizzante.
Perché chi sceglie “opzione donna” si vede calcolare
la pensione con il sistema contributivo mentre chi va in pensione con la
Fornero o con quota 100 ci va, prevalentemente, con il sistema misto
(retributivo + contributivo). E allora, se si vuole scrivere di criticità della
“quota 100” per “convincere” il governo Conte 2 ad abrogarla o modificarla, i giornalisti del Sole 24 Ore siano così
professionali e documentati da mettere in evidenza le criticità delle altre
opzioni che si ipotizza la sostituiranno. Ovviamente….se i giornalisti sono
onesti mentalmente. Se lo scopo è solo “affossare” quota 100..beh…l’articolo va
bene così…
da: Il Sole 24 Ore - di Davide Colombo e Marco Rogari
Non
è solo l’incidenza sulla spesa a rendere critici i pensionamenti con 62 anni e
38 di contributi nel triennio in corso. È una lunga serie di nodi a spingere i
tecnici del nuovo esecutivo a valutare un restyling delle misure
Un macigno sulla spesa pensionistica. Che,
secondo le ultime stime della Ragioneria generale dello Stato, è destinata ad
appesantirsi di oltre 63 miliardi fino al 2036, con una crescita media di 0,2
punti di Pil l’anno. Ma dai dati ufficiali emergono altri punti deboli di
“Quota 100”. Appena una domanda su
quattro arriva da una lavoratrice. L’ultimo monitoraggio dell’Inps (vedi
IlSole24Ore del 10 settembre) mette chiaramente in evidenza uno dei limiti
principali dei nuovi anticipi voluto dal governo gialloverde.
Che sono appannaggio soprattutto di lavoratori maschi con lunghe carriere
contributive. Su 175.995 domande presentate finora solo 45.680 sono
femminili.
I
limiti di quota 100
«Quota 100” mostra anche altri limiti. Leggendo
i dati grezzi del monitoraggio Inps
si ha
anzitutto la conferma che le adesioni sono basse (circa il 30% in meno rispetto ai target governativi). Inoltre la maggior parte degli aspiranti quotisti che hanno presentato domanda (circa il 61%) ha più di 62 anni, il che significa che l'anno prossimo e quello successivo ci saranno meno over 62enni candidati all'uscita. Altro limite annunciato dallo stesso governo Conte-1 è l'assegno più leggero (fino al 6% per i dipendenti e del 4% per gli autonomi) un effetto dovuto alla minore contribuzione. Per non parlare del divieto di cumulo con altri redditi da lavoro nel primo quinquennio di pensionamento. Infine il fatidico tasso di sostituzione: per ogni nuovo pensionato ci sarà almeno un'assunzione di un giovane? Su questo fronte mancano evidenze statistiche ma già in questa fase dell'anno possiamo dire che neppure nella Pubblica amministrazione il tasso 1 a 1 si è verificato.
anzitutto la conferma che le adesioni sono basse (circa il 30% in meno rispetto ai target governativi). Inoltre la maggior parte degli aspiranti quotisti che hanno presentato domanda (circa il 61%) ha più di 62 anni, il che significa che l'anno prossimo e quello successivo ci saranno meno over 62enni candidati all'uscita. Altro limite annunciato dallo stesso governo Conte-1 è l'assegno più leggero (fino al 6% per i dipendenti e del 4% per gli autonomi) un effetto dovuto alla minore contribuzione. Per non parlare del divieto di cumulo con altri redditi da lavoro nel primo quinquennio di pensionamento. Infine il fatidico tasso di sostituzione: per ogni nuovo pensionato ci sarà almeno un'assunzione di un giovane? Su questo fronte mancano evidenze statistiche ma già in questa fase dell'anno possiamo dire che neppure nella Pubblica amministrazione il tasso 1 a 1 si è verificato.
Verso
un restyling delle misure
Non è dunque solo l'incidenza sulla spesa a
rendere critici i pensionamenti con 62 anni e 38 di contributi nel triennio in
corso. È una lunga serie di nodi a spingere i tecnici del nuovo esecutivo a
valutare un restyling delle misure. Tra le opzioni c'è una rimodulazione delle finestre di uscita, l'innalzamento di uno dei due
requisiti di «Quota 100», la reintroduzione
degli adeguamenti automatici all'aspettativa di vita espressamente
caldeggiata dalla Ragioneria generale. E anche uno stop anticipato della sperimentazione. Nel menù anche misure alternative e compensative come
un'ulteriore proroga di Opzione donna,
indicata nel programma del Conte-2, il passaggio
a regime dell'Ape sociale con una platea più ampia e l'avvio di una
«pensione di garanzia» finanziata fiscalmente per i giovani con carriere
discontinue. Un intervento, quest'ultimo, previsto sempre nel programma del
nuovo governo.
A chiedere l'eliminazione immediata di
«Quota 100» fin dal 2020 è +Europa, mentre l'ex ministra Elsa Fornero afferma
che sarebbe «doveroso dire con chiarezza che l'esperienza di Quota 100 si
chiude nel 2021». La questione previdenziale potrebbe spuntare anche al tavolo
di confronto chiesto dai sindacati al governo in vista della manovra di
ottobre.
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