Israele
ha parlato: Netanyahu deve abdicare
di Carlo
Panella
Il premier uscente è il grande sconfitto
alle urne. Per bloccarlo si sono mobilitati l'elettorato ebraico e quello
arabo. In un voto che spinge il Paese un po' più a sinistra.
L’unico vincitore certo delle elezioni in Israele è Avigdor Lieberman che col suo Yisrael Beiteinu conquista solo una decina di seggi, su 120, ma può
decidere liberamente quale governo fare perché ha la golden share della Knesset. L’unico perdente certo è Benjamin “Bibi”
Netanyahu perché la sua coalizione
di centrodestra ha mancato la maggioranza di ben cinque seggi ed è certo
che non sarà più premier, anche se non è escluso che il suo Likud entri in un
governo di coalizione. Non sfonda il partito Blue and White di Benny
Gantz, che però ottiene gli stessi seggi (32) del Likud e ha ottime
probabilità di entrare in una coalizione con discrete possibilità di ottenerne
la premiership. Sfonda la Joint List dei partiti arabi che finalmente si
presentano uniti e prendono 12 parlamentari. Disastro invece, e per fortuna, di
Otza Yehudit, partito para fascista ebraico che non ottiene nessun parlamentare
(e Netanyahu era pronto persino a fare un governo con questo gruppo xenofobo e
razzista).
Come spenderà ora la sua golden share
Lieberman? Nel modo a lui più utile, mettendosi al centro di un governo di
coalizione nazionale con Blue and White e col Likud. È questa la
proposta che
infatti ha subito avanzato ed è quella che gli permette di dominare la scena
politica, forse addirittura assumendone la premiership. Ma il Likud e Blue and
White accetteranno questa proposta? Gantz ha tutto l’interesse ad accettarla
per condizionare da posizioni di centrosinistra l’esecutivo. Più difficile
prevedere cosa farà un Likud terremotato dalla sconfitta personale di un
Netanyahu che per di più a breve andrà a processo per vari episodi di
corruzione. A oggi, la guida del partito non è insidiata a Netanyahu da nessun
forte oppositore e quindi Bibi, in un certo senso, “dá sempre le carte”. Ma non
è detto che così sarà anche un domani. Né è prevedibile che Lieberman accetti
di appoggiare la coalizione di centrodestra di Netanyahu dopo aver provocato elezioni
anticipate proprio per averla rifiutata tre mesi fa.
SOFFIA
VENTO DI CENTROSINISTRA
Nel complesso è una situazione fluida,
dominata però da un dato di fatto ineludibile: per bloccare Netanyahu si è mobilitato sia l’elettorato ebraico che quello
arabo con una partecipazione al voto eccellente. È questa mobilitazione ha
vinto. Una volta “ferito” il leader del Likud, il sistema elettorale ultra
proporzionale di Israele rende complicato costruire una alternativa. Ma il
vento di centrosinistra che caratterizza questo voto dovrebbe infine imporsi
anche a livello governativo.
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