Condivido e sottoscrivo l’articolo di
Padellaro, con un’unica eccezione: quel “miracolosamente
nato…” riferito al governo Conte 2.
L’avvocato Giuseppe Conte non mi pare
proprio avvolto dal candore….Certo, hai dei tratti “ingenui” se veramente è rimasto
sorpreso dalla tempistica di Renzi e ha ancora alcuni impeti dialettici emotivi
(il corpo a corpo con Salvini) dietro i quali però, si nasconde il suo
obiettivo politico: essere l’anti-Salvini. Beh…dovrà fare i conti con Renzi che
vuole giocare, appunto, a fare l’anti-Salvini. Per questo deve aver cambiato il
nome del suo partito da “L’Italia del Sì” a “Italia Viva”. Con la prima
denominazione si capiva che era il gemello di Salvini. “Italia Viva” (che pare
abbia scopiazzato) è sempre l’Italia dei “Si”…ha solo un nome da prodotto
biologico. Ecco. Se Renzi è qualcosa è proprio questo: non è biologico.
Fanfarone pericoloso, ergo: nocivo.
da: Il Fatto Quotidiano - di Antonio Padellaro
Cortesemente, dopo la scissione
psichiatrica nel Pd, non date retta alle minacce di Matteo Uno contro Matteo Due
(“Passerò i prossimi anni a combattere
Salvini”), o agli insulti di Matteo
Due contro Matteo Uno (“Da Renzi non mi aspetto dignità né onore”). Sono fatti l’uno per l’altro. Poiché
dubitiamo che entrambi si siano formati sulle teorie di Carl Schmitt (la figura
del nemico in politica come esigenza primaria), presumiamo che molto più
banalmente la strana coppia avesse
impellente bisogno di uno spot, tipo pubblicità comparativa: denigrare il
concorrente per meglio promuoversi.
I
due Mattei si annusavano ammiccanti già dopo le elezioni del
2018 quando l’ex concorrente de La ruota della Fortuna premeva
sull’ex comparsa de Il pranzo è
servito per indurlo ad accettare
senza indugio il governo con i grillini.
Cosicché egli più agevolmente potesse
sparargli contro (ingozzandosi di popcorn) e certificare così la propria esistenza
in vita.
Favore
ricambiato il 20 agosto scorso al Senato, mentre il
vicepremier leghista annaspava nella pozzanghera da lui stesso provocata (e
sotto i colpi di Giuseppe Conte) ecco che il
senatore di Scandicci rievocava una qualche insignificante cortesia
dell’altro, nel momento in cui quello ad annaspare era lui. Anche se nei panni del debitore, Renzi dovrebbe
restarci in eterno poiché senza il dissennato Salvini del Papeete Beach
starebbe ancora a casuccia a morire di pizzichi.
Abbastanza scontato poi accomunarli in ragione della hybris,
l’arroganza da cui sono afflitti e
con la quale ammorbano il Paese. La stessa prosopopea nel sentirsi infallibili, la stessa saccente,
ridicola gravità nell’infiocchettare
di chissà quali valori la solita fame di potere. Gemelli perfino nell’uso desolante della finta bonomia verso chi li
avversa, introdotta dall’ex ministro degli Interni con i famosi “bacioni”, “vi abbraccio tutti”, “molti nemici molto amore” (oddio). Copiata
paro paro dall’ex premier (“a Zingaretti
o Orlando o Franceschini mando un abbraccio, restiamo amici se vi va, ma
anche se non vi va per noi non sarete mai nemici”). Fino al plagio supremo: “Ci
riconoscerete dal sorriso, non dal rancore” (almeno ci risparmia i bacetti al
rosario). Il fatto è che dietro questa
patina finta e melensa di buoni sentimenti si nascondono dei professionisti della distruzione, dei
demolitori provetti di ogni progetto di buon governo che confligga con la
loro personale cupidigia.
Sappiamo di Salvini che si bea ebbro delle folle di Pontida, autoconfinato in
una triste opposizione. Incapace di
elaborare una qualsiasi strategia che non sia lo stucchevole ritornello sulla “fame di poltrone” (degli altri
s’intende) e la squallida speculazione
sulle povere creature di Bibbiano.
Per non essere da meno, il teorico della rottamazione si accanisce
contro il proprio partito con una vendetta
ritardata che alla fine si riduce a un pugno di parlamentari frastornati. Giusto per il gusto di tenere sotto ricatto
il governo Conte, miracolosamente nato sotto il fuoco della destra più
feroce, e che d’ora in avanti dovrà guardarsi dalla combutta Renzi-Salvini (il cui acronimo è appunto: ReSa).
L’augurio
è che l’umore degli italiani (che per fortuna non sono soltanto
quelli che urlano “ebreo” a Gad Lerner) non
sia più tale da tollerare gli azzardati giochini della ditta sfasciacarrozze. Forse
lo spirito del tempo è cambiato. Forse
si ha davvero voglia di persone serie.
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