da: Il Fatto Quotidiano
Molto ci aspetta dal risveglio della nostra
società che è stata messa ai margini e oscurata in questi anni di
destrutturazione del nostro sistema di relazioni economiche e sociali. Avrete
modo di discutere come e perchè è avvenuto questo distacco di tanta parte del
nostro Paese, la parte più debole e vulnerabile. Quella che soprattutto avrebbe
bisogno di presenza, visibilità e rappresentanza nelle istituzioni politiche.
Tutti noi, di fronte a politiche industriali che esibiscono innovazione e
crescita, mentre producono disoccupazione e sottoccupazione, di fronte al
dilagare di sistemi di corruzione che svuotano dall’interno la legalità e la
democrazia, di fronte alla totale assenza di parole politiche su un futuro di
giustizia per la nostra società, di fronte a mutamenti della Costituzione che
mirano alla concentrazione del potere in poche mani, tutti noi quante volte ci
siamo chiesti e ci siamo sentiti chiedere “che fare?” e ci siamo sentiti
impotenti.
Questa manifestazione deve dare una prima
grande risposta (alla quale altre seguiranno) in un percorso organizzato di
partecipazione politica e di risveglio democratico. Moltissimi si aspettano
molto. Non fermiamoci e non lasciamo che altri ci fermino. Non dividiamoci
sulla questione “coalizione sociale” o “partito politico”. Questa è una mobilitazione delle debolezze che insieme
vogliono e
possono diventare forza. E così fare
breccia nelle oligarchie che dominano il mondo della politica e dell’economia.
Chi potrebbe sostenere che un risveglio democratico non sia urgente anche nel
nostro Paese? Chi potrebbe sostenere che non c’è necessità di riprendere in
mano la nostra politica espropriata da tecnocrazie irresponsabili, nazionali e
sovranazionali? Il nostro compito è riempire un vuoto di democrazia. In un
mondo normale i partiti politici si porrebbero in ascolto, accoglierebbero con
favore le voci che chiedono d’essere rappresentate, ne trarrebbero alimento per
la loro stessa azione. Non devono servire, secondo la Costituzione, come
strumento di partecipazione alla politica nazionale? Non rischiano di essere
invece strumento di esclusione? La diffidenza, talora l’ostilità, con la quale
molta parte dell’establishment politico guarda a questa mobilitazione sono la
prova più evidente della sua necessità. Tanto più la contrastate, si potrebbe
dire, tanto più dimostrate che è necessaria. Buon lavoro. Unità, studio ed
entusiasmo.
*testo inviato alla manifestazione Unions
della Fiom e letto in piazza del Popolo sabato da Sandra Bonsanti.
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