Non
sono un uomo importante, io, iniziò il signor Badule. La mia famiglia è
originaria di Lobatse. Mio padre ci ha lavorato per molti anni, come usciere
del tribunale. Era al servizio degli inglesi, che gli hanno dato due medaglie,
con sopra il ritratto della regina. Le portava tutti i giorni, anche dopo
essere andato in pensione. Quando ha terminato il servizio, uno dei giudici gli
ha regalato una zappa da usare nelle sue terre. Il giudice aveva fatto fare
quella zappa nel laboratorio della prigione e i detenuti, seguendo le
istruzioni del giudice, avevano impresso a fuoco sul manico di legno una
scritta che diceva: «Usciere Badule di prima classe, ha lealmente servito sua
maestà e poi la repubblica del Botswana per cinquant'anni. Servitore fedele e
di provata fiducia, da parte del signor giudice Maclean, magistrato dell'Alta
Corte del Botswana».
Quel
giudice era una brava persona ed è stato molto gentile anche con me. Ha parlato
con i padri della scuola cattolica e sono stato ammesso a studiare lì. Mi sono
impegnato molto, e quando ho denunciato uno degli altri ragazzi perché aveva
rubato la carne in cucina, mi hanno nominato vicecapoclasse.
Ho
superato gli esami della scuola, ho preso il diploma e poi ho trovato lavoro
presso
la Commissione per la carne. Anche lì mi sono molto impegnato e di nuovo ho
denunciato quelli che rubavano la carne. Non lo facevo per essere promosso, ma
perché sono uno a cui non piace la disonestà, in nessuna forma. Questa è una
cosa che ho imparato da mio padre. Lavorando in tribunale, ha visto criminali
di tutte le specie, compresi gli assassini. Li ha visti in tribunale che
mentivano perché sapevano che ora dovevano scontare le loro malefatte. Li
osservava quando i giudici li condannavano a morte e notava che certi omoni
grandi e grossi che avevano picchiato e ucciso altre persone diventavano come
bambini piccoli, erano terrorizzati e singhiozzavano e dicevano di essere
pentiti per tutte quelle brutte azioni, che comunque negavano di avere commesso.
Dato
il suo ambiente di lavoro, non c'è da meravigliarsi che mio padre abbia
insegnato ai figli a essere onesti e a dire sempre la verità. Perciò non ho mai
esitato a denunciare alla giustizia gli impiegati disonesti, e i miei datori di
lavoro sono sempre stati molto soddisfatti.
«Lei
ha impedito a quei malvagi di continuare a rubare la carne del Botswana» mi
hanno detto, «noi non riusciamo a vedere con i nostri occhi tutto quello che
combinano i nostri impiegati. I suoi occhi ci sono stati di grande aiuto.»
Non
mi aspettavo una ricompensa, ma sono stato promosso. E nel mio lavoro, che si
svolgeva negli uffici del quartier generale, ho trovato altre persone che
rubavano la carne, sia pure in un modo più astuto e indiretto, ma sempre di
rubare carne si trattava. Perciò ho scritto una lettera al direttore generale,
in cui gli dicevo: «Ecco come le rubano la carne, proprio sotto il suo naso,
nell'ufficio centrale». Alla fine ci ho messo tutti i nomi, in ordine
alfabetico, ho firmato la lettera e l'ho spedita.
Sono
stati molto contenti e di conseguenza ho avuto un'altra promozione. Ormai,
tutte le persone disoneste si erano spaventate al punto da andarsene dalla
ditta, e perciò non avevo più niente da fare in quel campo. Ma me la sono
cavata bene lo stesso e ho risparmiato abbastanza da comprarmi una macelleria
tutta mia. La ditta mi ha dato un assegno molto generoso, lamentando la mia
decisione di andarmene, e io ho aperto una macelleria alla periferia di
Gaborone. Forse l'ha vista, è sulla strada per Lobatse. Si chiama macelleria
Prezzi Onesti.
Nessun commento:
Posta un commento