martedì 17 marzo 2015

Grandi appalti, nuova inchiesta per solita corruzione: arrestato Ercole Incalza, super dirigente del Ministero dei Lavori Pubblici




Ercole Incalza arrestato. Da Berlusconi a Lupi, la carriera del super dirigente del Ministero dei Lavori Pubblici

Dal G8, alla Tav, al Mose: il nome di Ercole Incalza, arrestato oggi nell'ambito della maxi inchiesta "Sistema" sulla corruzione negli appalti chiave della Tav e in alcuni relativi a Expo, ricorre in tutte le grandi opere - e inchieste - degli ultimi 30 anni in Italia. L'ingegnere pugliese, nato nel brindisino il 15 agosto del '44, è stato per molti anni dirigente di vertice al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti per poi divenirne consulente esterno: ultimo incarico come capo della struttura tecnica di Missione per l'esame delle questioni giuridiche connesse alla realizzazione delle infrastrutture e degli insediamenti produttivi strategici e di interesse nazionale.
Oggi è finito in carcere nella maxi inchiesta della procura di Firenze sulla Tav e su numerosi lavori legati alle grandi opere, Expo compresa. Nel corso di un quindicennio, il "super manager" pubblico ha attraversato due governi Berlusconi, un Prodi, un Monti, un Letta e - infine - un governo Renzi. Arrivato al ministero delle Infrastrutture nel 2001 come capo della segreteria tecnica di Pietro Lunardi (governo Berlusconi), Ercole Incalza è rimasto al dicastero per
quattordici anni, attraversando sette governi. Ha lasciato il suo incarico il 31 dicembre 2014. È passato attraverso Antonio Di Pietro (governo Prodi), quindi è stato promosso capo struttura di missione da Altero Matteoli (di nuovo Berlusconi), confermato da Corrado Passera (governo Monti), Lupi (governo Letta) e poi ancora Lupi (governo Renzi), fino a tre mesi fa.
Incalza appare nel mondo dei lavori pubblici alla fine degli anni '70 alla Cassa per il Mezzogiorno, della quale diventa dirigente nel 1978, assumendo nel marzo 1980 la responsabilità del Progetto Speciale dell'Area Metropolitana di Palermo.Giovane socialista pugliese approda al ministero dei Trasporti con Claudio Signorile.
Nel 1983 è consigliere del ministro dei Trasporti, poi nel giugno 1984 assume la responsabilità di Capo della Segreteria Tecnica del Piano Generale dei Trasporti. Dal gennaio 1985 Dirigente Generale della Direzione Generale della Motorizzazione Civile e dei Trasporti in Concessione, passa alle Ferrovie dello Stato nell'agosto 1991, per diventare Amministratore Delegato della Treno Alta Velocità TAV S.p.A. dal settembre 1991 al novembre 1996. Nel 1998 finisce ai domiciliari insieme all'ex presidente di Italferr Maraini.
Dopo la bufera della Tangentopoli di Necci e Pacini Battaglia a metà degli anni Novanta, Incalza torna alla ribalta al ministero di Porta con Pietro Lunardi e diventa poi il braccio destro del ministro Altero Matteoli con l'incarico di capo della struttura tecnica di missione. Negli ultimi anni sempre più numerose le inchieste; a febbraio i pm fiorentini Giulio Monferini e Gianni Tei ne avevano chiesto il rinvio a giudizio insieme ad altre 31 persone nell'inchiesta sul sottoattraversamento fiorentino della Tav. Oggi l'arresto.
"Ercole Incalza, laureato in ingegneria civile e in architettura all'Università di Palermo, ha svolto nei primi anni un'intensa attività didattica e partecipato a numerosi concorsi internazionali (tra gli altri, la sistemazione della piazza delle Halles a Parigi); ha curato progetti speciali per la Cassa del Mezzogiorno e, nel 1983, è entrato nel Ministero dei Trasporti, con l'incarico prima di capo della segreteria tecnica per il Mezzogiorno e poi di consigliere del Ministro. Nel 1984, ha assunto l'incarico di Capo della Segreteria tecnica del Piano generale dei Trasporti, che fu approvato nel 1986 e aggiornato nel 1991 sempre con la direzione di Incalza. Dirigente generale del Ministero dei Trasporti dal 1985, nell'agosto 1991 passa alle Ferrovie dello Stato per diventare Amministratore delegato della TAV (Treno Alta Velocità), la società creata per realizzare le nuove linee AV e modernizzare la rete ferroviaria italiana, alla cui direzione rimane fino al novembre 1996", si legge in una nota della Fer Press, l'Agenzia di informazione di ferrovie, trasporto locale e logistica.
"Dopo le vicende che portarono all'allontanamento dalle Ferrovie dello Stato di Lorenzo Necci, Incalza continuò a collaborare con il ruolo di consigliere del Ministro dei Trasporti Lunardi e, poi, del Ministro Matteoli, con il quale è poi diventato responsabile della struttura tecnica di missione del ministero. Incalza ha anche fatto parte di consigli di amministrazione o di vigilanza di vari istituti, ed è stato inoltre componente di importanti organismi europei (rappresentante italiano nel Gruppo alto livello della UE per la revisione del Transport European Network) e internazionali (coordinatore del Piano generale di trasporti iracheno)", conclude Fer press.

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