Ercole
Incalza arrestato. Da Berlusconi a Lupi, la carriera del super dirigente del
Ministero dei Lavori Pubblici
Dal G8, alla Tav, al Mose: il nome di
Ercole Incalza, arrestato oggi nell'ambito
della maxi inchiesta "Sistema" sulla corruzione negli appalti chiave
della Tav e in alcuni relativi a Expo, ricorre in tutte le grandi opere - e
inchieste - degli ultimi 30 anni in Italia. L'ingegnere pugliese, nato nel
brindisino il 15 agosto del '44, è stato per molti anni dirigente di vertice al
ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti per poi divenirne consulente
esterno: ultimo incarico come capo della struttura tecnica di Missione per
l'esame delle questioni giuridiche connesse alla realizzazione delle
infrastrutture e degli insediamenti produttivi strategici e di interesse
nazionale.
Oggi è finito in carcere nella maxi inchiesta della procura di
Firenze sulla Tav e su numerosi lavori legati alle grandi opere,
Expo compresa. Nel corso di un quindicennio, il "super manager"
pubblico ha attraversato due governi Berlusconi, un Prodi, un Monti, un Letta e
- infine - un governo Renzi. Arrivato al ministero delle Infrastrutture nel
2001 come capo della segreteria tecnica di Pietro Lunardi (governo Berlusconi),
Ercole Incalza è rimasto al dicastero per
quattordici anni, attraversando sette
governi. Ha lasciato il suo incarico il 31 dicembre 2014. È passato attraverso
Antonio Di Pietro (governo Prodi), quindi è stato promosso capo struttura di
missione da Altero Matteoli (di nuovo Berlusconi), confermato da Corrado
Passera (governo Monti), Lupi (governo Letta) e poi ancora Lupi (governo
Renzi), fino a tre mesi fa.
Incalza appare nel mondo dei lavori
pubblici alla fine degli anni '70 alla Cassa per il Mezzogiorno, della quale
diventa dirigente nel 1978, assumendo nel marzo 1980 la responsabilità del
Progetto Speciale dell'Area Metropolitana di Palermo.Giovane socialista
pugliese approda al ministero dei Trasporti con Claudio Signorile.
Nel 1983 è consigliere del ministro dei
Trasporti, poi nel giugno 1984 assume la responsabilità di Capo della
Segreteria Tecnica del Piano Generale dei Trasporti. Dal gennaio 1985 Dirigente
Generale della Direzione Generale della Motorizzazione Civile e dei Trasporti
in Concessione, passa alle Ferrovie dello Stato nell'agosto 1991, per diventare
Amministratore Delegato della Treno Alta Velocità TAV S.p.A. dal settembre 1991
al novembre 1996. Nel 1998 finisce ai domiciliari insieme all'ex presidente di
Italferr Maraini.
Dopo la bufera della Tangentopoli di Necci
e Pacini Battaglia a metà degli anni Novanta, Incalza torna alla ribalta al
ministero di Porta con Pietro Lunardi e diventa poi il braccio destro del
ministro Altero Matteoli con l'incarico di capo della struttura tecnica di
missione. Negli ultimi anni sempre più numerose le inchieste; a febbraio i pm
fiorentini Giulio Monferini e Gianni Tei ne avevano chiesto il rinvio a
giudizio insieme ad altre 31 persone nell'inchiesta sul sottoattraversamento
fiorentino della Tav. Oggi l'arresto.
"Ercole Incalza, laureato in
ingegneria civile e in architettura all'Università di Palermo, ha svolto nei
primi anni un'intensa attività didattica e partecipato a numerosi concorsi
internazionali (tra gli altri, la sistemazione della piazza delle Halles a
Parigi); ha curato progetti speciali per la Cassa del Mezzogiorno e, nel 1983,
è entrato nel Ministero dei Trasporti, con l'incarico prima di capo della
segreteria tecnica per il Mezzogiorno e poi di consigliere del Ministro. Nel
1984, ha assunto l'incarico di Capo della Segreteria tecnica del Piano generale
dei Trasporti, che fu approvato nel 1986 e aggiornato nel 1991 sempre con la
direzione di Incalza. Dirigente generale del Ministero dei Trasporti dal 1985,
nell'agosto 1991 passa alle Ferrovie dello Stato per diventare Amministratore
delegato della TAV (Treno Alta Velocità), la società creata per realizzare le
nuove linee AV e modernizzare la rete ferroviaria italiana, alla cui direzione
rimane fino al novembre 1996", si legge in una nota della Fer Press,
l'Agenzia di informazione di ferrovie, trasporto locale e logistica.
"Dopo le vicende che portarono
all'allontanamento dalle Ferrovie dello Stato di Lorenzo Necci, Incalza
continuò a collaborare con il ruolo di consigliere del Ministro dei Trasporti
Lunardi e, poi, del Ministro Matteoli, con il quale è poi diventato
responsabile della struttura tecnica di missione del ministero. Incalza ha
anche fatto parte di consigli di amministrazione o di vigilanza di vari
istituti, ed è stato inoltre componente di importanti organismi europei
(rappresentante italiano nel Gruppo alto livello della UE per la revisione del
Transport European Network) e internazionali (coordinatore del Piano generale
di trasporti iracheno)", conclude Fer press.
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