Pensieri su ciò che ci circonda. Media, politica, attualità, libri, film e quant’altro.
martedì 31 marzo 2015
Musica: i 70 anni di Eric Clapton
di Alessandro
Ceccarelli
“Mister
slow hand” è considerato uno dei chitarristi più significativi della storia del
rock
“Per
me Robert Johnson è il più importante musicista blues mai vissuto. Non ho mai
trovato nulla di più profondamente intenso. La sua musica rimane il pianto più
straziante che penso si possa riscontrare nella voce umana” (Eric Clapton)
Un
compleanno importante
Esattamente settant’anni fa, il 30 marzo
del 1945, nasceva uno dei più influenti e imitati chitarristi della storia del
rock. Il luogo, Ripley, è un piccolo borgo a 38 chilometri dal centro di
Londra. L’uomo è Eric Clapton, distinto e schivo musicista che, prima con i
leggendari Cream e poi come solista, ha lasciato un segno indelebile e
indiscutibile nel firmamento dei “guitar heroes” degli ultimi cinquant’anni. Lo
scorso anno aveva letteralmente “gelato” i tanti amanti della sua musica con un
annuncio choc. “Credo che quello che mi consentirò sarà di continuare a
registrare in studio, ma andare in giro è diventato insopportabile”.
Web: PoSeidon, l’ultimo malware per rubare i codici delle carte di credito
da: Il Fatto Quotidiano
Poseidon,
ecco l’ultimo malware per rubare i codici delle carte di credito
La
tecnica utilizzata dal software, nota come “memory scraping”, analizza la RAM
dei terminali infetti attraverso la lettura delle stringhe conservate in chiaro
e contenenti i dati delle carte di pagamento appena “strisciate”.
di Valentina
Lavore
Lo hanno chiamato “PoSeidon” e non ha nulla
a che fare con la divinità delle profondità marine, perché il nome del dio
degli oceani in questo caso ha assorbito la sigla degli strumenti per i
pagamenti elettronici PoS. I ricercatori del team di Cisco hanno battezzato
così l’ultimo malware realizzato appositamente per colpire i “Point of Sale”
degli esercizi commerciali.
La tecnica utilizzata dal software, nota
come “memory scraping”, analizza la RAM dei terminali infetti attraverso la
lettura delle stringhe conservate in chiaro e contenenti i dati delle carte di
pagamento appena “strisciate”. Il “tridente”, che la minaccia informatica
adopera per scardinare le barriere difensive delle macchinette e portar via
informazioni utili, è composto da un keylogger, un programma (loader) che
carica il virus offensivo e un “lettore di memoria” (memory scraper).
Gustavo Zagrebelsky: “Le nostre debolezze assieme diventano la nostra forza”
da: Il Fatto Quotidiano
Molto ci aspetta dal risveglio della nostra
società che è stata messa ai margini e oscurata in questi anni di
destrutturazione del nostro sistema di relazioni economiche e sociali. Avrete
modo di discutere come e perchè è avvenuto questo distacco di tanta parte del
nostro Paese, la parte più debole e vulnerabile. Quella che soprattutto avrebbe
bisogno di presenza, visibilità e rappresentanza nelle istituzioni politiche.
Tutti noi, di fronte a politiche industriali che esibiscono innovazione e
crescita, mentre producono disoccupazione e sottoccupazione, di fronte al
dilagare di sistemi di corruzione che svuotano dall’interno la legalità e la
democrazia, di fronte alla totale assenza di parole politiche su un futuro di
giustizia per la nostra società, di fronte a mutamenti della Costituzione che
mirano alla concentrazione del potere in poche mani, tutti noi quante volte ci
siamo chiesti e ci siamo sentiti chiedere “che fare?” e ci siamo sentiti
impotenti.
Questa manifestazione deve dare una prima
grande risposta (alla quale altre seguiranno) in un percorso organizzato di
partecipazione politica e di risveglio democratico. Moltissimi si aspettano
molto. Non fermiamoci e non lasciamo che altri ci fermino. Non dividiamoci
sulla questione “coalizione sociale” o “partito politico”. Questa è una mobilitazione delle debolezze che insieme
Wanda Marra: “Renzi tramortisce la minoranza e pensa a far fuori Landini”
da: Il Fatto Quotidiano
La direzione Pd dà la “fiducia”
all’Italicum. Gli oppositori non votano.
In maniche di camicia (bianca) e jeans
d’ordinanza, seduto al banco della presidenza, Matteo Renzi guarda lo
smartphone mentre la direzione Pd vota la “fiducia politica” all’Italicum. Non
solo non tradisce preoccupazione, ma neanche prende in considerazione le
reazioni e le richieste della minoranza del Pd: tant’è vero che si risparmia
pure la replica.
E’ un sì all’unanimità. La minoranza, come
annunciato, non vota. I sì sono120 su circa su circa 200 (si contano una
ventina d’assenze, tra cui Bersani e D’Alema). Il segretario-premier, dopo aver
annientato il dissenso in un intervento fiume di sfondamento, è già “oltre”:
come avversario vede praticamente solo Maurizio Landini.
“Anche tu sei diventato un soprammobile da
talk show”, gli dice (in diretta streaming nazionale), rimproverandogli di non
sapere cosa c’è nella legge di stabilità. “La coalizione sociale io non la
sottovaluto. Ma non rappresenta il futuro e neanche il passato della sinistra.
È un tentativo che sarà respinto dalla realtà”. È “una sfida” che “non mi
toglie il sonno”. Ma che evidentemente richiede una riflessione e non lo lascia
così indifferente. “Io non lascio la parola sinistra solo a chi la usa con più
frequenza”, dice Renzi. Partendo da questa
L’Amaca di Michele Serra
da: la Repubblica
Sul dono esiste una ricca letteratura
(specie psicoanalitica). Ma a prescindere da quella basta il buon senso per
capire che doni troppo impegnativi rischiano — appunto — di impegnare troppo.
Questo fa parte del gioco nelle relazioni sentimentali; ma non va bene nella
vita politica e nelle relazioni d’affari, dove non è mai chiaro dove finisce la
gentilezza e dove cominciano i secondi fini. Stupisce, nelle fiorenti cronache
giudiziarie sui casi di malapolitica, scoprire quanto frequente e quanto
ingenua (nella migliore delle ipotesi) sia l’abitudine di accettare doni
costosi senza rendersi conto che questi potrebbero diventare prove a carico; e
che è comunque sconveniente incamerarli con disinvoltura.
La signora Blair, nel suo libro di memorie,
racconta con quanta fatica, e quanto inutilmente, provò a spiegare a Berlusconi
perché non poteva, per regola protocollare, accettare il dono di grande valore
che l’allora capo del governo voleva assolutamente rifilarle. Il grande attore
siculo-americano Vincent Schiavelli raccontava (ed era un gran pezzo di teatro)
la storia, autentica, della restituzione di un vestito inviato a Nixon da un
sarto siciliano, e a lui riconsegnato, mesi dopo, con un biglietto di
ringraziamento della Casa Bianca nel quale si spiegava che per regolamento il
Presidente non poteva accettare
lunedì 30 marzo 2015
Marco Travaglio: “Il suicidio Meredith”
da: Il Fatto Quotidiano
Come già l’altra in appello, anche l’assoluzione di Amanda Knox e Raffaele Sollecito in Cassazione ha innescato commenti demenziali sul delitto di Meredith Kercher: pare quasi che, 8 anni fa a Perugia, la studentessa inglese si sia suicidata. O che l’unico condannato (a 16 anni con lo sconto del rito abbreviato), il giovane ivoriano Rudy Guede, tuttora detenuto perché colpevole di “concorso in omicidio commesso da altri”, fosse solo soletto sulla scena del delitto. Non sappiamo che cosa scriveranno i supremi giudici nelle motivazioni, ma sappiamo quello che non potranno scrivere: e cioè che Amanda e Raffaele non c’entrino nulla con quel caso, o che gli inquirenti abbiano preso un abbaglio con un duplice scambio di persona, mettendo in carcere due estranei e tenendoceli per 4 anni. Probabilmente si limiteranno a dire che le prove ritenute sufficienti dalla Corte d’Assise di Perugia (2 giudici togati e 6 popolari) che li condannò, dalla Corte di Cassazione (5 togati) che annullò la loro assoluzione in appello, e dalla Corte d’Assise d’appello di Firenze (2 togati e 6 popolari) che li ricondannò, sono per loro insufficienti. E, siccome per convenzione l’ultimo verdetto è quello buono, la verità processuale si ferma qui. Il che non vuol dire che questa (fondata sulle prove certe e legittimamente raccolte) collimi con la verità dei fatti (che di solito è molto più vasta, ma spesso indimostrabile), né che le sentenze precedenti siano sbagliate.
sabato 28 marzo 2015
Il Buongiorno di Massimo Gramellini: Siamo tutti tedeschi
da: La Stampa
Se una piccola lezione si può trarre dalla
tragedia innescata dal pilota kamikaze è la precarietà di certi pregiudizi
sedimentati nei secoli. Col passare delle ore emerge un quadro di
superficialità e approssimazione assai poco tedesco. Andreas Lubitz era andato
al lavoro stracciando un certificato di malattia, e questo rientra ancora nel
luogo comune che immagina un italiano fare esattamente il contrario. Ma com’è
possibile che l’ospedale universitario di Duesseldorf, che lo aveva in cura da
mesi, non avesse sentito il dovere di cautelarsi inviando alla compagnia aerea
una copia del documento che gli impediva di volare? La privacy, dicono. Ma la
privacy smette di essere la priorità, quando riguarda un uomo che ha in mano il
destino di vite che non sono la sua. Per quanto, secondo i giornali tedeschi,
Lufthansa qualcosa sapeva. Sapeva che nel 2009 una crisi depressiva aveva reso
Lubitz «parzialmente inadatto al volo». Ma cosa significa «parzialmente»? Che
poteva volare solo nei giorni dispari o con la mano destra?
Dalle prime ricostruzioni della tragedia
affiora una trama fitta di smagliature: informazioni mancanti, negate,
sottovalutate. Adesso si invocano regole nuove, ma come sempre sarebbe bastato
rispettare quelle esistenti. O forse non
venerdì 27 marzo 2015
Media, tablet e smartphone: i film Rai su Google
da: la Repubblica
Accordo
tra viale Mazzini e l'azienda californiana. Sono duecento i titoli a pagamento
di Carlo
Moretti
Per il suo primo vero passo nel mercato
digitale, la Rai prende per mano Google portando in dote il suo importante
catalogo cinematografico. L’accordo siglato tra viale Mazzini e i
rappresentanti del colosso californiano (il direttore Fabio Vaccarono l’ha
definito "un passaggio strategico in Italia") permette da ieri agli
utenti del negozio digitale Google Play di accedere al catalogo Rai. Si tratta
di circa 200 titoli, tra film prodotti o soltanto distribuiti da Rai Cinema,
che si possono scaricare a 6,99 euro. Tra questi ci sono successi come Il
capitale umano, Rush, Educazione siberiana, La mafia uccide solo d’estate, The
Wolf of Wall Street e Qualunquemente. Ma allo stesso prezzo, più o meno il
biglietto del cinema, si vendono "i classici" che passano
regolarmente in tv.
Il film acquistato o noleggiato può essere salvato nella memoria del computer, del tablet o del telefonino per essere riprodotto offline. Se invece si decide per la visione in streaming (3,99 euro), la tecnologia di Google Play rintraccia il
Lavoro: crescono i contratti a tempo indeterminato
Lavoro,
boom di contratti a tempo indeterminato. Poletti: “Il 38,4% in più”
di Maria
Romano
Crescono i contratti a tempo indeterminato.
Parola di Giuliano Poletti, ministro del lavoro che ha spiegato come “nei primi
due mesi del 2015 sono stati attivati 79 mila contratti a tempo indeterminato,
il 38,4% in più rispetto ai primi due mesi del 2014”. Annuncio importante che
il premier Renzi aveva voluto anticipare parlando di una crescita nel settore
contrattuale a “doppia cifra”.
Il presidente del Consiglio ha detto prima
della notizia ufficiale affidata al ministro Poletti: “E’ un giorno. Tra
qualche ora saranno diffusi i dati dei contratti a tempo indeterminato siglati
nei primi due mesi dell’anno: sono davvero sorprendenti, mostrano una crescita
a doppia cifra”. Tra qualche ora saranno diffusi i dati dei contratti a tempo
indeterminati siglati nei primi due mesi dell’anno, mentre il leader ancora una
volta si mostra ottimista sul futuro lavoro in Italia. “Oggi è un giorno
importante. Tra qualche ora saranno diffusi i dati dei contratti a tempo
indeterminati siglati nei primi due mesi dell’anno. È un dato davvero
sorprendente, che mostra una crescita a doppia cifra. È Il segnale che l’Italia
riparte”.
giovedì 26 marzo 2015
Davide Vecchi: L’intoccabile. Matteo Renzi. La vera storia / 2
I
conti in tasca al Comune
La reazione di Renzi alle critiche è il
silenzio. Non ribatte quasi mai. E lascia che finisca tutto nel dimenticatoio.
Del resto è circondato da una corte che nel tempo prende sempre più le
sembianze di quella che attornia Berlusconi. Yes men sempre pronti a obbedire a qualsiasi comando, a venerare il
capo. Una delle tante similitudini emerse tra il signore di Rignano e il re di
Arcore.
Ciò che decide è legge, almeno per il suo
esercito. Tutto ruota attorno a lui, come l’universo copernicano intorno al Sole.
Il partito non esiste più: il sindaco può prescindere dal Pd, grazie a una
personalissima struttura di cui è re indiscusso, incontrastato e
incontrastabile. Ormai dispone di una cassaforte privata, l’associazione Link,
che raccoglie fondi da amici e sostenitori e alla quale può attingere
liberamente senza chiedere niente a nessuno.
Sul piano della comunicazione punta sui proclami.
«Abbiamo ridotto le spese» è una delle frasi pronunciate con più frequenza da
Matteo Renzi negli anni a cavallo tra il 2011 e il 2013, quando, in dibattiti
televisivi o pubblici, illustra i suoi successi da sindaco a Palazzo Vecchio:
tagli del personale, delle sedi, dei privilegi. L’immagine è quella di un Robin
Hood anticasta che toglie ai politici per restituire ai cittadini, ma non
corrisponde propriamente al vero.
A metà del 2012 la Corte di conti invia a
Palazzo Vecchio i rilievi sull’assestamento di bilancio. Come previsto da
Fantoni, il patto di stabilità non
mercoledì 25 marzo 2015
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