venerdì 6 luglio 2012

Serie tv e vita reale: Dylan McDermott e la sua ‘American Horror Story’



Dylan McDermott affronta la sua ‘American Horror Story’
E' diventato famoso interpretando un padre di famiglia immerso fino al collo nell'orrore di una casa stregata. Ma anche nella sua vita c'era una casa dell'orrore, quella che ha visto morire uccisa da un colpo di pistola la madre, quando lui aveva solo 5 anni. Un caso ora riaperto e risolto

Una storia tragica che risale al febbraio del 1967, quando a soli cinque anni, l’attore Dylan McDermott, oggi cinquantenne, rimase orfano di madre, uccisa nella cucina di casa da un colpo di pistola, in circostanze al tempo non chiarite, mentre il piccolo Mark (questo il vero nome dell’attore) giocava  a pochi metri dal set dell’orrore, nel giardino della villetta familiare di Waterbury, nel Connecticut. Un fatto che ha segnato indelebilmente la vita dell’attore e che lo ha spinto a cercare di riaprire quello che in gergo viene definito ‘cold case’.
E finalmente la polizia di Waterbury,  questo riferisce l’Associated Press, che cita come fonte il quotidiano  "Republican-American" ha riaperto e risolto il caso della morte di Diane McDermott, morte inizialmente archiviata come ‘incidente’.
Accusato oggi dell’omicidio è l’ex convivente della donna,  John Sponza, un piccolo
malavitoso e  tossicodipendente, e, pare,  informatore della polizia, a sua volta trovato morto nel bagagliaio di un’auto, probabilmente ucciso per un regolamento di conti,  nel 1972. L’uomo all’epoca era l’unica persona presente in casa e testimoniò che la donna si era colpita accidentalmente prendendo la pistola che egli stesso aveva lasciata incustodita.  La storia da subito non convinse il medico legale, sia per la meccanica del presunto incidente, sia per la presenza di altri segni sul corpo della donna. Tuttavia fu rapidamente archiviata forse proprio per il ruolo da informatore che aveva Sponza.
Per quanto troppo piccolo per testimoniare all’epoca dei fatti, nei rapporti della polizia risulta che Dylan-Mark McDermott fu ascoltato e raccontò qualcosa delle violenze domestiche di Sponza,  incluso il fatto che era solito puntare la pistola su Dylan e la sorellina di pochi mesi, Robin. Dopo la tragedia i piccoli furono affidati alle cure della nonna materna. Quando il padre si risposò infine, Dylan andò a vivere con lui e la nuova moglie. La nuova madre adottiva, Eve Ensler, autrice dei ‘Monologhi della Vagina’, spinse Marc a coltivare la sua passione per  la recitazione. Quando lei ebbe un aborto, McDermott prese il nome che aveva pianificato per il suo bambino mai nato: Dylan.
L’attore vincitore di un Golden Globe nel 1999 per il suo ruolo nella serie “The Practice”, ha rifiutato di commentare la notizia. Sua sorella, Robin Herrera, ha invece dichiarato di aver finalmente tirato un sospiro di sollievo, perché  “felice di sapere che mia madre non era mentalmente disturbata o depressa”.
Una testimonianza indiretta sulla reazione di McDermott  viene dal sovrintendente di polizia che si è occupato della riapertura del caso, Michael Gugliotti,  che insieme al sindaco di Waterbury, Neil M. O’Leary , ha incontrato l’attore lo scorso anno mentre era in città per una raccolta fondi. “McDermott mi ha confessato che a lungo l’unico modo di sopravvivere alla tragedia  era stato quello di pensare al momento in cui tutto sarebbe venuto alla luce, alla risoluzione del caso per iniziare a elaborare il lutto e il dolore e renderlo parte della sua vita.”

Nessun commento:

Posta un commento