da: La Stampa
Mediaset: quello che non ha
di Alessandra Comazzi
E dunque nella prossima stagione non ci sarà «Zelig», non ci sarà il Grande Fratello, non ci sarà «Buona domenica», non ci sarà il paventato «Amici Kids», la versione
per l'infanzia del popolare programma di Maria De Fiippi. E queste, in
fondo, sono buone notizie. Il
rinnovamento può passare anche dalla pausa di ripensamento. La crisi è nota, ci
sono poche risorse, tanto vale dedicarle a testare programmi che magari
funzioneranno in un futuro migliore. Quelle di Mediaset sono reti commerciali per le quali non si
paga il canone. Percepite come gratuite,
tuttavia non lo sono, essendo noi spettatori clienti cui vendere i
prodotti pubblicizzati. Ma poiché la
pubblicità diminuisce anche lì come in ogni azienda editoriale, appare
importante il segnale lanciato agli inserzionisti: non si può andare avanti in
eterno con le stesse cose, altrimenti loro si stancano di investire. Non avendo
Mediaset in questo momento i soldi per far meglio, si astiene. D’altronde, c’è
il colpo di Celentano, fresco reduce
dai guai con Sky. Usato sicuro, come dimostra il successo commerciale
dell’operazione. Con Scotti-Marcuzzi
che proseguono la loro vita da mediani. «Extreme
Make Over Home Edition», un
grande classico del reality lungo un’ora
e senza conduttore, mentre l’Italia
ce lo mette e lo fa durare tre, sembra fuori tempo, ma si vedrà. Un altro
programma non c’è nei palinsesti: il «prime
time» di Chiambretti. E anche
questo è un bel ripensamento. Lui era sprecato nella notte troppo fonda, ma non
lo favorivano nemmeno le caratteristiche spazio-temporali della prima serata
all’italiana. Color nostalgia il ritorno di «Dallas». Mancava dagli Anni
Ottanta, eravamo tutti bambini.
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