Un contributo alla
mia formazione culturale e sociale, deriva anche dalla lettura dei libri di
Corrado Stajano. Mi spiace dover costatare che la lucidità che lo aveva
contraddistinto si è persa.
Nell’articolo
pubblicato oggi dal Corriere della Sera (post sotto), scrive cose già espresse
da altri, già note. Fin qui, poco male.
Quel che è peggio,
è che come tutti quelli che sostengono che non bisogna fare di tutta un’erba un
fascio, cadono in contraddizione asserendo – con il medesimo metro di giudizio
– che tutto il web è antidemocratico, demagogo e populista.
Certo, soprattutto
nell’era dei “cinguettii” di Twitter la maggior parte di chi scrive e replica
ha una concezione superficiale e facilona, difetta di analisi e ragionamento,
non è avvezza al confronto sugli argomenti ma allo scontro sulle parole. Ma,
vorrei capire: non si può pensare, scrivere, dire, che tutta la classe politica
è marcia e si possono invece fare generalizzazioni sul web?
Ma ancor peggio
che scrivere cose scontate e prevedibili e contraddirsi (tipico difetto della
sinistra perdente che non sa come diventare alternativa) c’è la conclusione del
moralismo banale (che è cosa diversa dalla nobile morale): “i partiti devono comportarsi con serietà”.
E allora non ci
capiamo proprio. Questo è il problema. Non abbiamo una classe politica seria. Non
ce la fanno, a essere seri. Non è previsto nel dna della nostra classe
politica. Degli ultimi vent’anni. Ma anche di quella precedente (che ha
costruito lo sfascio attuale) che Stajano conosce bene, avendola trattata nei
suoi libri.
Non sarà che parte
degli italiani, soprattutto la fascia adulta (seppure ben più giovane di
Stajano), ha sufficiente esperienza e memoria per costatare che da troppi
decenni la classe politica è inadeguata a gestire con efficienza ed equità il
nostro paese.
Sto
generalizzando? Poco male. Sarò al pari
di politici, intellettuali e
giornalisti che generalizzano sul web.
In realtà, non sto
generalizzando. Sto costatando. Che la serietà sia completamente assente lo
dimostrano i Corrado Stajano e tutti gli intellettuali, scrittori, giornalisti,
maître à penser che tutti giorni
scrivono e parlano di come i partiti dovrebbero cambiare per fermare la deriva
populista del web.
Se la serietà
fosse la caratteristica anche solo di parte dei politici, o qualcosa di
facilmente ritrovabile, i maître à penser
non avrebbero bisogno, tutti i giorni, di “unire le loro forze” per demonizzare
il web e scrivere articoli su articoli – pressoché identici – rivolti
indirettamente a quella classe politica che vogliono sopravviva perché temono
la deriva populista o, più facilmente, perché quel web che demonizzano non è referenziale
nei loro confronti e quindi, ridimensiona quel potere che esercitano invece nei
confronti di quei politici che vorremmo spazzare via.
Conclusione: una
parte del web – probabilmente non maggioritaria - non generalizza: costata. Una
parte – considerevole – dei maître à
penser: generalizza sul web, perché non vuole ammettere che la classe
politica è il (non “in”, ma “il”) disfacimento
totale.
Perché l’assenza
di serietà nelle persone porta alla disfatta mentale e morale. Ma l’assenza di
serietà ha un vantaggio: crea referenzialità e autoreferenzialità. Due
caratteristiche tipiche dei “professionisti” del maître à penser. E, si sa, la sinistra è zeppa di maître à penser e scarsa di politici
seri.
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