giovedì 5 luglio 2012

In merito all’articolo di Corrado Stajano nel Corriere della Sera: siamo alle solite…


Un contributo alla mia formazione culturale e sociale, deriva anche dalla lettura dei libri di Corrado Stajano. Mi spiace dover costatare che la lucidità che lo aveva contraddistinto si è persa.

Nell’articolo pubblicato oggi dal Corriere della Sera (post sotto), scrive cose già espresse da altri, già note. Fin qui, poco male.
Quel che è peggio, è che come tutti quelli che sostengono che non bisogna fare di tutta un’erba un fascio, cadono in contraddizione asserendo – con il medesimo metro di giudizio – che tutto il web è antidemocratico, demagogo e populista.
Certo, soprattutto nell’era dei “cinguettii” di Twitter la maggior parte di chi scrive e replica ha una concezione superficiale e facilona, difetta di analisi e ragionamento, non è avvezza al confronto sugli argomenti ma allo scontro sulle parole. Ma, vorrei capire: non si può pensare, scrivere, dire, che tutta la classe politica è marcia e si possono invece fare generalizzazioni sul web?
Ma ancor peggio che scrivere cose scontate e prevedibili e contraddirsi (tipico difetto della sinistra perdente che non sa come diventare alternativa) c’è la conclusione del moralismo banale (che è cosa diversa dalla nobile morale): “i partiti devono comportarsi con serietà”.
E allora non ci capiamo proprio. Questo è il problema. Non abbiamo una classe politica seria. Non ce la fanno, a essere seri. Non è previsto nel dna della nostra classe politica. Degli ultimi vent’anni. Ma anche di quella precedente (che ha costruito lo sfascio attuale) che Stajano conosce bene, avendola trattata nei suoi libri.
Non sarà che parte degli italiani, soprattutto la fascia adulta (seppure ben più giovane di Stajano), ha sufficiente esperienza e memoria per costatare che da troppi decenni la classe politica è inadeguata a gestire con efficienza ed equità il nostro paese.

Sto generalizzando? Poco male. Sarò al pari
di politici, intellettuali e giornalisti che generalizzano sul web.
In realtà, non sto generalizzando. Sto costatando. Che la serietà sia completamente assente lo dimostrano i Corrado Stajano e tutti gli intellettuali, scrittori, giornalisti, maître à penser che tutti giorni scrivono e parlano di come i partiti dovrebbero cambiare per fermare la deriva populista del web.
Se la serietà fosse la caratteristica anche solo di parte dei politici, o qualcosa di facilmente ritrovabile, i maître à penser non avrebbero bisogno, tutti i giorni, di “unire le loro forze” per demonizzare il web e scrivere articoli su articoli – pressoché identici – rivolti indirettamente a quella classe politica che vogliono sopravviva perché temono la deriva populista o, più facilmente, perché quel web che demonizzano non è referenziale nei loro confronti e quindi, ridimensiona quel potere che esercitano invece nei confronti di quei politici che vorremmo spazzare via.
Conclusione: una parte del web – probabilmente non maggioritaria - non generalizza: costata. Una parte – considerevole – dei maître à penser: generalizza sul web, perché non vuole ammettere che la classe politica è il (non “in”, ma “il”) disfacimento totale.
Perché l’assenza di serietà nelle persone porta alla disfatta mentale e morale. Ma l’assenza di serietà ha un vantaggio: crea referenzialità e autoreferenzialità. Due caratteristiche tipiche dei “professionisti” del maître à penser. E, si sa, la sinistra è zeppa di maître à penser e scarsa di politici seri.

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