Il
presidente di FIMI rileva un paradosso tra la bocciatura da parte del
Parlamento d’Europa della normativa ACTA e le norme applicate dal 2006 in
Italia a tutela dei diritti della proprietà intellettuale. Nel rimandarlo alla
lettura del libro ‘Abolire la proprietà intellettuale’, scritto da due
economisti americani non certo da quel web che il suddetto presidente definisce
populista, se i paradossi lo disturbano non resta che rimuoverli: adeguando
coerentemente la normativa italiana per effetto della bocciatura appena
deliberata.
da:
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UE, ACTA la vista
Il Parlamento d'Europa ha bocciato il trattato anti-contraffazione, che non verrà trasformato in legge per i 27 paesi membri. Grande soddisfazione da parte degli attivisti. All'orizzonte una riforma del copyright? Non è finita qui
di Mauro Vecchio
478 voti contrari, 39 a favore, 165 astenuti. Il Parlamento
d'Europa ha così bocciato il famigerato Anti-Counterfeiting
Trade Agreement (ACTA), il trattato che avrebbe esteso
a livello globale la tutela della proprietà intellettuale e industriale. È
di fatto la prima volta che i parlamentari del Vecchio Continente sfruttano i
poteri garantiti dal Trattato di Lisbona per allontanare un accordo a livello
internazionale.
ACTA non verrà trasformato in legge per
i 27 paesi membri dell'Unione Europea. Una
bocciatura sonora, dopo i quattro pareri negativi espressi dalle commissioni
Commercio Internazionale, Giuridica, Sviluppo e Libertà Civili. Troppo vaghe le
misure adottate dal trattato anti-contraffazione, come sottolineato dal rapporteur
britannico David Martin. Le stesse previsioni legislative di ACTA avrebbero
messo a rischio le libertà fondamentali dei cittadini comunitari.
E certamente troppo esteso il numero dei paesi europei che nei mesi
scorsi avevano rifiutato l'adesione nazionale alla ratificazione di
ACTA. Dalla Svizzera ai Paesi Bassi, fino alla potente Germania.
Lo stesso David Martin ha ora chiesto al Parlamento d'Europa di trovare "nuove soluzioni
alternative" per la protezione della proprietà intellettuale, in
modo da tutelare al massimo l'economia del Vecchio Continente.
Grande soddisfazione da parte del movimento dei Verdi, da tempo ostile alla ratificazione del trattato anti-contraffazione. "ACTA è stato consegnato definitivamente alla storia - ha spiegato la portavoce Amelia Andersdotter - La risposta del Parlamento è la giusta conseguenza della mobilitazione in massa da parte dei cittadini europei. Bisogna adesso iniziare un dibattito trasparente ed onesto sui diritti di proprietà intellettuale.
Diverso
il parere di Christofer Fjellner, tra i membri dell'European
People's Party (EPP). Da irresponsabili la decisione di non attendere il
parere della Corte di Giustizia d'Europa, come invocato a gran voce dal
commissario Karel De Gucht. Gli attivisti avevano temuto per il possibile
congelamento del dibattito su ACTA, in attesa - 18 mesi - di un parere
sull'effettiva limitazione dei diritti civili.
"Una vittoria totale per i cittadini e la democrazia". È il titolo di
un recente comunicato diramato dagli attivisti di La Quadrature Du Net,
che hanno sottolineato come il libero accesso alla Rete debba sempre prevalere
sugli interessi privati dell'industria. Le autorità del Vecchio Continente
dovranno ora avviare un processo di riforma illuminata del diritto
d'autore, senza mettere a repentaglio le libertà fondamentali dei netizen.
"È un giorno di grande festa", ha dichiarato il pirata
svedese Rick Falkvinge in un intervento sulla testata specializzata TorrentFreak.
Nonostante l'esito negativo in Europa, ACTA potrebbe comunque entrare in vigore in paesi come gli Stati Uniti e Marocco, praticamente tra i pochi rimasti in
favore del trattato. "Ma senza il supporto
dell'Europa, ACTA è defunta. Non esiste più", ha continuato Falkvinge.
Sentiti ringraziamenti da parte dell'Open Rights Group, che ha citato
lo sforzo di migliaia di attivisti per esercitare pressioni sui parlamentari
d'Europa. Sul sito ufficiale europarl.europa.eu è possibile
visualizzare tutti i nomi di coloro che hanno votato sulla ratificazione di
ACTA.
Di tono opposto le parole di Enzo Mazza, presidente di FIMI:
"Il paradosso del voto su ACTA è che tutte le previsioni normative
incluse nell'accordo bocciato oggi, sono già state recepite
dall'ordinamento italiano nel 2006, con il decreto di attuazione della
direttiva 2004/48/CE in materia di tutela dei diritti di proprietà
intellettuale. È la dimostrazione dell'isteria collettiva di una politica
che corre dietro alle istanze populistiche del web, senza ricordarsi
nemmeno di ciò che ha votato qualche anno fa e che i giudici applicano
quotidianamente".
Si attendono ora ulteriori sviluppi dopo che il commissario De Gucht aveva
annunciato il ricorso alla Corte di Giustizia anche in caso di bocciatura
parlamentare. Il CEO di IFPI Frances Moore ha esortato il Parlamento a
"fare dell'efficace tutela della proprietà intellettuale una delle
principali priorità della nostra politica commerciale con i paesi terzi".
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