da: Il Fatto
Quotidiano
Spending review, per Palazzo Chigi solo un
“taglietto” da 15 milioni
Per gli uffici della presidenza del Consiglio solo
una riduzione di 5 milioni nel 2012 e 10 per il 2013 a fronte di fondo di
funzionamento totale che negli anni di Berlusconi lievitò in un solo anno da 363 a 616 milioni
di Eduardo di Blasi
C’è un’unica voce,
nella bozza circolata ieri sulla spending review, che riguarda direttamente Palazzo
Chigi. È la diminuzione, di 5 milioni nel 2012 e di 10 per il 2013 del “fondo
di funzionamento” della Presidenza del Consiglio. Una miseria se pensiamo che,
quando al governo c’erano i berlusconi, i brunetta e le brambille, quel fondo
lievitò in un solo anno da una previsione di 363 milioni di euro a un
consolidato quasi doppio di 616. Per “pesare” la misura basti pensare che solo
sul capitolo “auto blu” il palazzo di governo segna in un anno la cifra di 9
milioni di euro, e nulla è cambiato nemmeno con le “severe” norme varate da
Brunetta. Come prima, infatti, i capi dipartimento della Presidenza dispongono
di due autisti dedicati e di una macchina. L’unica differenza formale è che
l’auto è in capo al dipartimento e non più al dirigente. È per l’appunto una
formalità. Oggi come allora infatti , quell’automobile serve che è a capo
del dipartimento.
Non è l'unica anomalia di una macchina che non riesce a riformare se stessa. Bruno
Stramaccioni, sindacalista Usb a Palazzo Chigi, ne cita diverse altre: “Hanno
esternalizzato i servizi informatici. Sa quanto costano? Undici milioni di euro
nel triennio. Hanno azzerato un comparto che funzionava, con professionalità
che si erano formate con anni di lavoro, per fare cosa? Per darlo alla Selex?”.
Il problema delle
auto blu, poi, è strettamente connesso alla presenza di forze di polizia
all’interno del Palazzo. All’ultimo censimento ce n’erano oltre 500 sui circa 4100
impiegati della Presidenza. “Tra questi 259 – spiega Stramaccioni – scadevano
al 30 giugno. A quella data sarebbero dovuti tornare nelle loro amministrazioni
di provenienza: polizia, gdf, penitenziaria. Il dipartimento invece ha chiesto
la proroga per tutti. Resteranno qui: a guidare le auto, a vigilare
sull’ufficio passi, ma anche a stare negli uffici, cosa che non dovrebbero
poter fare”. Pazienza. Tutto resta immobile nei corridoi del Palazzo.
Ricordate la
struttura di missione per i 150 anni dell’Unità d’Italia? A un anno dalla sua
scadenza naturale, è ancora lì. A guidarla è sempre Giancarlo Bravi, pensionato
da diversi anni, rimasto in Presidenza con una consulenza. Anche questa
struttura di missione dovrebbe andare a scadenza, ma pare già pronta la
soluzione: verrà trasformata in una struttura di missione per gli Eventi.
Niente taglio.
A fronte di spese
che continuano ad essere fuori controllo, di dirigenti arrivati per diretta
collaborazione di politici, e poi rimasti, senza né arte né parte, nei posti
direttivi dell’amministrazione di governo (o anche a non far niente), tra i
dipendenti serpeggia il malumore. “Vogliono mandare a casa il 10% dei
dipendenti della pubblica amministrazione? Inizino da questi raccomandati che
ricoprono posti di responsabilità senza aver sostenuto concorsi e senza titoli
adeguati”.
Nei meandri di
questa amministrazione pietrificata ci sono anche due curiosità. La prima: Mario
Monti non ha compiuto nessun atto formale per rinunciare al proprio compenso
(ovviamente non l’ha ritirato e non lo farà, ma non c’è nessuna regola perchè
non lo faccia in futuro). La seconda: il ministro Moavero non ha dato i propri
ferimenti bancari all’ufficio del personale. È lì da mesi ma non sanno come
pagarlo.
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