mercoledì 4 luglio 2012

Lavoro, disoccupazione giovanile: (come sempre) più possibilità per le specializzazioni


La scoperta dell’acqua calda. Da sempre, specializzarsi paga. Tanto più in tempi di crisi.


da: Lettera 43

Lavoro, specializzarsi paga
Le agenzie: agenti e operai i più ricercati
di Antonietta Demurtas

Disoccupazione giovanile da record. A maggio l'incidenza dei giovani senza impego tra 15 e i 24 anni sul totale di quelli occupati o in cerca di lavoro è salito al 36,2%. Il dato più alto sia dall'inizio delle serie storiche mensili (gennaio 2004) che da quelle trimestrali (quarto trimestre 1992).
La drammatica stima dell'Istat ha confermato le analisi fatte dalle principali agenzie di lavoro secondo le quali i datori di lavoro prevedono un trend poco incoraggiante anche per il terzo trimestre 2012.
OCCUPAZIONE FERMA A -2%. Secondo l’indagine di Manpower, che ha coinvolto oltre mille datori di lavoro di imprese con sede in Italia, tra luglio e settembre è atteso un livello di occupazione in flessione del 2%. Un segno negativo destinato a rimanere sostanzialmente invariato rispetto al trimestre precedente, ma che farebbe registrare un miglioramento di 4 punti percentuali rispetto allo stesso periodo del 2011.
A livello territoriale però sono solo i datori di lavoro del Nord Ovest ad aver indicato una previsione positiva sull’occupazione pari al 4%. Nelle altre aree infatti il trend atteso è negativo, in particolare nel Nord Est dove le prospettive di assunzione potrebbero scendere fino a un -6%.
«Le aziende ormai da mesi stanno limitando ogni possibile rischio per la tenuta
dei propri bilanci finanziari», ha spiegato Stefano Scabbio, amministratore delegato di Manpower Italia e Iberia, «e assumono i lavoratori solo nel momento in cui hanno la certezza di averne realmente bisogno».
PERSONALE QUALIFICATO. Nell'analisi dei singoli settori il riscontro di Manpower indica come siano i comparti finanziario, assicurativo, immobiliare e dei servizi alle imprese a offrire margini di miglioramento a livello occupazionale. «Per tutti i settori però vale la regola di assumere solo personale esperto e qualificato in grado di dare valore aggiunto e incrementare la competitività dell’azienda», ha spiegato Scabbio. Come evidenziato anche da Adecco e Gi Group, la crisi sta costringendo le aziende a ridurre sempre più la ricerca di profili di produzione generici e ad aumentare la domanda di personale specializzato.

Non c'è crisi per operai specializzati, ingegneri e agenti di commercio

E così tra le prime cinque posizioni più richieste dalle aziende, secondo l'analisi delle principali agenzie interinali (Manpower, Gi Group e Adecco), compaiono addetti alle vendite, agenti di commercio, ingegneri, impiegati dell’ufficio customer, quindi call center, e operai tecnici specializzati. E sono proprio gli operai a risultare al primo posto nella classifica di Manpower, in particolare quelli del settore della meccanica ed elettromeccanica, quindi: manutentore, montatore, assemblatore e programmatori capaci di operare nel campo dell’automazione industriale.
Ma per figure professionali tecniche non si intendono solo quelle dell’industria, bensì anche figure tecnico-amministrative e tecnico-commerciali.
IN AUMENTO LA RICHIESTA DI PROFILI COMMERCIALI. Secondo quanto risulta a Gi Group i principali settori che assumono di più sono quello della Grande distribuzione, automotive, telecomunicazione, farmaceutica e chimica. Tra le ricerche di personale più particolari, alla multinazionale del lavoro risultano: spedizionieri, tecnici dell'ambiente, neodiplomati in informatica per assistenza tecnica con conoscenza dell'inglese, addetti vendita di madrelingua cinese e russi per zone turistiche. Infine ingegneri, anche junior, ma disponibili al trasferimento in area Brics (Brasile, Russia, Cina, India).
Tutte figure che hanno fatto registrare un trend stabile rispetto al primo semestre 2011, «ma ci sono alcune differenze», ha spiegato a Lettera43.it Barbara Bruno, responsabile del servizio Gi Group. «In questo primo semestre 2012, sono molto più richiesti i profili commerciali e gli agenti, a conferma di un trend di investimento e sviluppo su tutte le reti commerciali».
In tempi di crisi e calo della domanda, le aziende investono infatti di più nel settore delle vendite. Per questo, se rimane invariata la ricerca di addetti call center e di ingegneri, «è invece sempre più in crescita l'esigenza da parte delle aziende di trovare personale disponibile ad andare all'estero», ha illustrato Bruno.
DONNE IN DIFFICOLTÀ SU MOBILITÀ E TEMPO PIENO. Un’esigenza che però figura proprio tra i motivi per cui un lavoro può essere rifiutato dal possibile candidato. La mobilità geografica, infatti, pur essendo sempre più richiesta al lavoratore italiano, è ancora rara. «In particolare tra le donne», ha evidenziato Manpower, «che spesso oltre all’impossibilità di spostarsi devono anche rinunciare a un lavoro a tempo pieno perché gli orari sono incompatibili con la gestione familiare».
LE SOFT SKILL SONO RARE. Ma non sono solo disponibilità e flessibilità le qualità ricercate dalle aziende. Un vero e proprio trend di quest’ultimo periodo è l’esigenza di personale con requisiti che coniughino diverse aree professionali. Ed è questo, secondo le agenzie di lavoro, uno degli elementi che rende i candidati più difficili da reperire. Non solo quindi la mancanza di competenze tecniche, ma anche la carenza delle cosiddette soft skill, le competenze trasversali.
INDISPENSABILE CONOSCERE LE LINGUE. Un esempio sono le ricerche per il personale amministrativo: «Oggi spesso non è sufficiente l’esperienza contabile, ma è necessaria anche un’ottima conoscenza delle lingue straniere, in primis l’inglese», ha spiegato Manpower.
E qui ci si scontra con una vecchia lacuna tutta italiana: la non conoscenza delle lingue. Una difficoltà frequente che è spesso causa del mancato incontro tra azienda e candidato. «Oggi molte mansioni, non solo impiegatizie, richiedono come minimo la conoscenza dell’inglese, e spesso almeno di una seconda lingua».

Profili tecnici: snobbati dai candidati, richiesti dalle aziende

La parola chiave è e sarà quindi per i prossimi anni «specializzazione». A 360 gradi. Con imprese alla ricerca di personale sempre più qualificato: una tendenza già presente nel 2011 ma che quest’anno è ancora più evidente.
Andando oltre i primi cinque profili più richiesti Manpower segnala, a partire dalla sesta posizione, alcune lievi differenze rispetto al 2011: elettricisti e assemblatori elettrici sono più richiesti quest’anno rispetto al passato, e i saldatori compaiono fra le prime dieci posizioni.
Le difficoltà di incrociare domanda e offerta di lavoro sono però sempre le stesse. In Italia ci sono mansioni nell’industria che sono considerate ancora di serie B, per le quali non si sceglie volentieri il percorso di studi: ogni anno diminuiscono gli studenti che si iscrivono agli istituti tecnici, ma allo stesso tempo sono i più ricercati dalle aziende.
TIENE IL SETTORE DELL'ALIMENTARE. Sono per esempio molto richiesti gli operai specializzati nel settore alimentare (addetti produzione alimenti), uno dei settori industriali che sta tenendo nonostante la crisi. Secondo i dati dell’osservatorio Openjobmetis, all’interno del comparto lattiero caseario, il 75,2% delle richieste è legato allo svolgimento di mansioni nell’ambito della pura lavorazione del latte (mantecatura e stagionatura dei formaggi), il 12,8% interessa la parte del confezionamento e dello stoccaggio. E infine tutto ciò che è relativo alle operazioni di vendita, promozione e logistica.
Dall’inizio dell’anno l’agenzia per il lavoro ha registrato 101 assunzioni nel settore. Il picco di contratti, manco a dirlo, è stato registrato come sempre al Centro Nord. La parte del leone l'ha fatta l’Emilia Romagna con 71 assunzioni; seguita dal Piemonte con 15 e la Lombardia con 11.
Ma non sempre anche in questo settore è facile trovare figure capaci e specializzate.
RECUPERO CREDITI, MANSIONE POCO GRADITA. Infine tra i lavori meno graditi ai candidati, Adecco segnala ad esempio la figura di addetta alla raccolta e digitalizzazione dei dati; alcune posizioni relative al mandato di agente nel settore vendite e marketing, e mansioni legate al recupero crediti sia per il comparto finance sia per le banche. «Le richieste dalle aziende sono in crescita considerato il periodo e la mancanza di liquidità, ma è un lavoro che alla lunga può diventare stressante e che richiede delle competenze trasversali specifiche oltre a quelle tecniche».
POCA FLESSIBILITÀ NEI CANDIDATI. All'Adecco raccontano quanto siano comuni candidati «che inizialmente si dicono interessati a un lavoro di qualsiasi tipo, spinti dall’urgenza di ricollocarsi». Alcuni poi però rifiutano le offerte generiche, perché davanti a una proposta vera e propria, emergono necessità particolari: «Candidati con laurea e percorso di studi specifico non sono in realtà disponibili a valutare impieghi non in linea anche se non stanno lavorando».
Chi sta godendo di ammortizzatori sociali «è invece interessato nella maggior parte dei casi a opportunità solo a tempo indeterminato».
Insomma per quanto il lavoro, come dice Elsa Fornero, possa non essere un diritto, ognuno valuta il sacrificio che è disposto a compiere per ottenerlo.

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