lunedì 15 febbraio 2021

Piano vaccinazione anti-covid: non funziona senza un sistema informatico adeguato

 


Vorrei capire - e lo devono capire milioni di italiani - com’è gestita la vaccinazione di massa anti-covid.

Certo. Servono i vaccini, le siringhe, il personale sanitario e il supporto logistico. Sono requisiti indispensabili. Ma non basta.

Leggo che ci sarebbero delle piattaforme digitali con lo scopo di gestire l’anagrafica dei vaccinati. Ma che in che modo? Quali sono i dati richiesti e gestiti? Quali informazioni sono raccolte e come vengono utilizzate?

Perché una cosa dev’essere chiara a tutti: non esiste un piano vaccinazioni senza dei processi operativi definiti e senza un sistema informatico. Non solo: non è sufficiente un sistema informatico che gestisca solo le prenotazioni.

Per fare qualche macro esempio (il dettaglio lo lascio agli analisti funzionali e tecnici), mi aspetto che esistano o siano creati dei database che contengano e gestiscano i seguenti requisiti minimi:

Un database dovrebbe contenere:  

- tipo vaccino (Pfizer, Moderna, ecc..)

- quantità inviate  

- date di invio

- regione, comune, denominazione del ricettore (ospedale, rsa, ecc..)

Un altro database deve non solo gestire la prenotazione ma, a fronte di questa, registrare

nella piattaforma un sistema informatico almeno le seguenti informazioni:

- nominativo del vaccinato: nome, cognome, c.f, indirizzo, contatti

- data 1.a presentazione per vaccinazione

- flag di registrazione avvenuta vaccinazione

- patologie esistente (es. cardiopatico, diabetico)

- esisto della prima vaccinazione: ok o anomalie

- data di 2.a presentazione vaccinazione

- esito della 2.a vaccinazione

L’anomalia consisterebbe nel registrare eventuali disturbi segnalati dal vaccinato. È necessario sapere se eventuali disturbi avvengano per soggetti che abbiano o non abbiano patologie. Eventuali disturbi (da registrare a sistema) potrebbero derivare dal vaccino oppure trattarsi di effetti della patologia indipendenti dal vaccino.

Il primo database e il secondo (o più database) sono nella medesima piattaforma che dev’essere disponibile sia a livello centrale, sia regionale. Non 20 piattaforme diverse. Qualora questa scelta logica, razionale, non venisse applicata (probabile, in questo paese con 20 regioni) i database devono “parlarsi”, interfacciarsi. Ciò consentirà di avere a livello regionale e livello nazionale dati che consentono di rilevare quanti vaccini (e materiale necessario alla vaccinazione) sono stati inviati, in che data, a chi e come questi vaccini sono stati impiegati, vale a dire:

- quali soggetti sono stati vaccinati la prima volta;

- l’esito della vaccinazione post prima iniezione; ovviamente, l’esito potrebbe modificarsi nel corso dei giorni, andrà rilevato se le manifestazioni si presentano entro 15 gg, cioè prima della seconda vaccinazione;

- soggetti richiamati per la seconda vaccinazione (con esito ok prima vaccinazione o eventuali manifestazioni superate);

- esito seconda vaccinazione; come per la prima, l’esito può modificarsi nel tempo;

- per ognuno dei soggetti vaccinati dev’essere registrato nel database se presentavano o non presentavano patologie al momento di ricevere il vaccino;

Faccio presente che identificare per i soggetti le patologie è un’informazione base per il fascicolo sanitario. Non è pensabile che nel 2021 si chieda a un paziente: lei ha qualche patologia? prende dei medicinali? Se ho qualche patologia e se tutti i giorni prendo dei farmaci per malattie croniche deve risiedere in un database accessibile in qualsiasi posto del paese a ogni struttura sanitaria, di base e/o ospedaliera.

Ovviamente, è auspicabile che 20 regioni non adottino 20 modalità diverse.

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