Vorrei capire - e lo devono capire milioni di italiani - com’è gestita la vaccinazione di massa anti-covid.
Certo. Servono i vaccini, le siringhe, il personale
sanitario e il supporto logistico. Sono requisiti indispensabili. Ma non basta.
Leggo
che ci sarebbero delle piattaforme
digitali con lo scopo di gestire l’anagrafica dei vaccinati. Ma che in che modo? Quali sono i dati richiesti e gestiti? Quali informazioni sono raccolte e come
vengono utilizzate?
Perché
una cosa dev’essere chiara a tutti: non
esiste un piano vaccinazioni senza dei processi operativi definiti e senza un
sistema informatico. Non solo: non è
sufficiente un sistema informatico che gestisca solo le prenotazioni.
Per
fare qualche macro esempio (il
dettaglio lo lascio agli analisti funzionali e tecnici), mi aspetto che
esistano o siano creati dei database che contengano e gestiscano i seguenti
requisiti minimi:
Un
database dovrebbe contenere:
-
tipo vaccino (Pfizer, Moderna, ecc..)
-
quantità inviate
-
date di invio
-
regione, comune, denominazione del ricettore (ospedale, rsa, ecc..)
Un altro database deve non solo gestire la prenotazione ma, a fronte di questa, registrare
nella piattaforma un sistema informatico almeno le seguenti informazioni:-
nominativo del vaccinato: nome, cognome, c.f, indirizzo, contatti
-
data 1.a presentazione per vaccinazione
-
flag di registrazione avvenuta vaccinazione
-
patologie esistente (es. cardiopatico, diabetico)
-
esisto della prima vaccinazione: ok o anomalie
-
data di 2.a presentazione vaccinazione
-
esito della 2.a vaccinazione
L’anomalia
consisterebbe nel registrare eventuali disturbi segnalati dal vaccinato. È
necessario sapere se eventuali disturbi avvengano per soggetti che abbiano o
non abbiano patologie. Eventuali disturbi (da registrare a sistema) potrebbero
derivare dal vaccino oppure trattarsi di effetti della patologia indipendenti
dal vaccino.
Il
primo database e il secondo (o più database) sono nella medesima piattaforma
che dev’essere disponibile sia a livello centrale, sia regionale. Non 20
piattaforme diverse. Qualora questa scelta logica, razionale, non venisse
applicata (probabile, in questo paese con 20 regioni) i database devono
“parlarsi”, interfacciarsi. Ciò consentirà di avere a livello regionale e
livello nazionale dati che consentono di rilevare quanti vaccini (e materiale
necessario alla vaccinazione) sono stati inviati, in che data, a chi e come
questi vaccini sono stati impiegati, vale a dire:
-
quali soggetti sono stati vaccinati la prima volta;
-
l’esito della vaccinazione post prima iniezione; ovviamente, l’esito potrebbe
modificarsi nel corso dei giorni, andrà rilevato se le manifestazioni si
presentano entro 15 gg, cioè prima della seconda vaccinazione;
-
soggetti richiamati per la seconda vaccinazione (con esito ok prima
vaccinazione o eventuali manifestazioni superate);
-
esito seconda vaccinazione; come per la prima, l’esito può modificarsi nel
tempo;
-
per ognuno dei soggetti vaccinati dev’essere registrato nel database se
presentavano o non presentavano patologie al momento di ricevere il vaccino;
Faccio
presente che identificare per i soggetti le patologie è un’informazione base
per il fascicolo sanitario. Non è pensabile che nel 2021 si chieda a un
paziente: lei ha qualche patologia? prende dei medicinali? Se ho qualche
patologia e se tutti i giorni prendo dei farmaci per malattie croniche deve
risiedere in un database accessibile in qualsiasi posto del paese a ogni
struttura sanitaria, di base e/o ospedaliera.
Ovviamente, è auspicabile che 20 regioni non adottino 20 modalità diverse.
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