da: https://www.adnkronos.com/
"Ogni
ora che passa, per quanto mi riguarda, si aggiungono ragioni su ragioni per
dire NO a Draghi. Si dice: 'non sarà un
governo tecnico ma un governo politico'. Benissimo. Allora ragioniamo di
politica". Così Alessandro Di Battista, in un lungo post notturno su
Facebook, ribadisce il suo no al tentativo di Mario Draghi di formare un nuovo
governo.
"C'è chi si batte da 906 giorni,
ovvero dal 14 agosto del 2018 (giorno della Strage di Genova), per revocare le
concessioni autostradali ai Benetton. Davvero qualcuno crede che Draghi, colui che, da Direttore generale
del Tesoro, assegnò le concessioni autostradali ai Benetton, possa revocarle?
“C'è chi combatte per l'istituzione di una banca pubblica di investimento. Pensate davvero che Draghi, uomo legato a doppio filo alla Goldman Sachs possa realizzarla? Io credo che sia indispensabile un durissimo provvedimento sul conflitto di interessi che proibisca, per legge, consulenze (o conferenze ben retribuite) a politici ed amici della politica. Si potrà mai approvare una legge del genere con Renzi al governo, per giunta rafforzato politicamente, che si sta arricchendo a dismisura grazie a conferenze estere strapagate? Pensate che sarà possibile portare avanti battaglie sulla legalità e sulla giustizia stando al governo con Berlusconi?".
"E
ancora. C'è chi crede nei beni pubblici,
nella scuola pubblica, nella sanità pubblica. Secondo voi i Calenda e le Bonino, sponsor delle
privatizzazioni, saranno d'accordo? - è un'altra domanda che pone Di
Battista -. E chi sostiene interventi
per le piccole medie imprese crede davvero che un governo che nasce con la benedizione di Confindustria li sosterrà?
“Governo politico è
una parola che non ha alcun senso in
questo scenario. Cosa c'è di
Politico nel governare con PD, Leu, Forza Italia, Più Europa, Centro
Democratico e, probabilmente, Lega Nord? Ci
sarà qualche “politico” dentro. Un numero, tra l'altro, decisamente inferiore
a quel che si immaginano molti sostenitori del sì a Draghi. Ma di politico non
vi sarà nulla".
"Draghi, nei primi mesi di luna
di miele concessa da una pubblica opinione stremata da un
anno di pandemia, si dedicherà al piano
vaccinale e a mettere nero su bianco un Recovery gradito ai potentati che lo incensano. Nulla più. Poi, senza colpo ferire, si farà eleggere
Presidente della Repubblica. D'altro canto non avrebbe mai accettato senza questa garanzia. A quel punto ci si renderà conto che il "governo
dei migliori" come già viene definito, era solo l'inizio della restaurazione. Un film già visto",
conclude il pentastellato.
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